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Global no - Riflessioni sulla ``sinistra``
di Umberto Sartory - inviato il 17/11/2002
Fatemi un favore, voi globalità dei no global, restatevene un poco a casa a meditare sui vostri propri errori e sulle vostre proprie manchevolezze, dedicatevi a opere di bene reali, effettive, in cui si ponga davvero in gioco la vostra quotidianità e non l'astrattezza di pseudoanalisi economiche globali da cui si traggano altrettanto globali deduzioni in grado di affermare la globalità assoluta del vostro aver ragione. Lasciate la piazza al suo ruolo naturale di luogo d'incontro fra individui liberamente circolanti. Non l'occupate di prepotenza in folla organizzata a nome del vostro aver ragione globale, indiscutibile e perciò arrogante. Fare questo è profondamente sbagliato, e non può portare nulla di bene al progresso dell'uomo.E' sbagliato per un motivo primario, e cioé che queste azioni (fra cui annovero in prima figura lo sciopero) sono partecipi della logica del ricatto, non riconducibili quindi nella sfera della socialità malsì in quella della delinquenza. Se la vostra sensibilità ai diritti dell'uomo è davvero così marcata, siate i primi a esercitare rispetto. Non cercate di imporre la vostra visione e i risultati delle vostre analisi con l'aiuto dei vostri muscoli sociali.Sento parlare in questi giorni di manifestazioni di folle sedicenti calme o allegre che comunque sono latrici di messaggi altamente conflittuali. Tuttavia questi oceanici girotondi, per pacifici che siano, sono comunque irrispettosi della mia libertà di circolazione come individuo: essendo deliberati e organizzati, sono assai peggiori di un pur terribile ingorgo stradale. Trovarmi per esempio la calle de la Mandola intasata da migliaia di pur pacifiche persone può impattare anche molto violentemente la mia vita privata di cittadino in altro affaccendato, e violare alacremente i miei diritti, avvalendosi di una preponderanza numerica che svela la vigliaccheria inerente del ricatto.Andare al ''lavoro'' soltanto per percepire uno stipendio, senza amore e cura per il proprio compito, interrompere un servizio in nome dell'arroganza dei propri diritti, sono gravi violazioni del rispetto verso l'idea stessa di cittadino, oltre che verso folle di singoli individui. Dall'arroganza di simili ''lavoratori'' il cittadino sente il bisogno di essere difeso. E' sbagliato anche per un motivo di ordine secondario (con linguaggio vetero marxista-leninista direi ''tattico''): la ''sinistra'' italiana vive un momento di profonda crisi culturale. Non vi sono grandi poeti folli e guerrieri alla Mao Tse Tung ma solo qualche guitto geniale soffocato fra burocrati corrotti, artistucoli d'accatto e intellettualoidi spesso semianalfabeti. Non c'è da stare allegri per il culto della personalità. Soprattutto, non mi sembra momento (ammesso e non concesso che ce ne debbano essere, di tali momenti) per cercare qualsivoglia scontro frontale con un avversario che si consolida sempre più, forte anche della giusta indignazione popolare per l'inqualificabile comportamento governativo, amministrativo e pubblico della ''sinistra''. Riflettete sulla possibilità che quella che, ancora in linguaggio vetero-ml, chiamavamo ''maggioranza silenziosa'', sia invece una ''maggioranza operosa''; una maggioranza operosa può diventare un affare piuttosto serio, quando si sia sentita disturbata oltre il limite di tolleranza. E può con ragione invocare e praticare poi operosamente provvedimenti anche molto drastici nei confronti di molte delle debolezze umane di cui la ''sinistra'' italiana si è fatta portabandiera. Svegliatevi, il colpo di stato strisciante organizzato dal 68 in poi è avvenuto ed è giustamente fallito. Per la sinistra si tratta di raccogliere i cocci e cercare di riassemblarli dimostrando di aver capito la lezione. Altrimenti verrà scopata definitivamente a rifermentare nella pattumiera da chi è invece alle prese con i cocci di civiltà lasciati dalla ventata di sinistro potere.

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