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INFORMAZIONE
di ENZO PEDROCCO - inviato il 22/11/2006
Diminuiscono ogni giorno di più i lettori dei quotidiani soprattutto tra i giovani: negli ultimi quindici anni il numero dei giovani che prendono in mano un giornale, già esiguo di per sé, pare essersi addirittura dimezzato.

L’ INFORMAZIONE NELL’ERA DI INTERNET

IL LETTO DI PROCUSTE
DELLA STAMPA QUOTIDIANA


In un editoriale apparso alcuni giorni addietro su “il Venezia”, a firma del suo direttore, leggo:“I lettori dei quotidiani sono sempre di meno, negli ultimi quindici anni si sono dimezzati i giovani che prendono in mano un giornale. Per colpa di chi? Siamo sicuri che i nostri quotidiani siano così ben fatti e così incompresi?” Alla buonora! Ma, come usa dire, meglio tardi che mai. Ciò che importa, ad ogni modo, è che finalmente qualcuno, dall’interno della categoria, abbia trovato il coraggio di interrogarsi intorno alla effettiva qualità del proprio prodotto, e alla eventualità di un suo adeguamento a modi di fare informazione meno obsoleti e più attuali, anziché attribuire frettolosamente il calo e la disaffezione dei lettori, come si è fatto finora, alla supposta scarsa propensione alla lettura degli italiani, in specie dei giovani, e alla loro predilezione per altri media. E va da sé che quanti più altri, sempre dall’interno del giornalismo, seguiranno tale esempio, come ci si augura, tanto maggiore sarà la speranza di giungere finalmente, prima o poi, a un’informazione quotidiana diversa e migliore rispetto all’attuale.

La quale, per quanto mi riguarda, abbisognerebbe anzitutto che taluni suoi redattori, con incarichi per lo più di responsabilità in seno ai giornali, abbandonassero una buona volta il loro acritico attaccamento a un modo di fare giornalismo decisamente datato - ritenendolo a torto il solo valido – e considerassero senza più alcuna puzza al naso il “nuovo” che si sta muovendo intorno a essi. O quantomeno, forti del loro potere e con l’alibi dell’unitarietà e omogeneità del giornale, non lo vanificassero, come sono soliti fare, riducendo ad unum l’infinita sua varietà: di opinioni, gusti, stili, etc.

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