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PER TE,POESIA... - L`ULTIMO LIBRO DI ALDO VIANELLO
di ENZO PEDROCCO - inviato il 03/03/2005
PER TE,POESIA…Su di lui e la sua opera poeti e scrittori quali Pound, Palazzeschi, Valeri, De Lagarda, Longo, Fasolo, Pasinetti, Della Corte, Carminati,hanno scritto ampiamente rilevando fin da subito la sua spiccata originalità,l’aderenza della sua poetica alle problematiche esistenziali del nostro tempo,nonché i repentini,lirici trasalimenti con cui egli sorprendentemente riesce, talvolta,a folgorarne la crudezza.Per quanto mi riguarda,al di là di tutto ciò e al di là di qualsivoglia giudizio di valore,trovo che Aldo Vianello sia anzitutto una “bella persona” che mi onora della sua amicizia da almeno un cinquantennio e che in parte,tralasciando la loro componente “maledettistica” – che non condivido affatto -,ritrovo puntualmente nelle sue opere.Come nel caso del suo ultimo libro ''Il piacere di non fingere'',che consiglio a tutti di leggere.HO PERDUTO LA PACEPer te,poesia,ho perduto la pace.Da quandoper un mozzicone di lapisho lasciato il remo del padre,il mio corpoè diventato un rifugiodi fantasmi.Per uscire dalla tramadei tuoi folli princìpiogni notte invocoil nemico della vita.Da ''Il piacere di non fingere'' (Pag.84)“In una società che di umano ha solo qualche tratto nei momenti sempre più rari della contemplazione,essere un ribelle di natura miltoniana o un ‘idiota’ di francescana memoria,significa subire gli effetti di un ‘nulla di fatto’”Da ''Il piacere di non fingere'' (Pag.277)“Fra qualche tempo sarò lungo le vie più storte del mondo.Chiederò a quanti hanno la grinta della mia generazione,come un pezzente,di acquistare Il piacere di non fingere.Fortunatamente sarà l’ultima stazione del mio inutile calvario.Più di qualcuno mi ha prevenuto,dicendomi che ho sempre fatto la figura del ‘mona’…Che piuttosto di fare ancora tutto,ovvero scrivere,pubblicare e vendere,sarebbe meglio curare i carciofi in un convento di suore poco avvezze a rispettare i tempi della clausura!Per un anarcoide,vivere tra i desideri di ‘caste sorelle’ equivarrrebbe al canto di una cinciallegra,invaghita del bianco giorno che fondò l’era di Cristo”.Da ''Il piacere di non fingere'' (Pag.212)ENZO PEDROCCO

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