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Addio all`Orologio dei Mori? - Non si arresta il saccheggio perpetrato dalla direzione dei Musei Civici
di Alberto Peratoner - inviato il 11/01/2004
Gentili Commercianti, Artigiani ed Esercenti di Piazza San Marco e adiacenze,Gentili Veneziani,L’indignazione sollevata in questi giorni dalla scelta di apporre sull’impalcatura della TORRE DELL’OROLOGIO una gigantografia della Torre di Pisa è una legittima e naturale reazione alla distorsione dell’immagine di Piazza San Marco, nella sua percezione urbanistica. Che i visitatori della città debbano subire, magari quell’unica volta che han modo di venire a Venezia, una simile impressione distorta non sembra corretto, per non dire quanto sia divenuta insopportabile questa moda della provocazione ad ogni costo.Eppure questo fatto, che è evidentemente transitorio e destinato a finire con i lavori, è ben poca cosa rispetto a quanto è accaduto al meccanismo dell’Orologio, che si propone invece permanente e definitivo.Ebbene, sappiate dunque che, per dirne solo alcune,- L’antico meccanismo dell’Orologio è stato profondamente alterato nelle componenti più significative;- Il pendolo, rarissimo, di oltre 4 m di lunghezza, è stato sostituito con uno più corto di meno della metà;- Il meccanismo del “tempo” – il cuore dell’Orologio – è stato sostituito per il 75 % dei suoi componenti;- Alcune tra le ruote più antiche, settecentesche, del quadrante, sono state perforate per trapanazione;- Altre parti sono state troncate.E sappiate che tutto questo, che va contro ogni principio moderno di restauro, non era giustificabile da nessuna necessità tecnica. Né ha senso la pretesa di eliminare il buon restauro ottocentesco, che la Direzione Musei si ostina a sovraccaricare di negatività per legittimare quanto fatto, ed è smentita dai documenti.Incredibile, poi, che questo restauro, pesantemente non conservativo, sia stato avvallato senza che i restauratori avessero depositato un progetto degno di questo nome.Per contro, tutti sanno a quali controlli e filtri per l’approvazione devono assoggettarsi i liberi cittadini per gli oggetti più vili ed insignificanti, fino al colore delle tende dei bar. E per un bene storico unico al mondo?Tutte queste scorrettezze sono state denunciate come esecrabili nel 2001 dal British Horological Institute, attualmente la massima società scientifica internazionale in materia di orologeria antica.La Direzione Musei Civici, responsabile dell’operazione, non ha sinora trovato di meglio che rispondere di essersi appellata ai “migliori specialisti” – cioè ad uno storico di Milano (G. Brusa), autore di un libro con diversi evidenti errori sull’Orologio dei Mori, e ad un fabbro di Cividale Mantovano (A. Gorla), già autore di interventi su orologi da campanile.Ai rigorosi e documentati rilievi di tali scorrettezze non è mai stato risposto in modo argomentato.Molte altre informazioni, con un ricco e sconcertante corredo fotografico, sono disponibili in rete:orologioSONO FATTI GRAVI, PER I QUALI I VENEZIANI DOVREBBERO SENTIRSIDEFRAUDATI MOLTO, MA MOLTO PIÙ che per l’applicazione di una gigantografia didubbio gusto che finirà comunque per essere rimossa. Qui l’alterazione si ponecome permanente, nell’intenzione. Ma sappiate che è possibile tornare indietroe cancellare le tracce di questa radicale e inutile trasformazione! Riappropriamoci del concetto di Bene pubblico!Hanno scritto che la Torre è il monumento forse più amato dai Veneziani.Mi auguro che non lo sia solo per un motivo di “immagine” o di “facciata”.Altrimenti sarà la migliore metafora per esprimere fino a che punto ci siamosvuotati dentro. E Venezia si terrà il restauro che, a quel punto, si saràmeritata, a perpetua memoria della sensibilità di un’epoca fatta di carnevalatee provocazioni.Cordialmente, Alberto Peratoner, ultimo responsabile tecnico dell’Orologio; della famiglia Peratoner – Curatori dell’Orologio dal 1916 al 1997

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