ARTE E VENETO ORIENTALE

E' ormai quasi luogo comune l'idea che il Veneto Orientale, con il crollo delle barriere dell'est europeo, si avvii a recuperare il ruolo di "centro" geo-politico della Mitteleuropa.

Esiste invece il pericolo, trovandosi sulla linea di confine tra la civiltà dei consumi ormai sulla soglia di decadenza, ed il sottosviluppo post-comunista, che rimanga una zona cuscinetto, una terra di nessuno (o che venga addirittura assimilato, magari con ruolo leader per il settore dell'indotto, proprio all'est europeo. Ricordiamo che spesso in situazioni di apice o decadenza il centro geografico degli imperi non coincide affatto con quello politico-culturale-economico, che si situa invece in aree decentrate ma di miglior sviluppo e difendibilità).

Questo pericolo è particolarmente reale per il grave sottosviluppo culturale di questa zona.

Di fatto, in questo campo il Veneto post-bellico ha sempre operato scelte da colonia, importando cultura e stimolando i propri artisti al plagio e all'accondiscendenza.

Non si è tentato di potenziare istanze autoctone, di promuovere i germogli di autentica cultura locale, di lottare per l'affermazione di artisti e uomini di cultura indigeni sul piano nazionale, soprattutto è mancato un serio impegno per un'alleanza tra imprenditoria politico-economico e cultura.

E' importante comprendere che non ci troviamo in una situazione favorevole, nella quale un ben previsto e meditato sviluppo sociale porterà ben alti sulla sua onda i propri artisti.

Tutt'altro.

Chi, operando nel nostro settore, non si è mai sentito dire: "Ragazzo, se vuoi far strada devi andare a Milano o a Roma"?

Invertire questa tendenza è faccenda assai ardua ma certamente possibile quando si abbia coscienza che ricondurre la nostra regione ad un ruolo centrale significa operare sulla storia, indurre alla rinascita un complesso insieme di realtà; un centro è tale quando è in grado di irradiare e di polarizzare l'attenzione.

Necessariamente questa coscienza deve innestarsi su artisti altamente motivati, disponibili a proprie forme di organizzazione e a confrontarsi creativamente con il sociale oltrechè, naturalmente, profondamente convinti del proprio valore e della propria dignità.

Il compito che ci attende è necessariamente duplice: innanzitutto impegnarci in una produzione originale, deliberatamente fuori dalle mode di mercato che, plasmate altrove, non appartengono alle nostre radici.

Nella Pittura, per esempio, la tradizione veneta è luce e colore e nostro compito è arricchirci della composizione spaziale dei Toscani e dei valori segnici dei Lombardi, possibilmente prima che questi facciano lo stesso con noi.

Più in generale, si tratta di ricostruire l'anima di una regione che si presenta ora come una pasta molle pronta a prendere l'impronta di qualsiasi buffetto proveniente da Milano o New York per portarla a un livello di forza degno dell'asse di una civiltà bicontinentale.

Con una ricerca solida piantata su basi certe nella storia dell'arte potremo affrontare il secondo aspetto del compito, realizzare l'alleanza con le realtà politico-economiche locali.

E' impensabile una simile realizzazione rimasticando i frammenti di Flash Art o del Guggenheim Museum.

Viceversa diviene possibile quando ci si presenti all'imprenditore o all'uomo politico con un prodotto in grado di garantire all'uno la solidità del suo investimento unita alla possibilità di formarsi una raffinata presentazione estetica, e all'altro la non criticabilità della sua scelta in base a valori assolutamente storicizzati.

Un simile prodotto, leggibile per valori segnici, cromatici, compositivi, chiaroscurali, proporzionali e prospettici, deve porsi alla base di ogni presentazione sul piano sociale.

Tutto ciò che è ancora in fase di ricerca non consolidata, di non chiara lettura, è opportuno venga dichiarato tale, o meglio non esposto del tutto al pubblico

E' da rifiutarsi ogni pretesa di storicizzazione sulla base delle esperienze dell'avanguardia storica, poichè questa ha svolto fondamentalmente un ruolo distruttivo e destabilizzante, non riuscendo peraltro a formulare alcuno status certo per l'arte e nessun valore altro da quello di mercato, arbitrario ma non fondato su alcuna precisa regola dell'Arte.

Spetta quindi alle nostre generazioni identificare e chiarire operando analiticamente sul nostro lavoro anche quelle qualità indubbiamente presenti nelle varie correnti dell'arte contemporanea.

Questo perlomeno sarebbe un modo originale di proporre la "giovane" arte veneta

RIFLESSIONI SUI GRUPPI IN FORMAZIONE

C'è un piacere in chi opera artisticamente con consapevolezza e maturità nel confrontarsi ed evolversi attraverso il dialogo che sorge dalla frequentazione di individui affini per qualità d'impegno. Soprattutto oltre ogni differenza di poetica.

Piacere, si badi bene, assai più platonico che epicureo, poichè nasce dall'assecondare aspirazioni al perfezionamento spirituale.

Da sempre gli artisti tendono a costituire circoli, cenacoli e gruppi anche per lenire la solitudine a cui spesso si sentono dannati nell'insieme più vasto della società.

Le aggregazioni solitamente nascono sulla base di omogeneità o assonanze di poetica o teoria della forma e sono di conseguenza assai limitative e particolari. Questo da quando si esaurì il carisma unificante del mero mestiere, dallo scioglimento, cioè, delle corporazioni prenapoleoniche.

Una novità d'intenzione può essere lo sperimentare un tentativo di rivitalizzare quel carisma espandendo le individuali coscienze artistiche ad una concezione interdisciplinare o meglio unitaria dell'operare creativo.

Riuscire a riconoscersi quindi non solo per specifiche abilità manuali ma soprattutto per simili capacità di pensiero e di visione, perchè interessati al procedere di ogni ricerca formale ed espressiva.

Cercare di conquistare la capacità di amarsi o almeno rispettarsi non solo perchè il tuo prodotto è simile o parallelo o coefficiente al mio bensì su di un atto di fiducia in uno scopo ideale comunque comune e sotteso intimamente all'opera di ognuno.

Per conseguire, pur mantenendo le spinte emulative, il totale superamento degli antagonismi e la conseguente frammentazione di una forza di pensiero che occorre invece quanto più confluente possibile.

Un tentativo di coordinare i gruppi di artisti non su di assunti formali ma su affinità individuali più profonde , su valori di carattere etico ed emozioni della sfera morale, quali l'amicizia e il piacere di stare insieme, sempre nella consapevolezza della contemporaneità e del valore esemplare del vivere artistico.

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