Come visioni improvvise, apparizioni delineatesi per un fulmineo lampo dì luce, le immagini che la pittura di Franco Margari ci propone suggestionano a percepire la dinamica transitorietà di una forma, colta nella sua genesi o nella sua disgregazione. Il suo tessuto pittorico si compone per superfici di forte contrasto cromatico sulle quali la luce, che segna fasci dalle traietto- rie ortogonali o diagonali, crea bagliori e dissolvenze e determina la frantumazione di un immaginario corpo centrale. Seguendo il percorso dell'artista, che da almeno un decennio ha tracciato una sua originale via nell'astrazione, cui è pervenuto forte di un bagaglio di esperienza grafica e figurativa, si registra in questi ultimi anni uno scatto particolarmente significativo nel quale anche l'ultimo retaggio figurale - che in forma di natura morta o di riferimento a paesaggi acquatici era soggetto di una sorta di aggressione cromatica e luministica - subisce una profonda e definitiva metamorfosi fino ad identificarsi con la stessa materia pittorica, in un nuovo traslato di soggetto fisico, visivo, e soprattutto concettuale. Ora appare essere la luce, quella che l'artista sapientemente imprime al dialogo dinamico dei colori - decisi come il rosso, il blu, il giallo o variegati come il verde dallo smeraldo all'acqua marina, il viola ametista la fonte prima, generatrice di spazio e di forma e la forma che ne nasce non può che essere astratta poiché originaria, non ancora definita e magari indefinibile. Dunque non è più un nucleo tematico centrale, riconoscibile figuralmente, che in virtù di un'e- splosione produce ed espande all'intorno materia luminosa e colorata, Bensì si rende più plausibile un processo opposto dove è quella stessa materia, nel suo scontro di forze, a determinare il configurarsi ora di elementi prismatici ora di frammenti di illusoria corporeità litica, di una peculiare tridimensionalità, ora infine, come accade in certe ultime prove dove l'artista include altri materiali, di evanescenti tracce. È una ricerca affascinante, coerente eppure in progress, proprio per questo suo continuo indagare un territorio d'espressione che ha in sé doti di astrazione e di concretezza. Roberta Fiorini |
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