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Accademia: Ancora Cemento
di Umberto Sartori - inviato il 08/11/2005
Accademia: ancora cemento

L’aggressione al patrimonio edificato di Venezia ha un altro fronte, oltre a quello della solfatazione e dell’idrolisi delle pietre.
Incuranti del fatto che già negli anni ’50 un ingegnere in servizio pubblico aveva inzeppato i palazzi storici di cuciture in cemento armato, e che negli anni ’70 la Provincia aveva dovuto avviare una campagna di decementificazione, perché il peso delle cuciture minava gravemente la statica, gli attuali restauratori si preparano a colare tonnellate di cemento e ferro anche nei cantieri delle Gallerie dell’Accademia. Vediamo nella foto alcune delle gabbie di armatura che chiaramente mostrano questa intenzione, depositate sulla riva dell’Accademia. Tra l’altro, rimanendo accatastate per giorni alle intemperie, stanno facendo diventare rosse anche le pietre bianche della riva.

Sui cantieri dell’Accademia c’è un altra novità. Tutta la recinzione, in solidi pannelli di conglomerato truciolare, è stata rivestita di lamiere zincate. Questa operazione ha richiesto per settimane l’uso di una squadra di almeno tre operai, oltre al costo delle lamiere stesse, varie centinaia. Le lamiere sembrano destinate a un “usa e getta”, dal momento che per montarle le ho viste sforacchiare con decine di viti piuttosto alla rinfusa. Niente dunque indica che siano state predisposte per un “monta-smonta”. Ma dico io, quale motivo vi può essere per una operazione del genere? Non certo estetico, visto che le soluzioni d’angolo, pericolose per gli spigoli sporgenti delle lastre, a esempio, sono raffazzonate con coperture in rozze cantinelle avvolte in nastro da cantiere.
Le lamiere di fatto non migliorano l’estetica, tra l’altro, per l’equilibrio cromatico di Venezia il colore del legno è molto più intonato.
Le lamiere non migliorano la resistenza all’acqua dei pannelli, né al fuoco. Con ogni probabilità entro poco tempo gli acidi contenuti nell’orina dei cani (e magari fosse solo la loro, in questa città così piena di maiali che orinano dove capita) e la salsedine aggrediranno la parte bassa delle lamiere, producendo lacerti ruggini assai pericolosi soprattutto per i bambini... No, davvero non vedo giustificazioni alla costosissima operazione di foderatura metallica della staccionata di un cantiere...

Una ragione logica sola, mi si presenta alla riflessione: un simile inutile lavoro e dispendio di materiali consegue lo scopo di far lievitare i costi dell’Opera Pubblica, distribuendo fondi anche a ditte che non sarebbero direttamente coinvolte, come un lamierificio... Nonché far aumentare le ore di lavoro necessarie al montaggio e allo smontaggio del cantiere, dal momento che lamiere zincate e truciolari, anche se usa e getta, sono rifiuti da smaltirsi separatamente.
Chi ha interesse a far lievitare i costi pubblici? La risposta è ancora quella: il sistema dei partiti, che dagli appalti traggono sostentamenti e distribuiscono favori del tutto illeciti e perniciosi nell’Amministrazione della Cosa Pubblica.

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