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MENTALITA' VACANZIERA
di ENZO PEDROCCO - inviato il 24/04/2006 (letto 3565 volte - 3 commenti)

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MENTALITA' VACANZIERA
L'edonistica mentalità vacanziera assunta da chi, dopo un duro periodo di lavoro o di impegni diversi che glielo hanno impedito, riesce finalmente a recarsi in vacanza, è spesso accompagnata, anche in persone in genere affatto morigerate, rispettose e irreprensibili, da un sensibile allentamento della cosiddetta civicness – o, in altre parole, della dovuta attenzione a se stessi, agli altri e al posto in cui ci si trova. Le conseguenze non di rado sono gravi, tali da trasformare in rammaricata meraviglia l'ebbrezza vacanziera dei protagonisti.

La simpatica famigliola ritratta nella foto, tanto per fare un esempio, sono convinto che sarebbe essa stessa la prima a meravigliarsi e a rammaricarsi del proprio disinvolto comportamento, inopportuno e assolutamente inadatto a un luogo di principale importanza e tutt’altro che periferico qual è il piazzale antistante la Stazione Ferroviaria di Venezia; se non fosse già, presumibilmente, immersa nella mentalità vacanziera di cui sopra...

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Commenti a questo articolo
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Inviato da: Umberto Sartory (venetian@ombra.net)

Eppure, Lorenzo, Venezia è una città ad altissima vocazione "vacanziera".
Per me che vivo nella città di pietra (ormai sempre più pietra di gesso purtroppo), vacanza può voler dire stendermi al sole su un prato.
Non mi stupisce che, per chi invece viene da un mondo di automobili e asfalto, le nostre pietre sacre rappresentino un riappropriarsi umano della città analogo al mio reintegrarmi alla natura sul prato.

Quando non forniamo ai visitatori, che sono anche nostri "clienti", panchine, servizi igienici e di ristoro pubblici a sufficienza, e non siamo capaci di mantenere in condizioni decenti quei pochi che offriamo.
Quando "spenniamo" il pellegrino con pasti surgelati, giri in barca che costano quanto un passaggio sullo Shuttle, biglietti di trasporto pubblico a prezzo esorbitante, falsificazioni di artigianato locale.
Quando per svolgere licenziosamente questi e altri loschi traffici, non ci peritiamo di lasciar sgretolare persino il lavoro d'Arte dei nostri Padri.
Quando ci sgoliamo per una partita di calcio, e combattiamo per il nome astratto del nostro "partito protettore" terreno, ma non troviamo nemmeno una parola dolce o una preghiera per la nostra più vicina Madre Patria.
Quando vendiamo a milioni i berretti da buffone perché gli stranieri possano almeno nel copricapo uniformarsi ai costumi locali e ridere della nostra tragica farsa.

Quando è questo il panorama morale che offriamo, e che più da vicino ci stringe, sei davvero sicuro, Lorenzo, che, noi Cittadini cultori della "Civicness", non avremmo altri da rimproverare, prima delle spontanee famigliole in vacanza?

Inviato il 24-04-2006 14:54
Sito web: http://ourvenice.org
Inviato da: Enzo Pedrocco (enzopedrocco@libero.it)

Umberto,

se mi fossi imbattuto nella simpatica famigliola sulla piana del Cansiglio, in riva al mare o anche a Venezia stessa ma, beninteso, in un posto periferico e poco frequentato, non mi sarei minimamente preso la briga di fotografarla e di portarla a esempio di come, nel clima delle vacanze, anche le persone cosiddette ammodo derogano talvolta dal proprio stile di vita, spesso senza accorgersene.

Avrei trovato il loro comportamento, infatti, del tutto legittimo e naturale. Mentre non mi sento assolutamente di dire la stessa cosa nella fattispecie, nonostante io non sia notoriamente un fissato della forma e nonostante condivida appieno le carenze da te denunciate su Venezia, le quali non possono tuttavia costituire, a mio avviso, alcuna giustificazione al riguardo.

Inviato il 25-04-2006 13:27
Sito web: http://venicedailyphotobyenzopedrocco.blogspot.com/
Inviato da: Umberto Sartory (venetian@ombra.net)

Eppure, Lorenzo, ricordo che quando sono andato a visitare l'Isola della Statua della Libertà, a New York, ho sentito subito che, lì, non era il caso di sedersi sui prati o anche solo far cadere la cenere della sigaretta per terra. Qualcosa lo imponeva nel senso di sacralità del luogo e negli atteggiamenti della gente che colà trovavo.

Noi ci conosciamo, Lorenzo, e immagino tu sappia quanto io ti stimi quale uomo civile, sensibile ed educato. Ma in tutta sincerità, anche se persone come te e me ancora incarnano una Venezianità degna, non possiamo affermare che sia il nostro livello di civiltà a imperare nella nostra città. Tuttaltro.

E la maggior parte dei viaggiatori, non a torto, assume il detto: "Paese che vai usanza che trovi". Non sono "foresti" le torme che intasano le calli nelle spriz hour e oltre, come tu stesso hai fatto più volte osservare...
Insomma, il "tenore spirituale" della città non è tale da indurre i giusti pensieri al turista.

Io sento simpatia e dolore per la bimba sdraiata alla stazione. Essa sarà venuta a Venezia senza trovare ciò che avrebbe, giovane mente, avuto il diritto d'incontrare.

Non la testimonianza storica forse più significativa della Tradizione Bianca Occidentale cui la ragazza stessa appartiene, volente o nolente, non il presente di un Popolo fiero della propria Storia e compreso della propria dignità e responsabilità.

Non la Città Santa asse della Flotta Cristiana nell'ancora attuale conflitto con il Modello Imperiale Islamico, non sapienti maestri dell'integrare vita mondana e religione, non i pazienti ambasciatori della "Sensa", non le glorie del leone, ma la sua pelliccia tarmata dalla rogna morale, questo, abbiamo regalato alla ragazza dormente alla Stazione.

Troppi non, Lorenzo, per qualsiasi visitatore o pellegrino.

Dormi, ragazza.
Che almeno il tuo corpo abbracci le pietre di questa vecchia città così malandata, che la memoria delle pietre ti faccia sognare la Verità di questo Popolo, oltre il velo di mascalzoni e ruffiani che la veglia ti ha offerto.

Inviato il 28-04-2006 01:29
 


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