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UN APPALTO SFUGGITO A TUTTE LE REGOLE - sull`erigendo Ponte di Calatrava, fra errori progettuali, ritardi e lievita
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 29/11/2004
Appaiono a dir poco inaccettabili le ironiche e supponenti parole rilasciate alla stampa dall’assessore Corsini sui ritardi e sugli errori progettuali del famigerato ponte di Calatrava. Vero e proprio sale sparso sopra le ferite aperte di un’opera la cui utilità è tutta da chiarire (alla luce anche della destinazione finale dello stabile di Grandi Stazioni che collegherà, sulla riva non-pubblica del Canal Grande) e i cui costi continuano a salire in modo impressionante. Prima sembrava fosse un dono gentilmente elargito dal nobile cuore di un architetto straniero, poi si è trasformato in un aspirapolvere vergognoso di danari pubblici, provenienti in grandissima parte dai fondi della Legge Speciale per Venezia ed impropriamente sperperati: a spanne direi che ormai siamo versi gli otto milioni di euro… Per un ponte che se fosse stato costruito come progettato non starebbe in piedi da solo, i cui errori di progettazione stanno ora rallentando i tempi di consegna e giocoforza aumentando i costi di realizzazione. Con il dubbio ancora aperto per quel che riguarda la tenuta delle rive del Canal Grande su cui poggerà, e nelle quali, a –24 metri, sono state versate betoniere e betoniere di cemento armato, per fondazioni a forma di parallelepipedo originariamente non previste, e non riviste dalla Salvaguardia (nonostante ben due miei esposti al proposito!). E con la spada di Damocle del trasporto pericolosissimo sotto il Ponte di Rialto, che rischia di essere lesionato dalla struttura del nuovo ponte, che si cercherà di far passare in una notte di bassa marea su di una chiatta semi-affondata. Ma all’assessore Corsini, in vena di ironia, ed all’insegna della faciloneria, questo appare non come un errore ed un pericolo, ma come “uno spettacolo” (mi immagino già che bello spettacolo sarà nel cuore della notte vedere il ponte di Rialto imbragato rischiare di crollare o di essere lesionato perché sotto bisogna far passare un ponte che ci si era dimenticati in fase di progetto di indicare come sarebbe giunto dal cantiere alla sua sede); così come i ritardi ed il fatto che “questo appalto è sfuggito a tutte le regole” sono minuzie, qualcosa che a qualcuno farà “storgere il naso”, ma visto che il ponte di Calatrava “più che un’opera pubblica è un’opera d’arte (…), nel ritardo non c’è alcuna patologia”. Complimenti per lo spirito e per il senso estetico, assessor Corsini, ed anche per il desiderio di intrupparsi nella schiera degli aspiranti eroi da eternare col monumento di Calatrava, dopo l’assessor D’Agostino e il sindaco Costa. Ma sappia che la cittadinanza non ha mai richiesto un’opera d’arte ai principi della città, per eternare i loro nomi, e si vede invece volatilizzare sotto il naso (che forse storgerà) e sprecare, con sicumerica ostentazione da parte degli amministratori del Comune di Venezia, danari pubblici destinabili a ben più utili e stringenti necessità. Mi auguro che le orecchie e gli occhi della Corte dei Conti, cui invio in copia questo scritto, siano aperte e spalancati, e sentano e leggano chiaramente come ha inteso agire la Giunta Costa nella realizzazione del Ponte di Calatrava, sperperando i danari della collettività, con tanto di sorrisi e battutine…

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