Umberto Pozzana


POETI   M N R


Un albero

Ora che non volge più al cielo
La sua chioma irta
un innesto o della luce
ché se no soffocherà:
ora, prima che da solo scompaia.


Cosa sarà?

Ce n’è troppe di vite tutte uguali:
in tutte si nasce, si muore
e tante cose già scritte prima di essere vissute.
Singhiozzerò tutta una vita solo?
Non mi serve un pallone gonfiato,
né un’anima di piombo,
ma parole.
Vedrò linee e nuvole adunarsi
E l’orizzonte selva di interrogativi.
Anime e desideri carnali:
palafitte.
Sbavature di lumache all’infinito.
Che me ne faccio di questo vetro?
Frammenti, non voglio altro,
neppure sezionare cadaveri,
ma solo infrangermi psiche contro le cose,
premere le mie orme con rabbia,
piangere in una nebbia di suicidio
e attorno rumori di vite che non voglio.


Un tramonto

Tramonta ancora:
spremute di case gialle, rosse…
Nel mio cuore: fiori,
turgide infiorescenze,
ma senza stelo radicato,
tranne quell’Unico di cui ho paura.
Lasciarmi andare all’amore
E dopo, non importa, forse,
resterò non riamato
come nel mondo circostante,
malato di aver, comunque,
cercato me stesso,
anche contro di me.
L’acqua intanto continua
a scorrere verso porti vicini
e il porto, che è, forse, più lontano, ma più certo, della morte.


Responsabilità

Sul davanzale della mia vita
si accumulano i fiori secchi,
i morti premono dal loro aldilà silente,
vogliono farsi sentire,
hanno da rimproverarmi,
la mia irresponsabilità.
Ma c’è un sole caldo
che avvolge le cose
d’una brillante patina:
scivola dentro il cuore
e lo spinge ad abbandonare la depressione,
a guardare come, nonostante tutto,
il mondo vive dimenticando i problemi.
Siamo nel mare
a spingere via le macchie di petrolio,
sui rami degli alberi
a gonfiarci in gemme
di future primavere,
nei venti
che spingono maltempo
da Ovest a Est.
Siamo in lotta con la sfortuna
che tiene lontano dal lavoro
e la crudeltà che mantiene digiuni.
Partiremo ancora
e ci apriremo a nuove esperienze,
non abbiamo consumato
tutto il bagaglio d’amore
che serve per vivere,
che cerca di fuggire dal sangue rappreso
di questa violenza diffusa ovunque.
Non abbiamo la forza ora
di scacciare questa pigrizia
che mi fa scrivere
che non mi fa badare alla casa.
Ma poi andremo a caccia di polvere,
faremo pulizia in questa tana calda,
piegheremo gli indumenti di bucato,
senza cariche di rifiuto.