UN CERTO DISCORSO

Indubbiamente un'intrusione, giustificata in parte dal suo tono discorsivo e per il resto dall'urgenza espressiva. Non comunque a discapito della forma che cercherò quanto più letteraria mi sia possibile, pur al di fuori di ogni intento narrativo diverso dal raccontare pensiero . Diverso dall'esternazione vorrei dire per precisione, se questo termine non fosse stato reso tale da suscitare antipatie ideologiche a priori. Racconterò quindi di me, in questo momento storico, del Nuovo Rinascimento, del rapporto tra cultura e politica e anche un poco della situazione internazionale.

Fuor d'ogni inganno, l'intento è specificamente saggistico, ma conto di riuscire a formarlo in prosa didascalica, didattica, espressiva e finanche teatrale sul piano del pensiero almeno.

Ad ulteriore chiarezza, dichiaro un sistema di approccio globale, integrato, sintetico e ineffabilmente eclettico a ogni problema, o meglio a ogni aspetto del problema. Colgo qui l'occasione per introdurre dramma, con la prima di una serie di domande dirette a personaggi reali, esistenti in questo pianeta terra nel corrente anno del Signore 1993: dott.ssa Luigina Bortolato, preclaro storico dell'arte, pluripubblicata consulente culturale dello stato italiano e non solo, come mai considera il termine eclettico alla stregua di un insulto? Le risulta forse che, come Lei, anche il dizionario della lingua italiana ne faccia un sinonimo di superficiale?

Bene mi spingerò oltre, talune delle mie considerazioni saranno condotte sub specie aeternitatis, dato e concesso che il mio stato di coscienza, del tutto umano comunque, me lo consente. E sempre sub specie aeternitatis formulerò alcune delle valutazioni operative. L'assoluto e la sua ricerca serviranno da metodologia.

E già che ci siamo comincio proprio da questi "spiriti di farfalla", produttori, consumatori e pensate il paradosso,persino cultori dell'effimero.

Non vi è dubbio che il culto dell'effimero ben s'addobbasse sul corrotto sistema politico italiano e ne divenisse il maestro cerimoniere: cosa meglio di una effimera risata per coprire l'imbarazzo, ultimo residuo di una vergogna e di una dignità mai annichilite, per una bustarella che passando di mano, rendeva poi effimero un ponte, una scuola o un ospedale?

Cosa più opportuno di un'etica più effimera della morale stessa per riuscire a guardarsi allo specchio?

E per non perdere in drammaticità, questo lo chiedo a Lei, mancato senatore Nereo Laroni, e a tutti quei suoi simili assessori alla cultura di vari comuni italiani che hanno profuso miliardi di denaro pubblico protervamente tesi a promuovere sotto il nome di cultura il suo esatto opposto. Poichè l'evidenza e l'intrinsecità del concetto di cultura, la sua trasmissibilità necessaria, prescindono l'effimero.

Mi si creda lontano dal desiderio di pronunciare giudizi morali, solo inteso a porre in evidenza gli obiettivi motivi di una situazione fallimentare sul piano dello stato italiano e di forte disarmonia su quello internazionale.

Se non giudizi, che non ritengo di mia competenza, formulerò però accuse ed attribuirò responsabilità precise, demandando ad ogni singolo imputato il compito di giudicare se stesso.

Alle personalità citate riconosco non poche abilità nel destreggiarsi tra i desideri del loro elettorato e le qualità morali indispensabili a mantenerli in stretto contatto con quest'ultimo. Per parte mia non ho dubbio sulla legittimità del parlamento italiano: ben rappresenta la media onestà del cittadino italiano d'oggi.

Ciò che intendo imputargli è di non aver assolto al compito informativo verso il popolo, di avergli ammannito tutto il divertimento richiesto dandogli anche il titolo di cultura. Gli elettori chiedevano divertimento? Impossibile non darlo, suppongo, ma da qui servendosi di schizolalie e artifizi , di abusi di significato su termini giungere ad inventare interi sistemi di estetica basati sul nulla o nel migliore dei casi sul "buon gusto" di ogni singolo critico d'arte mi è sembrato veramente un eccesso di zelo.

Senza questo eccesso si rientrerebbe forse nel trend mondiale classico di fine secolo. Ma qui si è andati oltre: qui si è tentato non solo di divertirsi ma anche di sostituire la sostanza culturale.

Non c'è stato il coraggio da parte dell'oscura coscienza media di rinunciare alla cultura e all'arte in toto, tanto è forte il senso della sua indispensabilità alla vita umana, ma si è tentato di sostituire il significato alla parola con uno più consono non già alla coscienza, bensì alla libido corrente. Senza prevedere, naturalmente, che gli effetti sarebbero stati analoghi.

In questa situazione di valori mobili, di etiche professionali opinabili, di diffusa adorazione dell'effimero principe denaro, il Nuovo Rinascimento, con la sua forte carica etica e una morale conseguente, si è manifestato in condizione di emarginazione e ciononostante è riuscito ad infiltrare alcuni valori nel meccanismo del sistema. Paradossalmente alcune personalità hanno scambiato questi valori per un cibo da consumarsi effimeramente nel corso di un convegno, dopo averlo razziato (vedi Nuovo Rinascimento e World Arts Forum).

Data la loro assoluta malafede nei valori della cultura, li hanno negligentemente trascurati, li hanno tranquillamente diffusi scambiandoli per un consueto bla bla privo di conseguenze. Trascurare il valore rivoluzionario della verità si paga caro, vero ministro De Michelis?

Chi veramente mi stupisce si sia fatta fregare è la mafia. Eppure ha commesso lo stesso errore, ha abbandonato una cultura solida di valori fermi e investimenti altrettanto stabili per gettarsi in pasto a morali parziali, di famiglia, convertendosi in prevalenza al traffico degli stupefacenti, merce quanto mai effimera.

Tant'è... a quel punto è stato sufficente eliminare un paio di ufficiali di collegamento per gettare nella guerra civile un'azienda piuttosto florida come quella Italia, con un bilancio ufficiale da fallimento ma una possibilità di manovrare capitali occulti veramente invidiabile, soprattutto dalla Germania, direi, e apprezzata anche dagli americani, vero presidente Andreotti?

Mi creda non la accuso, anzi La stimo sinceramente per come è riuscito ad essere l'auriga di questo carro a due buoi. Sono lungi dal pensare che si potesse governare l'Italia senza rapportarsi con la mafia e La considero un uomo dello stato, necessariamente impegnato a confrontarsi con un'organizzazione preesistente allo stato stesso e in parte generata da una forma mentis come quella italiana che mal si adatta ai valori dello stato.

Ma un grave errore lo ha commesso anche Lei con il suo partito, quando dopo la guerra la Democrazia Cristiana abbandonò la cultura agli avversari politici. Si ritenne più opportuno impegnarsi a gestire l'economia, gli interni, gli esteri, si relegò la cultura ai margini del sistema dimenticando che ne avrebbe dovuto essere l'anima e lo spirito , considerata un potere secondario venne affidata alle cure dell'opposizione, che per puro paradosso era permeata di ideologie materialiste. Ci siamo così ritrovati nel volgere di un quarantennio con un' arte e una cultura ufficiali che non hanno alcun valore spirituale e di elevazione sostituiti svantaggiosamente da valori di mercato arbitrari e non pertinenti.

Benvenga l'irruzione esplosiva della Germania nella troika stato-mafia così malridotta, benvenga anche lo stato etico con i suoi pericoli, ma si riacquisti il senso comune, la consapevolezza del ben fare le cose, alfine.

Umberto Sartori
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