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Torre dell’Orologio: Cosa c'è da Festeggiare?
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 30/05/2006 (letto 3572 volte - 6 commenti)

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Torre dell’Orologio: Cosa c'è da Festeggiare?
Dispiace dover andare contro corrente, ma francamente non riesco a capire cosa ci potesse essere da festeggiare così gioiosamente nella ritardata (e non definitiva) riconsegna alla città della Torre dell’Orologio, che è rimasta impacchettata da teloni più o meno artistici (ma sempre rigorosamente sponsorizzati) per ben dieci anni, sette più del dovuto.

Ricordiamolo ai cittadini: la torre doveva essere pronta, con i meccanismi dell’orologio restaurati a regola d’arte, in occasione del suo cinquecentesimo compleanno, nell’ormai lontano 1999. Invece, prima si sono amaramente vissute le polemiche legate al pesante e discutibilissimo intervento subito dagli antichi ingranaggi dell’orologio (sfratto e licenziamento dell’ultimo dei temperatori compreso), poi si sono materializzati i problemi statici, infine si sono dovute godere le originali impalcature griffate da Toscani, capaci di realizzare un non richiesto vigoroso effetto di straniamento dalla venezianità, condito da un concreto ostacolo all’accessibilità delle Mercerie, con buona pace dei commercianti, duramente ripresi da Cacciari per aver osato protestare.

Dulcis in fundo le polemicucce sulla “festa” di riconsegna alla città, con gli insulti gratuiti al proprietario privato di una delle terrazze marciane (accusato di non voler collaborare da chi manco l’ha contattato) e con la letterina inviata dal sindaco ai consiglieri municipali, con la quale ci invitava in piazza a seguire l’evento, ricordandoci come non fossero previsti inviti e posti riservati, dimenticando però di segnalarci come 130 ospiti più o meno illustri avrebbero avuto la ventura di gustare un prezioso menù (pagato dalla Brandolin Dottor) all’interno delle certo non private strutture del Museo Civico Correr.

Guardar le foto sorridenti degli amministratori responsabili di anni di ritardi e di restauri assai discutibili, leggere i dettagli della cena consumata nei saloni del Correr anche dal simpatico Oliviero Toscani (così pronto a farsi beffe di noi veneziani, con le sue provocazioni) e domandarmi quanto avrà percepito per la scialba cerimonia (il costo della quale ancora non mi è noto) il regista Balich, di sicuro sono ulteriori elementi che non mi hanno consentito di gioire venezianamente (in mezzo a molti turisti) per la quasi-fine dei lavori alla Torre dell’Orologio, che ieri notte è finalmente riapparsa, priva però dei grossi numeri che hanno segnato a blocchi di cinque minuti per anni la mia giovinezza e la mia vita cittadina, quando passavo per la piazza. E neppure i rintocchi delle campane, vigorosamente martellate dai mori (restaurati due volte dal 1996 ad oggi), nonostante il loro assordante rumore, sono riusciti ad assordare la vocina scandalizzata della mia coscienza veneziana.

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Commenti a questo articolo
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Inviato da: Pietro Alvise (pietroalvise.gaggio@libero.it)

Cari Veneziani, dobbiamo tutti batterci il petto e recitare il “mea culpa” soprattutto per il nostro voto dato in tutti questi anni a partiti svenduti, il cui indirizzo economico speculativo, ha favorito il turismo di massa e quindi contribuito all’espulsione del veneziano residente (massicce richieste al mercato di abitazioni destinate al turismo che ne hanno fatto schizzare i valori a cifre impossibili per l'acquisto ai più). La disgregazione del tessuto sociale della Città è per la maggior parte compiuta, ed ora non siamo più in grado di sostenere il formidabile attacco finale delle molteplici lobbie di potere, che per la maggior parte ormai sono "foreste" e poco importa di questa Città se non per scarnificarne le ossa. Forse bisognerebbe costituire un movimento politico innovativo, macro-regionale (Veneto, Friuli, parte del Trentino e della Lombardia), possibilmente in grado di ri-aggregare tutto il Grande Popolo Veneto, rappresentato dalle comuni radici storiche e gestito direttamente dagli stessi elettori ovvero il Popolo Sovrano e non come oggi, dove i nuovi eletti sono decisi dai partiti nazionali e quindi "sequestrati della loro volontà". Dobbiamo, tutti comprendere che, questi nuovi “eletti” dovranno in qualche modo essere riconoscenti………. a quei poteri forti che li hanno, diciamo, "eletti".

