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Venezia - Aveva ragione Marinetti... | |
di Tiziano Scarpa - inviato il 03/03/2001 | |
Aveva ragione Marinetti, Venezia bisognerebbe raderla al suolo. Non tanto la città, ma l’idea di Venezia: cioè la sua contemplazione, che genera tutto ciò contro cui io combatto. Provate ad accompagnare un forestiero per la città, sentirete come si trasforma, che cascata di superlativi vi tira fuori: bellissimo! splendido! meraviglioso! fantastico! Venezia, non per colpa sua, ma per colpa di chi la guarda, è una tremenda macchina generatrice di retorica. E quindi, come una sana secrezione di anticorpi, è una macchina generatrice di antiretorica. Mette in scena la solita, insopportabile sceneggiata del conflitto fra sublime e triviale. La grazia e la cacca dei piccioni, la gondola e le bestemmie dei gondolieri. Forse per questo Venezia ha generato molti poeti e scrittori, o ha fatto scrivere di sé molti poeti e scrittori che sono passati di qui: perché è una città che sfida il linguaggio, ogni volta bisogna inventarsi un nuovo modo di parlare che eviti la stucchevolezza e la parolaccia. Un modo di esprimersi che stia in mezzo a questi due estremi, senza essere piatto. Un’iperpoesia apoetica: praticamente l’impossibile, praticamente la poesia. Giro per la città, vedo i turisti con la macchina fotografica e la videocamera: Venezia impressiona chilometri di pellicola e nastro magnetico, è come un serpente che perde scaglie, un animale che fa la muta della pelle senza sosta. Venezia genera tonnellate di parole e cartoline, la sua superficie viene affettata incessantemente in queste sottilissime lamine verbali e visive che la mantengono sempre nuova e tirata a lucido nella sua decrepitezza, mai veramente detta, mai veramente vista fino in fondo. Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963. Per Einaudi ha pubblicato il romanzo Occhi sulla graticola (1996), la raccolta di racconti Amore® (1998) e la raccolta di saggi Cos’è questo fracasso? (2000). Per Feltrinelli è uscita l’originale guida Venezia è un pesce (2000), divisa in capitoli che si intitolano: Piedi, Gambe, Cuore, Mani, Volto, Orecchie, Bocca, Naso, Occhi, che descrivono le esperienze fisiche ed emotive che si vivono nella città lagunare. |
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