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Incontri

Come si puo sperare di capirci veramente qualcosa? Bisognerebbe diventare almeno un po' nepalesi, bisognerebbe lasciare i nostri abiti occidentali, abbandonare ogni esperienza e ricordo  per riconoscersi semplicemente come uomini. 

Il suo sorriso pero' e quel suo sguardo profondo come una una "OM", mi hanno fatto veramente vibrare, eppure erano lievi come un soffio, lunghi quanto uno sbatter di ciglia...diretto il messaggio ha attraversato la consapevolezza, superando il peso delle diversita', si e' fatto liquido...universale. Universale come il piu' naturale dei simboli davanti ai quali ogni uomo e' nudo e non puo' che commuoversi riconoscendo gli altri come fratelli identici a lui. A quel punto ogni parola decade e ti fai cullare dalla dolce certezza che in fondo puoi comunque comunicare ed una vertigine poetica ti attraversa il cuore, e un sospiro è il tuo io alleggerito dal corpo. Mi ritrovo sì, non sono piu' alieno, così goffo e insicuro, resterò in silenzio lasciando uno sguardo come unico luogo di incontro. 

Era la prima volta che vedevo uno Stupa, ricordo di averne visto un'immagine su uno di quei depliant pubblicitari sul Nepal, lì per lì lo avevo trovato una struttura semplicemente originale, ero e sono ben lontano dal capire esattamente che cosa rappresenta, qualcosa però ho sentito camminandoci sopra... ho sentito che aveva la pretesa di parlare, di insegnare comunicando attraverso la forma, fondata sulle sue geometrie. Ancora una volta il simbolo anche se arcano mi viene in aiuto, quasi mi tendesse la mano a percorrere un cammino comune a tutti gli uomini, ho capito che il valore intrinseco dello Stupa è lo stesso di ogni grande opera prodotta da una civiltà, e il suo messaggio è universale e forse è proprio questo che lo rende sacro. Il simbolo viene probabilmente ad essere il minimo comune multiplo tra oriente ed occidente e ciò non poteva che essere nelle intenzioni di chi ha concepito una tale opera.       

Sulle colline di Katmandú, immerso nell'attorno, la stavo cercando: cercavo di distendere il piú possibile l'olfatto, di allungare ancora la vista e di sommare a tutto questo un sincero e forte desiderio di incontrarla...ripensavo alla mia, nelle cure di un gentile amico, era bello curarla, sentirla e farsi sentire, garbatamente, con sottile malizia...poi...era li', leggiadra e imponente, sicura di sé piú che mai perché era nella propria casa.

Mi ritrovo seduto in cerchio a gambe incrociate, in un'atmosfera ovattata molto familiare, sguardi puliti, movimenti veloci ma controllati e sorrisi compiaciuti per l'essere lí assieme. La preparazione avviene quasi automatica, come la sa fare chi non ha dubbi... ci riconosciamo, abbiamo un'amica in comune, siamo fuori da ogni luogo ed e' come esserci sempre stati...Salute! Dico piano sorridendo.

Vedo girare vorticosi rotoli di preghiera, parole che si fanno gesto quando il suono delle campane si mescola all'odore dell'incenso...poi attraverso rumore invasato di clacson, odore opprimente di gas di scarico e sibili intermittenti "hash, mariuana, opium, Lsd"...quella ragazza ha occhi di luce ed io quasi non ho il coraggio di guardarla, passa sinuosa e sicura... passo, mentre il cinabro monacale spicca sul verde uniforme ed intenso dell'erba attorno...lentamente si afflosciano i suoni, la notte... quel bambino dorme ranicchiato per terra.

  ...Oggi ho sentito una mucca che faceva la OM...

Sguardo pulito, chiaro, cosí com'é, incurante di ció che é superfluo...corpo energico, asciutto, abituato... un montanaro, sul suo viso scolpiti i tratti fieri delle sue origini. Parlava intercalando, nel suono il significato. Non so  se sia il capo del villaggio... basterebbe la sua fierezza.

Prepara il consueto cilum d'erba e lo accende con molta convinzione, col busto eretto, a gambe incrociate sopra una stuoia di paglia consumata. Nella stanza, poco illuminata da due finestre, oltre a noi la moglie, vestita di colori intensi, silenziosa e cordiale, la figlia, probabilmente dimostrava un'etá superire alla sua, se ne stava seduta sopra due alti letti in legno scuro con le rispettive figlie...ammalianti nel loro fare infantile e spontaneo, mi conducevano alla loro attenzione con sguardi maliziosi... decisamente belle. L'atmosfera era familiare, pace ed unione, sospese tra ció che vivresti e ció che hai vissuto...in una casa in collina, con un'audace capretta nera con gli occhi gialli che zompettava da una stanza all'altra.

E' una comunione di volontá, un essere assieme fedelmente, spontaneamente, sinceramente...certamente non mente il suo colore, né il peso ed incerto non puó essere l'appartenervi. Trattengo il respiro di fuoco... rilasso le mani, mollo la presa gradatamente...sento che scivola via incandescente, brilla sottile come scintilla che non appartiene piú al nostro mondo...sottile é liquido lo scorrere via, poi il suo farsi solido nelle leggi della materia.

Transmutazione, scomposizione negli elementari, scisso, senza suono, pieno.

La radice della luce non deve spiegazioni ai colori.

 

Dormono piano loro, elevati nel tacito accordo non temono i muri bassi,

dormono e non si voltano mai a scorger deviazioni perché ad Amore interessa solo chi sei. Sperimentano tangenti alla loro circonferenza, vedendo il bisogno come linea di costruzione e ció non basta, perché é il centro che fa la differenza, vibra come diaframma anche se non lo vedi.

Loro lasciano spazio al tempo, dormono mentre fuori piove ed io qui scrivo sorridendo con loro.