Chi sono, il più sinceramente possibile.

Non è difficile per me trovare un termine che mi definisca e comunichi a voi l'immagine della mia vita interiore e della mia attività.

Io sono un uomo a misura di infinito e un genio artistico del Nuovo Rinascimento.

Ciò fa sì che, agli occhi della media normale dei miei contemporanei, io appaia come un mostruoso ibrido inidentificabile, imprecisabile in una consueta casella mentale; ognuno, di solito, preferisce amputarmi qualche ramo e cacciarmi a forza in una di quelle in suo possesso.

Per uno sono un bravo orafo, per l'altro un discreto pittore, o un filosofo logico temibile, uno webdesigner, scrittore o editore.

Per molti, tout-court, un millantatore un po' pazzo (nonostante le mie molte curiose abilità).

Per tutti, comunque (me compreso come vedrete), pare sia assai disdicevole che io conosca e pratichi tanta varietà di arti e mestieri.

Se infatti la mia natura crea tanti problemi con il sociale (provare a essere considerati millantatori o pazzi, per credere), fa altresì che io stesso guardi con nostalgica invidia a tutti coloro che hanno potuto fermarsi in un posto, che non si sentono costretti ad alzarsi dal banco o staccarsi dal cavalletto per scrivere e pubblicare ciò che l'arte ha dettato alla filosofia.

Ho tentato più volte di non assecondare la spinta a seguire in altre discipline la traccia di un insegnamento quanto più globale possibile; essa è sempre riaffiorata come pulsione insopprimibile.

Da quando ho cominciato a riconoscere l'emozione del riannodarsi del filo interrotto e la meravigliosa rete organica che questo tesse alla mia immaginazione sul mondo (cioè da molti anni), ho decisamente abbandonato l'intenzione di oppormi a questa mia caratteristica.
Ritengo infine che l'eclettismo influisca sulla mia opera valorizzandola, arricchendo l'estro pittorico della minuziosità orafa e della profondità filosofica, costruendo il gioiello con l'abilità compositiva e cromatica del pittore, elaborando il pensiero con l'accuratezza dell'uno e la vividezza dell'altro.

Umberto Sartori

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La parola genio è qui usata senza modestia o vanagloria, nell'accezione latina di "colui che segue la propria indole" e in quella moderna di "colui che è in grado di manifestare l'intuizione estetica attraverso diverse discipline".

 

 

 

 

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Globale, in grado cioè di dare immagini del mondo e dell' uomo visti da molteplici punti di vista, percepiti con diversi approcci.

La pulsione interiore non si manifesta tanto nel dovermi - esprimere - con tecniche e su materiali differenziati, quanto nel dover - differenziare - l'apprendimento. Ogni disciplina e ogni materiale recano la loro parte di insegnamento, portano un input ulteriore all'insieme dei dati che vado accumulando.

 

 

 

 

Immaginazione è qui usato in senso ampio, di "atto immaginifico" di qualunque tipo, intuitivo,concettuale, appercettivo e percettivo.

(c) 1996 Umberto Sartori