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I Poteri Forti Badano al Proprio Orticello in Città, Mentre i Veneziani Muoiono
di pietro alvise gaggio - inviato il 11/06/2006
Ormai penso, anche se fatico ad ammetere questa realtà, che noi veneziani siamo arrivati al famoso punto critico di “non ritorno”: gli ultimi dati statistici riportati recentemente da alcuni quotidiani fanno tremare i polsi a chiunque li abbia letti (chi invece, pare non si preoccupi eccessivamente, è la nostra solerte Amministrazione).
Causa primaria dell’espulsione di noi veneziani e delle attività economiche di servizio, è la continua ascesa del costo del mattone, alimentato dalla massiccia richiesta di alloggi da destinare ad uso abitativo transitorio (e, aggiungo io, speculativo, con facili guadagni esentasse) per il grande mercato turistico veneziano in continua espansione:dependance alberghiere, bed & breakfast, alloggi, pensioni, affittacamere ecc..
Non da meno la residenzialità universitaria (studenti e operatori del settore) le cui ovvie richieste sono state scaricate sul mercato immobiliare privato anziché prevedere la costruzione di “campus” residenziali pubblici.
Anche il potere religioso sta contribuendo di suo al cativo andamento delle cose nel mare della propria notevole eredità immobiliare; leggiamo delle continue tensioni economiche nei rapporti con i propri inquilini in Città.

Non bastasse leggo con amarezza recentemente di certi orientamenti, trasformazioni, impostazioni, privilegi da parte di alcuni “Poteri Forti” in Città che, come unico fine, fanno pensare alla decisa volontà di insediare nella bella e attraente Venezia, il loro “orticello”. Caso emblematico quello della Marina Italiana.
Chiedo ai veneziani, quale scopo o piano tecnico strategico militare può ancora rappresentare il Centro storico di Venezia per giustificare la necessità di continuare ad occupare aree notevoli: non solo l’Arsenale, ma anche adiacenti, come la caserma (si fa per dire) “Cornoldi” (ex Monastero del Santo Sepolcro in Riva degli Schiavoni con vista a 360° del Bacino S. Marco), gli ex forni militari della Repubblica, nonché altri edifici limitrofi, tutti perfettamente restaurati con foresterie, circoli, sale convegni e pernottamenti in Città. Altri insediamenti di proprietà militare si possono incontrare in area idroscalo - Forte Sant’Andrea.
La mia domanda non finisce qui: prendiamo in esame il previsto progetto di ristrutturazione da 30 milioni di euro per l’isola di San Giorgio con la benedizione dei Benedettini che comprende: l’hotel per cervelloni nella nuova “Cini”; foresteria al posto delle ex officine dei Salesiani; una biblioteca nella Manica lunga; un centro espositivo e di ricerca negli spazi dell’ex convitto; bar ristorante con vista bacino, trasformazione della vecchia piscina in centro polivalente per sport e spettacoli, tutto ciò senza considerare il teatro e forse anche la creazione di un Labirinto di Borges.
Intanto però il Centro Nautico Veneziano è stato espulso dall’isola, come noi veneziani da Venezia!
Segnalo anche, che qualora il residente veneziano, “pretendesse” di visitare l’isola, dovrebbe obbligatoriamente prenotarsi per la visita guidata al pari di qualsivoglia turista.
E pensare che quest’isola antichissima, originariamente proprietà della famiglia Memmo, fu donata nel 982 d.C. dall’allora Doge Tribuno Memmo ai Monaci Benedettini in perpetuo (sottolineo in perpetuo).
Vorrei allora, ci spiegassero come si è arrivati a tutto ciò!
Anche la Guardia di Finanza non è da meno con il suo splendido appezzamento alla Giudecca (vista mozzafiato del bacino San Marco).
Pensiamo al notevole risparmio che lo Stato (siamo noi) potrebbe ottenere se ad esempio, l’Arma fosse agli Alberoni. Idem come sopra, la Capitaneria di Porto che, oltre ad altre sedi, occupa l’immobile dell’ex “Magistrato de la Farina” (costruzione Lombardesca fine XV sec.) fronte la stupenda vista dell’ex Dogana da Mar e isola di San Giorgio e così via.
Ormai, cari e pochi ultimi veneziani, dobbiamo amaramente convincerci tutti che in realtà, siamo solo una presenza ingombrante che va eliminata! Questa è l’unica triste e vera tangibile realtà! Evviva il “Potere Forte”, ed evviva anche “questo Turismo di massa”, aggiungo io!

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