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Veneziani e veneziani - erano meglio nicolotti e castellani
di Umberto Sartori - inviato il 22/08/2003
Mi spiace vedere che tra quei cittadini veneziani che si interessano attivamente alle sorti di questa città, vi sia ancora chi crede a divisioni così fumose come quelle enunciate dal “Marchese del Grillo” in un precedente articolo su Venezia ObServer.
“Antichi” e “progressisti”, “di destra” e “di sinistra” “cittadini-sudditi” e “politici”, sono distinzioni artificiose, che denotano la persistenza di una concezione partitica del corpo sociale della città.
Questa visione non è compatibile con la struttura di Venezia, o meglio è Venezia che non può supportare una tale deterministica e falsata differenza (vedi il commento all’articolo del Marchese del Grillo sul Blog di Venezia ObServer).

Venezia richiede un approccio olistico, al cui centro vi sia il suo Bene Comune, e non l’interesse più o meno lecito di fazioni di cittadini, irreggimentate per sottrarre a quel Bene Comune perniciosi privilegi da spartirsi come un bottino.

L’abbandono del culto del Bene Comune significa dividerLo a brani nella sua materialità, e gli edifici della città in effetti si stanno disintegrando in minuscoli pezzi con un ritmo che chiunque può valutare.

Se dallo stipite di una finestra o di un portale, rimangono in mano breccie di qualche centimetro spesse da 1 mm. a 8-10 millimetri, se la pietra in questione è in tuttto larga qualche decina di centimetri, se dai mattoni si staccano fette spesse mezzo centimetro, facilmente si capisce che il fenomeno non è secolare, ma ha un decorso di pochi anni.

foto e documenti

I veneziani oggi si inquadrano quindi meglio in due categorie di ben altra e precisa natura.
Vi sono quelli che hanno già condannato la città e si affannano per sfruttarne a fondo gli ultimi succhi, incuranti del fatto che questa spremitura significa adesso la demolizione totale della città e dei suoi monumenti, che si sbriciolano a vista d’occhio sotto l’azione dei vapori di zolfo e di azoto emessi in quantità sempre maggiore dai motori marini delle grandi navi e del fitto traffico locale.

Da questo cibarsi della presunta carogna di Venezia questa razza di avvoltoi ricava grande quantità di denaro, con il quale tenta di giustificare il suo immondo pasto, nascondendo agli ignari la natura dell’affare e i pericoli che ormai si profilano anche per l’incolumità dei passanti.

Con l’enorme indotto finanziario prodotto dalla digestione delle interiora veneziane, con varie pastette legislative, e con il cinismo loro proprio, gli avvoltoi sanno legare le mani anche alle autorità di salvaguardia che lo Stato Italiano e la Comunità Internazionale hanno istituito su questa città.

Ma sappiano gli avvoltoi che lo spirito veneziano non è morto, e che essi stanno divorando un corpo dormiente, o meglio tramortito da due grandi choc subiti da Venezia nello scorso secolo, la televisione e il turismo “di massa”.

Questo corpo si sveglierà sotto le ferite dei rostri rapaci, e l’altro tipo di veneziani, quelli che non pensano affatto che Venezia sia un corpo in putrefazione da dilaniare, quelli che davvero amano questo miracolo di pietra in equilibrio sulla velma con orgoglio secolare, si leveranno a difendere la madre loro e dei loro padri; o almeno così io faccio e così fanno i membri e i sostenitori del Comitato di Salute Pubblica.

Su Venezia non v’è più spazio per mezze misure e traccheggiamenti: essere veneziani oggi significa scegliere tra l’essere avvoltoi oppure degni figli di questa meravigliosa città santa.

Concittadini, a voi la scelta, ma non pensate più che ci si possa nascondere dietro il dito sporco di distinzioni fittizie come quelle dei partiti. Stiamo giocando la città sul tavolo della storia, ed esistono solo i figli amorevoli di fronte a quelli che divorano la presunta carcassa della madre dormiente.

Questa è oggi l’unica sensata linea di demarcazione che accetto di tracciare tra gli abitanti di Venezia e tra gli amanti dell’arte nel mondo.

Sostenete il Comitato di Salute Pubblica a Venezia, divulgate la consapevolezza dell’imminente grave pericolo di distruzione della città con le informazioni documentali e le proposte che trovate su ourvenice.org
Umberto Sartory per il Comitato di Salute Pubblica a Venezia

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