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I falsi grassi di Botero - Grassi e buggerati?
di Umberto Sartory - inviato il 18/05/2003
Ho sempre avuto il sospetto che il successo internazionale di Botero, più che basato su una teoria estetica, fosse effetto di una scelta di target psicologicamente centrata.La mostra in corso a Venezia sembra confermare questa sensazione, a dire dall’incremento dei visitatori in sovrappeso internazionali che ho modo di vedere in città.Ora io non voglio sostenere che si debba impedire a gruppi di cittadini di eleggersi idoli consolatori o alfieri estetici. Nello specifico, la ''lobby'' degli obesi è perfettamente nel suo diritto con l'emanare un proprio ''canone di bellezza'': convengo, si può essere ''grassi e felici'', forse persino ''grassi e sani'', ma il modello non è, socialmente parlando, esportabile. Voglio dire che propagandare l’obesità come bellezza, ovvero promuoverne la diffusione attraverso il potere informante dell’arte, non mi sembra consigliabile per alcuna società di buon senso, e che simili iniziative non dovrebbero godere di alcun appoggio da parte di strutture e istituzioni pubbliche, al servizio cioé della totalità dei cittadini. Dovrebbero essere lasciate completamente all’iniziativa privata che le sostiene, e venire criticate, da parte degli organi sociali, per la devianza formativa ed educativa che tendono a indurre.A parte questa considerazione generale, lo specifico della grande quantità (in tutti i sensi) di sculture sorte in città e tuttora campeggianti sul suolo pubblico, mi ha offerto spunto per una osservazione anatomica ravvicinata.Ho così scoperto che quelle figure deformi non sono affatto ispirate da umani di corporatura obesa, né tantomeno strutturate come tali.La massa muscolare-adiposa non è in eccesso come appare sulle prime. Si tratta invece con ogni evidenza di mostri affetti da idropisia alle gambe e dotati di gabbie toraciche straordinariamente ampie a livello scheletrico. Questo si evince facilmente dalla visibilità delle costole soprattutto ai fianchi, e dalla depressione ileo-sacrale che in molte sculture appare piatta e aderente all’osso.Voglio quindi dire a tutti quei viaggiatori che hanno seguito e seguono l’esposizione, arrancando con i loro evidenti chili di troppo per le strette vie di Venezia, che penso si siano fatti imbrogliare dal proprio senso di colpa, con la complictà più o meno volontaria dell’artista di grido e di turno.La categoria degli obesi ha le stesse possibilità di identificazione estetica, con i falsi grassi di Botero, che avrebbe la classe dei neonati paffuti di ravvisarsi nel manichino di KingKong.Botero ha usato dell’Arte classica nella composizione, nella ieraticità delle posture e delle espressioni, nella scelta di moduli e tematiche che appartengono alla monumentalità e alla mitologia, per ottenere il massimo effetto demagogico sui suoi sostenitori, ma sotto questa pelle ha tessuto un inganno ai danni della canonica classica e dei suoi stessi “committenti”. Le sue strutture anatomiche sono assolutamente insostenibili in biofisica: in parole più semplici nessuno di quegli esseri potrebbe reggersi in forma se fosse fatto di carne e ossa, a meno di essere pressurizzato alla maniera degli ippopotami. Le masse muscolari-adipose, ben lungi dall’essere sovrabbondanti come si verifica negli obesi, appaiono invece insufficienti a muovere e persino a tenere caldi siffatti organismi.Se fossi obeso, penso che considererei questi lavori di Botero come una irrisione e uno scherzo di cattivo gusto ai miei danni. Pazienza si trattasse di caricature schizzate a carbone su un foglio, ma qui si parla di interagire con l’immagine di una capitale mondiale dell’arte.Forse siamo di fronte a un ennesimo improprio utilizzo dell’arte come terapia: l’unico merito presso gli obesi che simili sculture mi lasciano intravvedere, infatti, è il fatto di farli camminare su e giù per i nostri ponti.Come cittadino, infine, invito i Carabinieri, la Guardia di Finanza, o qualsivoglia organo preposto al controllo e alla repressione dei fenomeni di corruttela, a operare accuratissimi controlli finanziari su quegli Amministratori pubblici che si siano assunti responsabilità nella concessione di Patrocini (o, peggio, sovvenzioni) pubblici a questa kermesse, già ''artisticamente'' piuttosto losca, come spero di avere reso evidente, e come del resto è opinione corrente in città.

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