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Venezia, Fino a Quando?
di Vecchio Veneziano - inviato il 29/06/2006
Nella foto, i balzi che il passaggio delle navi in Bacino San Marco fa fare al pennino del mareografo posto alla base del Campanile di San Marco (vedi anche Impatto del Traffico Navale sul Porto di Venezia).


Ogni giorno, al mattino, i Veneziani che abitano lungo le rive del Bacino di San Marco e sulle sponde del Canale della Giudecca, vengono allarmati da forti vibrazioni, tremore dei vetri delle finestre, scuotimento dei mobili nelle loro abitazioni; tale fenomeno si protrae per lungo tempo: stanno transitando i treghetti e altre navi gigantesche.
Questo tormento quotidiano certamente non può giovare alle fondamenta della nostra città, tant’è vero che negli ultimi anni è aumentato in maniera impressionante il numero di crolli di poggioli, grondaie, balaustre, cornicioni e persino muri. Forse è solo una coincidenza ma, attualmente, il campanile di San Giorgio sembra visibilmente pencolare verso il Lido, mentre quello di San Marco, in maniera quasi impercettibile, pare sbandi verso la Torre dell’Orologio.
Venezia non dispone di strutture in grado di sopportare l’impatto sovradimensionato di queste navi mastodontiche, tuttavia una sfrenata logica del profitto prevarica ogni e qualsiasi considerazione e foraggia una classe dirigente sempre più corrotta e incapace di adeguare la città marinara alle esigenze del moderno traffico navale.
Pertanto è lecito chiedersi: “Venezia, fino a quando”?
In questi giorni, poi, il porto si è letteralmente impadronito della Riva dei Sette Martiri, sequestrandola per due settimane e precludendone completamente l’accesso agli abitanti, agli anziani e alle imbarcazioni che dovrebbero scaricare merci.
La riva è stata transennata per tutta la sua lunghezza con una doppia rete tipo campo di concentramento, e viene pattugliata giorno e notte da guardie armate dei servizi privati.
Tutto questo, per inaugurare una nuova nave costruita in Francia. ma Venezia fà sempre notizia e la sua immagine viene venduta e sfruttata in ogni modo, consentendo a chiunque paghi i corrotti di farsi pubblicità a spese dei Veneziani residenti che ne traggono solo fastidi e penalizzazioni.
Questa è la misura della considerazione che il Porto di Venezia nutre per i Veneziani, improntata al più totale disprezzo. Disprezzo per la Popolazione è per l'impegno preso neanche due anni or sono con gli abitanti di Castello dalle cosiddette "autorità" di non consentire più l'attracco di grandi navi sugli ormeggi di Riva dei Sette Martiri per riservare quell'ormeggio ai soli panfili a vela.
Come continuare a fidarsi di simili mancatori di parola? Quasi quasi mi vien da dire che era meglio se quella Riva continuava a chiamarsi "dell'Impero", che i cosiddetti eredi di quei Martiri stanno martirizzando l'intera città!

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