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Canili a Venezia: Situazione Insostenibile
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 28/03/2006
Purtroppo le eterne campagne elettorali che contraddistinguono la nostra vita politica rischiano di trasformare alcune tematiche in semplici sfogatoi per inutili esercizi retorici. Ed ahimè uno dei temi più vergognosamente utilizzato in questo campo è stato ed è quello relativo alle tematiche animaliste. Intanto però gli anni passano e certe situazioni cominciano veramente ad essere oltre il limite della sostenibilità e della liceità.

Su tutti sicuramente il caso più scandaloso è quello legato al canile comunale, che a Venezia (come in molti altri comuni vicini) non esiste ancora, nonostante la legislazione nazionale lo preveda come obbligo dell’amministrazione sin dal lontano 14 agosto 1991, quando venne promulgata la legge 281. Ma sui bordi della laguna amministrata da Giunte spesso politicamente colorate di verde (ma solo a parole) si è lasciato fino ad oggi passare il tempo, conducendo a trasformarsi in una inaccettabile struttura fuori norma, ridotta in condizioni estreme dalla presenza di oltre ottocento cani, l’unico canile esistente a San Giuliano, sorto su di un terreno non bonificato, che viene gestito da anni con crescenti difficoltà e su spazi troppo angusti da una associazione privata.

Intanto l’incapacità decisionale delle Giunte passate ha fatto perdere i finanziamenti per la realizzazione del canile sanitario regionale, e sulla futura e strombazzata realizzazione del nuovo canile comunale a Dese, che si dovrebbe accoppiare alla chiusura di quello privato di S.Giuliano (dovuta più che a pretesti urbanistici legati alla realizzazione del parco, piuttosto a necessità di salute pubblica, considerata la mancata bonifica del terreno sul quale insiste), si aprono continuamente luci elettorali ed ombre progettuali. Se i costi hanno fatto sbalordire anche il sindaco Cacciari, dimentico però nelle sue due precedenti esperienze amministrative di rispondere alle necessità di legge, ed incapace con le sue squadre di assessori di condurre in porto nemmeno la progettazione o la semplice indicazione della localizzazione del nuovo necessario canile, a preoccupare chi scrive sono anche i conti della serva sul numero degli animali che andrebbero ad essere ospitati: la nuova struttura di Dese, infatti, non potrà (giustamente, in quanto rispettosa degli standard) ospitare più di 300-350 cani. E degli altri cinquecento attualmente ospitati a San Giuliano e da trasferire da lì, che cosa ne faremo?

La soluzione a dir il vero ci sarebbe, e da attuarsi su due piani, diversi ma convergenti. Cominciando intanto con il progettare non un solo canile, ma almeno tre canili: uno sanitario regionale e due comunali; ma intanto rispondendo all’emergenza individuando terreni non tossico-nocivi od inquinati su cui provvisoriamente organizzare decorosi rifugi ricovero per gli animali abbandonati. Contestualmente sarà necessario investire della loro quota parte di problema anche le vicine amministrazioni comunali, che non possono scaricare la loro inefficienza e i loro cani randagi gratuitamente su Venezia, anzi ora solo sull’associazione che gestisce a 1,5 euro a cane il canile fuori norma e sovrappopolato di San Giuliano. Con un’operazione consortile fra i comuni veneziani interessati nascerebbe così il fondo per la realizzazione del secondo canile comunale, che si unirebbe a quello finanziato in toto dal comune di Venezia, che si aggiungerebbe a quello sanitario finanziabile dalla Regione.

Certo un percorso del genere prevede di cessare con inutili giochi demagogico elettoralistici sopra le teste dei volontari di buon cuore che non meritano di essere presi in giro, ma piuttosto dovrebbero essere coinvolti nella progettualità che conduca a rendere finalmente a norma la situazione canili a Venezia: restare a S.Giuliano nelle precarie condizioni attuali non ha senso; pensare all’interno del parco di San Giuliano ad una piccola zona destinata alle adozioni e collegata con le nuove strutture sarebbe già tutto un altro discorso.

Quando il Comune di Venezia vorrà finalmente fare la sua parte sarà però purtroppo sicuramente già tardi, e di certo non contribuisce ad essere ottimisti vedere non ancora riattivata la Consulta comunale per gli Animali ed ancora in alto mare la questione canile di San Giuliano e nuovi canili comunali.

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