Fulvio Fontana


POETI   M N R

da "Grisaille"

*

Mi stritola
Mi sovrasta
Mi percuote fonicamente
La solita solfa
Il tritato ritritato lessico
Mi deruba
Mi sanguina
Mi svuota
Tutto è di Violino
Filo rovente d'elegia.

*

Impatto pattume zanzottiano
bricolage dirimpetto
zufolate di vento termico
ossa rotte e sacrosanti sarcofaghi in celebrazioni quaresimali
invitte le zone d'ombra riempiono di bitume la storia
tutto traluce di sé
soli si sale al sole con salassi di sale

*

Hai patteggiato la pena
il verbo la lena
sintassi è nenia
il motore ha un articolo che muove il triciclo
tra piedi e fili giulivi
sai quant'è rozzo
il fosso?

*

   Sì volo e so perché!
   Sì scrivo e so perché!
   Venitemi in testa e capirete ora!
Vorrei scoparvi con il battito d'uno sterno a pezzi
e in frantumi provare un colpo orgasmico di cervella
di rivoltella baciata
Triturarmi di denti
nello spazzolino del cielo,
il coriandolo gironzola
per il carnevale dei vinti

Non t'importa di non sapere
piove piove piove
dilatava il perché
dilaga un senso unitono
solo e non barricato

Le antenne mosse dalle nebbie
un nevrastenico amar di contrasti
asti
amàre ubbíe

*

il sole è giallo
l'acqua è bianca
il cane abbaia
il gatto miagola
che ore sono?
1+1 = 2
mi piace la nutella
equazione
la legge è uguale per tutti
chi s'accontenta gode
non esistono più le mezze
stagioni
ciao, come stai?
bene e tu?

*

Il mio amato flagello
LIBERTÀ
ha forme variopinte
un tubetto spremuto
uno straccio rappreso
un diniego insensato
un brillío verde scosceso
un crocevia di venti caldi
un liquefarsi d'organi
un gelato urlato
un sibillino scontro di sguardi
un tassativo non capire
una poesia olfattiva
un lirismo d'accatto
una compressione di sterno
un dileguato amarsi
la mia libertà
ha la forma compiuta e definitiva
d'un inspirato SCIROPPO D'ACERO.

*

la finestra è aperta
sono le due del pomeriggio
la logica deflette
ripercorro fatti e mentali movenze
una spugna si strizza
trasuda disincantata gioia
un'ebbrezza sfiorata
di colpo secca e muta
al ludibrio d'un opaco sole
tocco le ginocchia al petto
un vellicare innocuo e fatato

*

Mi muovo
il buio riaffiora
il passo plumbeo
giallo caracollante
l'arcuata positura
d'una vecchia esiliata
nulla si disgrega
della mia integrità
custodita in culla

*

Derelitto a ritroso
assecondo l'unica girandola

r     d  
 o   n o 
  t a   mi
   e     

consumo il fulcro

*

Aiuto
Mi mangia un cerbiatto
Mi mangiano gli occhi di un cerbiatto
Verdi di montagna umida
D'altura estiva
La bocca di panna
Montata
La cinesi spastica
L'alito di birra fermentata
Di Minestrina da Refettorio
La mano prensile
il risucchio
Il paventato distacco.