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Ponte di Calatrava e barriere architettoniche
di Umberto Sartory - inviato il 10/12/2005
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Sempre in attesa di questo fantomatico ponte di Calatrava, e in chiara luce pre-elettorale, a fianco della testa di ponte lato Piazzale Roma, sono state aperte al traffico le rampe per il superamento delle barriere architettoniche.
Come spesso avviene con questi Amministratori un tanto corrotti e un tanto cialtroni, le soluzioni sono spesso più inopportune o pericolose dei problemi. Nello specifico, le rampe sono state aperte al pubblico qualche giorno or sono, del tutto prive di protezioni o corrimani.

É già molto dubbio che le rampe inclinate siano un efficace aiuto ai disabili e non costituiscano piuttosto, come quella sul ponte delle Guglie, un serio pericolo per la loro incolumità e quella dei passanti, a causa della pendenza necessaria.
Ma che si arrivi ad aprirle al calpestio senza neppure munirle di corrimani e parapetti è davvero tragicomico... Poi qualcuno deve essersi accorto, che c’era questa piccola dimenticanza, e in fretta e furia ha pensato di rimediare nel modo raffazzonato che potete vedere dalle foto.

Hanno piazzato dei paletti in acciaio inox di bassa qualità (per resistere al salso veneziano ci vuole inox di qualità specifica, quello messo in opera già mostra segni di ruggine), dei quali tra l’altro avevano anche sbagliato la misura, tanto da costringere ad aggiunte e rabberciamenti davvero indecorosi.

Le frecce rosse nelle foto 2, 4, 5 e 6 indicano la sicumera con cui qualcuno, professionalmente pagato per farlo, ha usato una saldatrice, pur con tutta evidenza possedendo meno dimestichezza col lavorare in acciaio di quanta ne abbia io, che in tale arte non sono nemmeno un dilettante.
Misure sbagliate, aggiunte, e il tutto pasticciato:petonà, come diciamo noi Veneziani. Chi mai accetterebbe a casa sua un lavoro consegnato in quelle condizioni?
Le frecce bianche nell’immagine 5 evidenziano la soluzione adottata per fissare in altezza il cavo di riempimento su un paletto angolare. Avendo con ogni probabilità dimenticato di appiccicare, pur maldestramente come sugli altri pali, degli occhielli mezzi storti e acciaccati, hanno pensato di sostituirli con fascette in plastica, convinti probabilmente con ciò di realizzare un capolavoro estetico pre-moderno...

A ciliegina sulla torta, le frecce nere nelle immagini 1, 2 e 3 mostrano come le teste dei cavi d’acciaio tesi per riempire i vuoti siano unite al corpo della corda con giri di nastro adesivo. La durata di questa protezione è estremamente effimera: qualche giorno di Sole e pioggia e le spinose estremità dei cavetti saranno esposte ad altezza degli occhi di un bambino e delle mani dei passanti.

Se è così che costruiscono i parapetti, chissà cosa sarà il ponte di Calatrava, sempre che mai si giunga a collocare un ponte tra i due iceberg di cemento già affondati nelle gengive del Canal Grande. E volevano anche costruire una teleferica, per far superare il ponte a chi non può camminare! Se è così che sanno giuntare i cavi d'acciaio, poveri paralitici!

Maledetti idioti, come si permettono di fare cose simili a Venezia? Nella città che sempre è stata fra le più accorte e attente all’abilità progettuale e manuale?

E gente così vorrebbe cimentarsi con la costruzione di un ponte, e per di più un ponte in tensostruttura? Ma scherziamo o cosa?
Bisogna fermare questi perniciosi inetti, esautorarli dall’interagire con la geofisica del sistema veneziano e con il suo patrimonio artistico.
Essi non sono in grado di comprenderlo e men che meno di tutelarlo. A tutti gli effetti lo stanno distruggendo moralmente e fisicamente.

Popolo Veneziano, se non ti svegli sei fottuto, e per sempre, e fottuta con te è anche la meraviglia che i tuoi Padri hanno saputo creare e che difficilmente si potrà ripetere nella storia di questa Civiltà.

Sono volgare? Bene. La volgarità si addice al Popolo e io sono uomo del Popolo. Anche con la volgarità ci si difende dal perverso scempio che viene perpetrato sulle nostre case e la nostra memoria.
Chi questo scempio mette in atto, chi lo permette e chi lo copre non merita il rispetto di una pacata argomentazione, solo il dileggio e il più volgare e popolaresco insulto.

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