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L'assessore al decoro con delega al Turismo ed il ponte dell'Accademia.
di Tello De Marco - inviato il 14/11/2008
Lunedi'10 Novembre, ore 20.40, sul Ponte dell'Accademia. Lo sto'attraversando dal lato S.Stefano verso i pontili. Mi sono fermato al centro del ponte per guardare un po'la laguna verso il bacino di S.Marco, dopo che la nebbia di tutta la giornata per qualche minuto si è diradata quando, come fosse Hilton, mi passa dinanzi con andatura nervosa e con la sua mano sinistra che si dilunga e ritorna sullo scorrimano di ferro messo da qualche mese, lui. Lo guardo. Stavo sognando osservando VENEZIA, ed adesso sono catapultato in pieno Ca'Farsetti.

E'proprio lui: l'assessore al decoro con delega al turismo e grande conoscitore di storia veneziana avv.Augusto Salvadori con email: augusto.salvadori@comune.venezia.it con telefono segreteria: 0412747770-7740 e fax: 0412747708 . M'innervosisco, il sorriso si fà tristezza. Ha interrotto la mia splendida visione verso la laguna che bagna dalla Salute ai Giardini, e lui nemmeno se ne è accorto, che razza di torto mi ha fatto, ma ancor prima che si possa sviluppare in me qualsiasi tipo di ragionamento...il fattaccio... Il primo scalino scivola via velocemente, il secondo lo prende quasi in contropiede, facendolo barcollare, ed il terzo, accenna alla radice quadrata la caduta iniziata già quando stava per muovere il primo piede prima dell'inizio degli scalini, con il piede d'appoggio non proprio posizionato nella migliore maniera. Stà cadendo, l'ho già sgammato da 2 secondi ma non posso fare nulla, sono troppo distante per raggiungerlo, non riuscirei ad afferrarlo in tempo prima che pigli il volo. Il momento è delicato, non posso nemmeno gridare aiuto che magari lui si spaventa ed invece di cadere semplicemente, ruzzola abbondantemente fino al di sotto. Che fare? Io me ne stavo tanto amorosamente con la mia VENEZIA, tranquillo e pacifico, respirandone la sua aria, ascoltando i suoi palazzi, ed adesso mi ritrovo con un problema che non avrei nemmeno immaginato, un po' come tutti i santi problemi che mi danno quelli di Ca'Farsetti, che poi mi tocca risolvermeli, per il bene mio e della città. Ma come Hilton, la sorpresa all'ultimo momento, quando oramai il destino sembrava aver sciritto una pagina ingloriosa o piena di ardore, a seconda dei punti di vista...quando oramai è bello che caduto, la mano di un giovane, che al centro del ponte aveva già intuito cosa stesse accadendo ancor prima che il piede d'appoggio fosse posizionato male ed il movimento dell'altro oltrepassasse il primo scalino, lo agguanta per il braccio destro, facendogli in parte cadere alcune carte che erano raccolte nella sua mano destra, in un cartellina arancione. La mano del giovane è la salvezza, poichè lui con la forza della sua mano sinistra, si agguanta alla balaustra di legno centrale del ponte, ed evita cosi' di cadere.

La sera è stata splendida con VENEZIA fino a cinque secondi prima, adesso siamo in pieno disgusto. Lui è felice, si rialza, si risistema per un momento il lungo cappotto marrone che si era disordinato nella non-caduta, ed osserva il suo salvadore, un uomo sui 40 anni, vestito giovanile, accompagnato da un'altra persona quattro cinque scalini sotto di lui che accenna appena un "Stai bene? Vi siete fatti male?".
Lui è contento; lo si vede dalla faccia, lo si percepisce. Come un bambino gratificato per aver fatto la cosa giusta, adesso si sente importante, apprezzato, sicuramente sicuro di essere una persona meritevole di quel gesto da parte di quel ragazzo sconosciuto.

Guarda i suoi due salvadori, ma in particolar modo il primo, quello della mano che lo ha afferrato, e quasi con stima ed un poco di timidezza lo ringrazia "Grazie mille, se non fosse stato per lei sarei sicuramente caduto" Il salvadore ricambia con un "El se figura, ghe mancaria", il secondo salvadore invece accenna un leggero sorriso, forse per non rompere l'idillio che si è venuto a creare sopra il Canal Grande. E' scoppiato l'amore; ma tutto finisce cosi', con lui che se ne va verso i pontili, il salvadore ed il suo accompagnatore verso S.Stefano. Io rimango basito, allibito. Quasi quasi di me non se ne sono nemmeno accorti. Ma forse è meglio, tanto io sono li'per contemplare VENEZIA, e guardare la mia laguna. Ma una domanda mi attanaglia, mentre la nebbia incomincia come un muro a nascondermi la chiesa della SALUTE: "ma se fosse caduto, con conseguenze che non si augurano a nessuno, per carità del cielo, senza di lui, VENEZIA sarebbe ritornata ad essere più sporca o meno pulità?" Intanto, una delle sue carte cadute e non raccolte scivola via, giù dal Ponte dell'Accademia, al di'sotto, sospinta da quel leggero vento che forma ciuffi a ripetizione di nebbia, e che la fà svolazzare fino a portarla a contatto con l'acqua del Canal Grande, oramai non più visibile.
E con questo la nebbia è tornata...

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