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LA BAIA DEL RE
di ENZO PEDROCCO - inviato il 28/03/2009
Il Ponte Moro, a Cannaregio, che collega la Fondamenta Colletti alla Sacca San Girolamo, meglio conosciuta come “Baia del Re”. Tristemente nota in passato per la fama tutt’altro che raccomandabile di taluni suoi residenti, la Baia del Re si può considerare oggigiorno pienamente recuperata grazie, oltre che ai tempi radicalmente mutati, a tutta una serie di opportuni interventi di riqualificazione attuati nel corso degli anni, che l’hanno resa una zona residenziale tra le più vivibili e ambite della città.

Sul perché Sacca San Girolamo sia stata soprannominata Baia del Re esistono numerose versioni, la più attendibile delle quali pare essere tuttavia quella secondo cui essa sarebbe stata soprannominata in tale modo, parecchi anni addietro, dagli operai addetti alla costruzione del vicino Ponte del Littorio(oggi della Libertà), che lì avevano le loro baracche, per l’eccezionale freddo che vi faceva, non solo a causa della sua posizione periferica confinante con la Laguna, ma anche degli inverni particolarmente rigidi di quegli anni. E paragonabile ai loro occhi, per certi versi, al freddo polare della Baia del Re, nelle Isole Svalbard, di cui parlavano spesso i giornali di allora, in seguito al fatto che il generale Umberto Nobile vi aveva posto il suo “campo base” per la spedizione al Polo Nord che si accingeva a intraprendere con il suo dirigibile “Italia”. E che, una volta intrapresa, si concluderà nel modo tragico e infelice che tutti sappiamo.

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