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PAOLO COSTA PROROGATO FINO AL 31/12/2004. - Che delusione la riconferma del sindaco a Commissario contro il moto ondoso
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 22/01/2004 (letto 3572 volte - 0 commenti)

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Esprimo (parafrasando il giubilante comunicato rilasciato dal sindaco Costa) la mia massima insoddisfazione e la mia cocente delusione per il decreto con cui il Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei Ministri, ha accolto la richiesta presentata da Paolo Costa di proroga di un anno per lo stato di emergenza a Venezia in relazione al traffico acqueo lagunare ed ha riavviato l’attività di commissario per l’ennesima volta all’attuale sindaco di Venezia, fino al 31 dicembre 2004. Soprattutto deprimenti appaiono le motivazioni addotte dal Governo (purtroppo di centrodestra, ma sordo alle proteste ed alle segnalazioni provenienti dagli esponenti di centrodestra e dalla quasi totalità dei residenti della città lagunare), che in sostanza dicono: visto che Costa non ha ancora finito, ed in effetti il problema è rimasto tale e quale, diamogli ancora tempo; motivazioni che fanno il paio (decisamente poco luminoso) con quelle rilasciate dal Presidente della Regione Veneto, Galan, che, pochi giorni fa, avallando la riconferma di Costa, aveva contraddittoriamente affermato (mentre sottoscriveva il suo via libera alla riconferma) di non essere in nulla d’accordo con l’operato fino ad allora tenuto dal commissario al moto ondoso, che si era dimostrato disastroso per i veneziani. Sullo sfondo, per il prossimo futuro, poi, pesano come macigni (e fan tremar le vene e i polsi agli ultimi veneziani, in procinto di essere trasformati con un nuovo orrendo neologismo in “lagunanti”, per i quali è a disposizione sul sito del Comune un sunto del nuovo manuale…) gli intenti programmatici del riconfermato commissario di governo: a partire dall’annunciato (ma ancora non visionato dal CdQ2) intervento strutturale del Centro logistico di interscambio merci con la connessa struttura di ormeggio al Tronchetto (dal forte impatto ambientale ed economico, i cui costi sono stati stimati in almeno 22 milioni di euro!); continuando poi con il poco chiaro business (appannaggio senza bando alcuno di un cantiere per il quale con urgenza si è provveduto a finanziare la messa a norma sanitaria e la realizzazione del depuratore, con contestuale variante al PRG e placet regionale) del “batelòn”, la nuova barca-tipo per il trasporto merci in laguna; e poi con le nuove darsene; con il raddoppio dei pontili (ma non delle linee: come pare avverrà in riva di Biasio); ed infine con il poco logico controllo delle velocità, che si annuncia in futuro operato a livello satellitare. Mentre ci si dimentica dell’inquinamento (e dei rischi connessi) dello zolfo prodotto dai motori diesel, oppure del mostruoso impatto delle grandi navi, che non si capisce perché possano passare tranquillamente in bacino di San Marco e tenere accesi i loro inquinanti propulsori a Santa Marta. D’altronde su una cosa convengo con il governo e con il sindaco-commissario: l’emergenza sul fronte traffico acqueo non può ritenersi conclusa in laguna; e con la proroga di Costa, ahimè, con tutta probabilità non lo sarà, temo, ancora per molto tempo!

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