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Questo governo è sinistro e ha paura - ma soprattutto ha fame | |
di Umberto Sartory - inviato il 08/04/2001 | |
La nuova legge sulla stampa fa cadere definitivamente la maschera. Non contenti degli innumerevoli misfatti commessi contro la democrazia, dalle congiure di palazzo al broglio elettorale, i bananieri che usurpano le cariche di governo sono finalmente giunti all'atto più tipico di ogni regime totalitario, l'instaurazione del concetto di stampa clandestina. La diffusione crescente di Internet costituisce infatti una falla sempre più preoccupante nella barca della demagogia e della propaganda su cui navigano i padroni del vapore. L'uso della rete ripete il fenomeno che avvenne con l'invenzione della stampa: l'accesso alle notizie, ma soprattutto al sapere più in generale, si divincola dai luoghi deputati cioè da quei luoghi essenzialmente asserviti all'ideologia e alla casta di governo, per trasformarsi in un rapporto diretto fra l'individuo e l'attuale banca dati mondiale. Un'altra analogia verificabile è quella con la Riforma di Lutero, che allargava a ogni singolo credente l'accesso alla lettura e all'interpretazione dei testi sacri, spogliando di un'autorità esclusiva spesso immeritata la casta sacerdotale. Fortunatamente e logicamente, i bipedi imbecilli e malvagi si distinguono dall'uomo proprio perché non sanno imparare dai propri errori, anzi, la maggior parte delle volte nemmeno possono concepire di averne commessi, così le loro reazioni alle spinte dell'evoluzione sono lente, prevedibili e inadeguate. Infatti la nuova legge sull'editoria si limita a estendere alle pubblicazioni informatiche le disposizioni sulla stampa enunciate nella legge 8 febbraio 1848, n. 47. Per capire quanto questa legge sia in vigore basta leggere il suo articolo 15: 15. Pubblicazioni a contenuto impressionante o raccapricciante. Le disposizioni dell'art. 528 del Codice penale si applicano anche nel caso di stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari, in modo da poter turbare il comune sentimento della morale o l'ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti . Se questa legge fosse una cosa seria, l'intera categoria dei giornalisti avrebbe da tempo sfrattato tossicomani, marocchini e albanesi dal record di permanenza nelle patrie galere... Per non parlare del comportamento moralmente raccapricciante della casta politica italiana. Inoltre la vecchia legge sulla stampa è fondamentalmente topica, cioè legata a luoghi precisi di residenza, stampa, diffusione, competenza giurisdizionale: basterebbe questo a renderla inapplicabile alla realtà informatica, che è eminentemente utopica, cioè svincolata dai consueti limiti dello spazio geografico. Pur con la nessuna stima che nutro per l'intelligenza degli attuali legislatori, mi riesce difficile credere che abbiano pensato di poter davvero imbrigliare Internet con una simile retina per farfalle. Se vi prendete la briga di andare a leggere la nuova legge potrete infatti vedere che il suo vero contenuto non è pertinente al controllo dell'informazione ma alle norme per la concessione di contributi... Ora io non mi sono preso la briga di spulciare attentamente queste acrobazie da ragionieri, ma sono fortemente incline a pensare che la frase riguardante Internet sia stata messa al preciso scopo di sollevare un polverone che nasconda quello che la legge vuole veramente fare, cioè indirizzare ingenti risorse pubbliche nelle tasche private di editori compiacenti. Come tutti gli astuti, anche se privi di intelligenza, i topi da banana che governano hanno ormai fiutato che il loro tempo è agli sgoccioli, e da quando lo sanno è partito il grande arraffa- arraffa. A Venezia lo sappiamo bene, che si sono già venduti tutte le nostre fontane, i ponti e i masegni... Scattata la legge, si sono attivati subito gli agenti provocatori che indirizzano le nicchie di malcontento attivo (leggi centri sociali et similia) che sono partite gagliardetti al vento per la nuova crociata libertaria senza accorgersi, come al solito, che le loro barricate difendono e coprono, di fatto, la stupidità e il malcostume. A ogni modo c'è una petizione contro questa legge, che ho personalmente firmato e che ritengo vada la pena di firmare per una questione di principio, ma senza dimenticare che il fumo spesso serve a far perdere di vista l'arrosto, come ritengo sia avvenuto anche nel caso del nostro teatro la Fenice... http://punto-informatico.it/petizione.asp |
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