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IMPRUDENZE INCONSAPEVOLI
di ENZO PEDROCCO - inviato il 27/07/2007
Alcuni ragazzi si tuffano nel Rio di San Girolamo, dal Ponte delle Capuzzine, alla ricerca di un po' di refrigerio. Quanto consapevoli dei rischi connessi con tutto ciò, per la loro salute, non è dato sapere(20 Luglio 2007)

IL BAGNO IN RIO

Non vorrei fare il guastafeste o il menagramo ma è bene che i numerosi ragazzi che ho visto in questi giorni di caldo africano bagnarsi con allegria e divertimento in alcuni rii di Cannaregio sappiano – e magari ne tengano conto in futuro - in quale brodaglia chimica essi si siano immersi alla ricerca di un po’ di refrigerio, affatto inconsapevoli, a causa della loro giovane età, dei gravissimi rischi inevitabilmente connessi con tutto ciò e da essi, con ogni probabilità, corsi.

Secondo uno studio del Cnr e della Direzione ambiente del Comune conclusosi soltanto un paio di anni fa, e protrattosi per ben dieci anni (dal 1994 al 2004), tonnellate di piombo, zinco, idrocarburi e persino di arsenico e di pesticidi avvelenano infatti i rii veneziani. E, contrariamente a ciò che si sarebbe portati a pensare, tali veleni non derivano che in minima parte dagli scarichi delle industrie di Porto Marghera, ma derivano principalmente e soprattutto da fattori di tipo “urbano” quali, fra gli altri, l'intenso traffico acqueo con l'inquinamento dei motori, l'effetto della pioggia su tetti e selciati, la corrosione di intonaci, marmi e strutture metalliche, i rifiuti solidi, le acque fognarie, gli scarichi di ospedali e tipografie, la presenza quotidiana di 130mila persone tra abitanti e turisti, e persino i residui delle otturazioni dentarie.

Stante tale situazione, non occorre essere certo dei medici per figurarsi la mole di rischi igienico-sanitari a cui si può andare incontro
bagnandosi nei rii veneziani, alla stregua dei ragazzi summenzionati, tratti in inganno magari dalle acque relativamente pulite di qualcuno di essi, che non implica necessariamente, tuttavia, che le sue acque non siano inquinate.

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