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Quotidiane assurdità - Ovvero perchè il Polo Nautico non deve andare nell’ex caserma Manin | |
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 18/05/2001 | |
La ex Caserma Manin, 10.000 mq vincolati, da anni in stato di abbandono, nel cuore della città di Venezia, è tornata recentemente alla ribalta a causa di una proposta veramente illogica. Trasformarla in sede del Polo Nautico, per lasciare mano libera alla Fondazione Cini nell’isola di San Giorgio, dove – forte del blitz (politicamente scorretto) del rinnovo anticipato di quattro anni della concessione demaniale – la Fondazione vuole allargarsi, al fine di approntare una scuola internazionale per manager dei paesi dell’est in procinto di entrare nella Comunità Europea; un progetto fortemente appoggiato via Unione Europea dall’ulivista Prodi, con il sostegno locale del Sindaco e dell’assessore alla Cultura del Comune di Venezia. Un’idea, quella di mandare alla ex Manin il Polo Nautico, a mio avviso inaccettabile e irrealizzabile: perché le strutture dell’isola di San Giorgio sono le sole che possono garantire al Polo Nautico la sua attività, che è appunto marinara e tecnica, e che ha bisogno, oltre che di officine e di laboratori, anche di darsene e di acque sufficientemente profonde per poter gestire la sua piccola flotta; e poi perché gli ambienti della ex Caserma Manin non si prestano affatto ad esser convertiti in darsene, officine o aule tecniche… Ecco allora che - considerando il fatto che ai locali utilizzati oggi per il Polo Nautico (che è un potenziale elemento vivo e sinergico nel contesto sociale ed economico veneziano) si devono unire gli spazi, nell’isola di San Giorgio fortunatamente presenti, adatti ad attività sportive che potrebbero essere fruiti dai veneziani - mi viene spontaneo domandarmi e domandare a chi amministra la città e agli amministratori della Fondazione Cini (che in alcuni casi sono anche le stesse persone): perché non pensare in modo diverso? Invece di andare a cercare posto altrove per una scuola marinara, nata sull’isola di San Giorgio per motivi ovvi di convergenza di situazioni logistiche, perché non uscire dalla logica di autoreferenzialità e cercare piuttosto altre soluzioni per la scuola per manager dell’est voluta dalla Cini? O ha forse senso trasformare una piscina – ad esempio – in una sala congressi, o in aula per elitari manager di altri Stati? Ecco allora che la ex Caserma Manin potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione, per la città e per gli investimenti dei danari della Legge Speciale. Ci sono 20 miliardi già stanziati dalla Provincia di Venezia per risanare e ottimizzare la sede del Polo Nautico a San Giorgio? Ci sono 30 miliardi recuperati dalla Fondazione Cini per realizzare la sede della Scuola per Manager dei Paesi dell’Est? Si colgano allora due piccioni, con “due” fave! Si lasci il Polo Nautico a San Giorgio, ottimizzandone la sede e le strutture con i danari di legge speciale stanziati dalla Provincia. Si utilizzino i 30 miliardi di legislazione speciale a disposizione della Fondazione Cini per risanare l’ex Caserma Manin, e realizzare lì la propria Scuola per Manager, potendo contare su 10.000 mq pregiati, fruibili anche per le altre necessità di ampliamento o congressistico-recettive previste dalla Fondazione, che non può pensare di essere la dispotica padrona dell’isola di San Giorgio, e che deve anche sapersi relazionare in modo sensato e corretto con il territorio nel quale opera. Anche perché di infrastrutture sportive e di scuole marinare di un certo tipo a Venezia se ne ravvisa la necessità, di enclavi autoreferenziali e avulse dal tessuto sociale (a quando la possibilità per i veneziani di godere del meraviglioso giardino di San Giorgio?), come quella che pare troppe volte voler essere la Fondazione Cini, decisamente no. Pietro Bortoluzzi |
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