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Costituzione e sciopero - alcune riflessioni
di Umberto Sartory - inviato il 12/06/2002 (letto 3558 volte - 0 commenti)

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Art. 13. La libertà personale è inviolabile. ...Art. 16. Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.... Uno sciopero che produca interruzione o disagio in un pubblico servizio costituisce una violazione della libertà personale di numerosissimi cittadini. Genera spesso anche un danno materiale personale ai singoli utenti del servizio interrotto che, dato il numero e la qualità dei cittadini e delle persone giuridiche coinvolte, si risolve sin troppo frequentemente in danno all’economia nazionale e quindi allo stato di benessere di tutti i cittadini, che è invece precisamente ricercato e tutelato dalla Costituzione italiana:Art. 3. ... È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona ...Chi sono di fatto gli scioperanti? Un gruppo di cittadini, associato per tentare di imporre il proprio interesse particolare a mezzo della forza: della capacità, cioé, di vessare altri privandoli temporaneamente di alcuni loro diritti; quando non anche, come sovente, per mezzo di azioni fisiche più propriamente brutali.Valutato in astratto, direi che questo tipo di azione contiene ampiamente categorie mentali di ordine infantile o criminale, più precisamente quella estortiva e quella ricattatoria. Con l’aggravante dell’associazione tra più persone per commettere il fatto. Con l’aggravante della continuazione. Con l’aggravante di avere per mezzo dei fatti, estorto al Parlamento italiano leggi di privilegio in favore degli scioperanti stessi, che contraddicono lo spirito egualitario sancito sempre dalla Costituzione italiana.Con la ben più seria aggravante di avere, gli scioperanti, abdicato il proprio senso critico al punto di perdere di vista, nel corso dei fatti, persino quell’interesse particolare all’origine del loro disagio, consegnando la gestione della propria forza bruta nelle mani di demagoghi dalla più che conclamata nomea.Non penso sia un mistero per nessuno che i vantaggi in termine di benessere particolare ricavabili da uno sciopero, quando pur vi siano, sono di ordine decisamente minimale, rispetto all’uso invece partitico e antieconomico che ne viene fatto. Art. 16. Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche....Questo la dice lunga anche sulla coscienza costituzionale dimostrata da manifestanti che blocchino strade, treni, trasporti pubblici e privati, singoli cittadini a passeggio o affaccendati...Forse val la pena di ricordare ancora l’Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Nell’Italia d’oggi sembrano molti ad aver cambiato la parola fondante, “lavoro”, in quella affondante, “sciopero”. Forse sono convinti che Calamandrei &C. fossero stati educati da una ''squola'' alla Berlinguer, in cui il vero significato delle parole, della grammatica e della sintassi si fa fumoso e impreciso...E anche, perché no, la parte non citata sopra dell’Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ...Ora, a esempio, è indubbio che io, come lavoratore indipendente, godo di molte meno sicurezze e tutele da parte dello Stato, del lavoratore dipendente. Questo è ancor più grave quando si parli di dipendenti statali, cioé di funzionari espressamente votati al servizio della collettività e della Costituzione, perché spinge la Costituzione stessa nell’area dell’anacoluto.Questo stato di cose, in apparenza legale, è stato invece estorto negli anni dagli scioperanti all’ordinamento democratico ed egualitario che informa lo Stato Italiano, per mezzo di azioni di vessazione e di estorsione comunemente ed eufemisticamente denominate sciopero.Per aggiungere la beffa al danno, la categoria dei lavoratori indipendenti, esclusa tra l’altro per indole e natura dalla possibilità stessa di scioperare in modo efficace, si trova a dover sopportare prelievi dal proprio reddito e violazioni della propria libertà personale sempre più gravosi per mantenere folle di scioperanti nel loro stato di ingiusto e arrogante privilegio, nonché per rimediare ai disastri di ordine pubblico cui gli scioperanti sono spesso inclini.Personalmente non vedo differenza morale e qualitativa rilevante tra lavoratori dipendenti e indipendenti, dove il proprio servizio venga svolto con cura, attenzione e abilità. Vedo però un abisso incolmabile tra la qualifica di lavoratore e quella di scioperante. Colloco infatti il primo a pilastro della civiltà, e il secondo nell'area della delinquenza minorile, dove l'aggettivo ''minorile'' vuole rendere il senso di un non completo sviluppo coscienziale nei rei.Ringrazio il mio amico Piero Dri per i complimenti a veneziaeXplorer, e anche per avermi suggerito una rilettura della Costituzione italiana.Chiamo Piero amico non per ironia, ma perché penso di sapere quale poeta veneziano si cela dietro l'eteronimo, ed è uomo che sento amico affettuoso e vero, oltre le accese questioni ideologiche in ballo fra noi.

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