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Vita Civile ..:Torna indietro:..
60 miliardi per uno stadio che non c`è - e se invece avessimo ristrutturato il Penzo...
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 15/08/2002 (letto 3557 volte - 0 commenti)

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Fra le tante cose che si sono dette in queste ultime settimane attorno al Calcio Venezia, una in particolar modo mi ha lasciato la bocca amara, e mi ha condotto a fare da bravo scolaretto alcuni semplici conti. Sto riferendomi – soprattutto dopo l’annunciato arrivo dei misteriosi investitori turco-maltesi, che sarebbero già pronti ad investire per l’albergo, ehm, pardòn: per lo stadio a Tessera – alle ineffabili esternazioni del sindaco Paolo Costa, che tutto soddisfatto, dopo gli ottimi risultati ottenuti con Zamparini, si aspetta ora che continuino sulla stessa scia proficui rapporti fra il Comune e i futuri padroni del calcio lagunare. La mia mente è andata però con la memoria a ripercorre le ultime tappe della vicenda stadio a Venezia, ed ha cercato di mettere assieme alcuni numeri. Iniziamo dalla promozione in B del Venezia nel 1991: l’unico stadio adattabile ad un torneo cadetto nel territorio comunale è ovviamente il Penzo di Sant’Elena. Invece di procedere, come solerti tecnici comunali avevano proposto e progettato, al rifacimento, già finanziabile da subito con 25 miliardi di legge speciale vincolati ad impiantistica sportiva in laguna, del Penzo a 35mila posti, che – polifunzionale e dotato di servizi sottotribuna utilizzabili 365 giorni all’anno (palestre, sale riunioni ed espositive, palazzetti, campi bocce…) – avrebbe anche messo in moto (come da progetto) il ripensamento degli accessi dalla terraferma alla città (ricordiamo che Sant’Elena non è così distante dall’Arsenale), l’amministrazione comunale, dimenticando in un cassetto questo progetto e rispedendo intonsi a Roma i 25 miliardi, opera un costoso intervento “provvisorio” in tubi Innocenti dello stadio di Sant’Elena, che è ancora oggi in uso, dopo dieci anni, e che è costato alla fine circa 16 miliardi. Quasi contemporaneamente il Comune stipula un contratto capestro con la FIAT per un faraonico impianto sportivo in terraferma da 650 miliardi complessivi. Che non solo non si può realizzare (intanto però qualcuno il conto al progettista lo paga), ma che si lascia decantare nel dimenticatoio, fino a quando anni dopo lo stesso Comune di Venezia non stipula in scioltezza un accordo con la nuova “Marco Polo” di Zamparini per realizzare un nuovo stadio. Risultato: visto che si modificano in consiglio comunale le carte in tavola e Zamparini non ci sta più, allora il Comune si attiva ad acquisire la Marco Polo: spesa circa 11 miliardi. Ma prima è costretto a rispondere alle giuste richieste di indennizzo della FIAT: spesa altri 10 miliardi circa. Insomma, facendo i totali, per non avere ancora in mano nessuna struttura degna di essere chiamata stadio, il nostro Comune in dieci anni ha speso o perso finanziamenti per la bellezza complessiva di più di 30 milioni di euro! Con quella cifra si sarebbe tranquillamente realizzato il progetto di ristrutturazione del Penzo ed avremmo da anni a disposizione uno stadio nuovo e polifunzionale da 35mila posti ed un nuovo sistema di accessi alla città dal lato est. Ma il sindaco Costa, forse, queste cose le dimentica o le sottovaluta, e preferisce ululare alla luna, annunciando tutto gongolante prima l’affarone concluso con la Marco Polo per il nuovo stadio in terraferma e poi gioendo per l’arrivo in laguna di mister Teohmann.Invece di attendere che fra dieci anni si debba ricalcolare quanti altri denari saranno stati gettati al vento, inviterei invece da subito a ripensare l’opzione Tessera, e sarei lieto che con un minimo di umiltà l’amministrazione comunale studiasse i benefici che potrebbero derivare dalla (più semplice, più economica, più rivitalizzatrice) ristrutturazione del Penzo, togliendo dal polveroso cassetto di Ca’ Farsetti in cui langue ancora, un progetto bello e razionale che meriterebbe una nuova attenta occhiata.

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