Inviato il 31-05-2006 17:04
Inviato da: venexian

In questa città sembra che tutto sia vietato, tutelato da Enti, Pubblica Amministrazione, poi guardiamo i restauri che si fanno in questa città e scopriamo un uso intensivo del cemento armato, la pavimentazione di campi calli non è più quella originale, le antenne per i cellulari deturpano anche i tetti dei palazzi vincolati. I voti dei veneziani sono sempre meno per condizionare questa classe politica che svende la città compresi gli ospedali. Cosa venderanno tra qualche anno?

Inviato il 01-06-2006 17:05
Inviato da: GIANFRANCO (gfball@tin.it)

Ciao Pietro Alvise, ciao a tutti!

La democrazia che, dicono, abbiamo noi ora non è purtroppo quella delle città greche. Là TUTTI CONOSCEVANO TUTTI, ciascun cittadino dall' alto delle mura ne vedeva i confini, chi era eletto non poteva nascondere niente a nessuno, nemmeno i suoi fatti privati, prometteva, comandava, e se poi non era all' altezza della situazione si scatenavano le reazioni cittadine che conosciamo.
Ma ora? Chi conosciamo? Gli eletti attuali selezionati dopo lunghe contrattazioni, discussioni a non finire, condotte col bilancino da segreterie e da guru lontani ed attentissimi agli interessi delle proprie lobbie, cosa potranno volere e fare?
E per un altro verso, i cittadini sono attentissimi ai loro interessi privati, incapaci del più piccolo sacrificio, avari di collaborazione e di disciplina, spesso intolleranti..., e lo vediamo.
La questione è molto difficile, a livello locale e ai livelli superiori.
Costituire un nuovo partito? un movimento? un comitato? per cadere nuovamente fra le braccia di un nuovo guru? Che magari proponga una nuova utopia, irreeale, velleitaria?

Inviato il 06-06-2006 12:40
Inviato da: Antonio (a.maiorca@libero.it)

Salve. io non sono Veneziano. La cultura di una città propria si assapora soltanto vivendoci all'interno con i suoi mille problemi. Io non mi lamenterei molto....se semplicemente potessi farvi osservare in alcune città del meridione, patrimoni artistici, storici, buttali li al degrado più assoluto. Voi avete VENEZIA che è fama nel mondo. Ebbene, cosa importa se slitta la vita di una storica costruzione? comunque la riavrete al suo antico splendore.

Inviato il 08-07-2006 04:45
Inviato da: LuigiB (luigi.xty@alice.it)

Il male che affligge Venesia, purtroppo, ha colpito tutte le citta' e paesi della terra veneta.
Vige solo una legge: LA SPECULAZIONE EDILIZIA, OSO DIRE, BARBARA.

E come leggo qua e per condividerne il senso, democrazia per noi cittadini e' solo dare potere e sempre piu', solo alle LOBBIE.

Non ci si conosce piu' e quindi non c'e' VERGOGNA. Un tempo, senza andare lontano, si conoscevano tutti e di persona; TEMEVANO la vergogna ed allora si comportavano bene nell'amministrare le cose pubbliche e familiari, ma non solo.
Il degrado di Venesia e della terra veneta cammina paripasso con la funzione, ANORMALE, della politica italiana.
Oggi poi, con l'invasione in atto, tra l'altro preesistente con l'unita' dello stato Italia, stiamo arrivando al collasso ovviamente superando il PUNTO DI NON RITORNO.

Speriamo e PREGHIAMO... la PESTE CONTINUA... per Venesia.

Con molta tristessa...

LuigiB

Inviato il 29-07-2006 17:00
Inviato da: LuigiB

IMMAGINE UNICA AL MONDO.
Teniamoci le foto: POTREBBE SPARIRE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO.
I PARONI DE CAXA NO GHE XE E CHI RIVA FA I PREDATORI COME EL MOLTON DE NAPOEON... CHE RIMA Eh..??

NO A XE FATA PA RIDAR MA PAR FARVE PIANXAR SE GAVE' A CUOR EA VOSTRA, NOSTRA VENESIA.

Inviato il 02-08-2006 02:49
 


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