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VENEZIA
di ENZO PEDROCCO - inviato il 16/08/2006
BELLA MA SCOMODA
E ASSAI POCO ACCOGLIENTE


Ritengo non vi sia persona che, dopo aver visitato Venezia, esiti a collocarla senz’altro tra le più belle città al mondo ma anche, una volta scemato o messo da parte l’entusiasmo per le bellezze ammirate, tra quelle più scomode e faticose da visitare.

Ciò è dovuto anzitutto al fatto che a Venezia, com’è noto, si è costretti a muoversi per lo più a piedi – contrariamente a quanto avviene in genere nelle altre città. Quando dopo aver camminato a lungo – magari con un caldo torrido – ci si vorrebbe riposare un pochino per riprendere fiato, non si può proprio dire che Venezia offra molta scelta al riguardo: la città è pressochè priva di panchine e di qualsiasi altro comfort urbano pubblico – quantomeno nei luoghi maggiormente frequentati dai turisti. Essa, infatti, offre a quegli ospiti che non siano dell’avviso di farsi salassare da qualche bar – solo gli scomodi gradini dei ponti, delle chiese, dei pozzi, della stazione ferroviaria, del campanile di San Marco etc. In alternativa a questi, gli ancor più scomodi masegni della pavimentazione...

In relazione a questo problema, s’ impone una riflessione che gli amministratori veneziani, a mio modesto modo di vedere, avrebbero già dovuto fare da tempo. Fermo restando il rispetto del suo ambiente monumentale e artistico, non sarebbe forse giunta l’ora, per Venezia, di gettare definitivamente alle ortiche l’idea tradizionale e vetusta di Venezia-città contemplata, per far posto all’idea, meno asfittica e più in sintonia con i tempi in cui viviamo, di Venezia-città vissuta? Luogo cioè, in cui si svolge la vita reale della gente di oggigiorno, turisti compresi?

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