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Nuova Strategia del Lavoro per la Repubblica, Introduzione
di Umberto Sartori - inviato il 21/03/2011 (letto 3631 volte - 0 commenti)

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Nuova Strategia del Lavoro per la Repubblica, Introduzione

Iniziamo in questo Lunedì, primo giorno di Primavera 2011, la pubblicazione della strategia del "Lavoro per la Repubblica", elaborata dai dati raccolti e organizzati nell'esperienza del Comitato di Salute Pubblica a Venezia.

Preleva la versione in pdf di questo documento

Attività del Comitato di Salute Pubblica a Venezia, 2002-2010


Il Comitato di Salute Pubblica a Venezia nasce dall’esperienza del Comitato Spontaneo per la Difesa di Venezia che fu operativo negli anni compresi tra il 1999 e il 2002.

Sulle motivazioni e gli scopi di quel Comitato rimandiamo a quanto pubblicato in http://www.ourvenice.org/index_mas.html. Basti qui dire che si impegnava a documentare e denunciare l’imperizia e il malcostume sempre più evidenti nella conduzione dei Lavori Pubblici nel Centro Storico di Venezia, con particolare riferimento alla scomparsa di pavimentazione e arredi urbani storici nel corso dei “lavori pubblici”.

Fummo i primi a sollevare la questione “masegni”. Rimaniamo gli unici ad avere condotto una campagna di sensibilizzazione e informazione su quel problema nel solo nome di Venezia e non di un qualche conflitto di fazione. Utilizzammo Internet e attività territoriale per diffondere la consapevolezza della questione e riuscimmo a farla divenire ben presto di dominio pubblico.


Una realtà ancora più tragica si era venuta però delineando dalla raccolta dei dati sullo stato della città. Nel 2002 da questi dati apparve evidente che il furto di beni pubblici non era il peggiore tra gli effetti del malcostume.

Dai sopralluoghi volti a documentare la sottrazione di trachiti e pietre d’Istria, sempre più appariva un rapidissimo aggravarsi delle condizioni fisico-meccaniche di queste ultime, con estesi fenomeni di sgretolamento e di corrosione delle vene di calcite.


La presenza di questi fenomeni erosivi in tutto il Centro Storico e la velocità di avanzamento del degrado, mi imposero (ero allora webmaster e principale organizzatore dei dati del Comitato Spontaneo per la Difesa di Venezia), di contestualizzare questi nuovi dati e di scoprirne le ragioni chimiche.


Le due operazioni rivelarono:
A) che il fenomeno di idrolisi si estendeva anche ai laterizi, alle arenarie, ai marmi e più in generale a tutte le pietre edificatorie e decorative;
B) che gli agenti del degrado si identificavano con due elementi principali: lo Zolfo e l’Azoto.

Questi ultimi elementi vengono rilasciati in enorme quantità dai motori delle grandi navi, che infatti scelte amministrative sempre più ciecamente avide avevano recentemente preso ad accogliere nel porto interno del Centro Storico.

Mi resi immediatamente conto che la portata di queste scoperte indicava l’avviarsi della turpe commedia del furto nei Lavori Pubblici verso una catarsi nella tragedia.
Dal saccheggio della città si passava al diroccamento.


Sottoposi allora le mie osservazioni al Comitato Spontaneo per la Difesa di Venezia, che però in gran sua parte non le accolse.

Vi furono due posizioni, che è interessante delineare in quanto indicative di più ampi comportamenti nella Popolazione.

Alcuni degli attivisti, che sinceramente in nome di Venezia avevano prestato attività nel Comitato Spontaneo, subirono, dalla gravità della situazione che si prospettava, una sorta di shock, che li portò a ritirarsi nel privato e nell’accidia1 generalizzata che affligge il nostro Popolo.

Altri, emersero come vere e proprie componenti partitiche infiltrate nel Comitato allo scopo di servirsi della sua attività e del suo crescente prestigio per meschini scopi di fazione.
Mentre la gravità della situazione che andavo delineando mostrava chiaramente la responsabilità dell’intero sistema amministrativo, costoro non vollero abbandonare l’appartenenza di partito, svelando la loro indole antirepubblicana.
Presero a difendere il loro sistema con i mezzi tipici dei partiti, la calunnia e la disinformazione, tacciando di falsità le ancora poche prove che potevo produrre, per sostenere pubblicamente e in malafede che i danni alle pietre fossero solo normale effetto del tempo o dell’inquinamento globale.

Tuttavia, la maggior parte dei dati pubblicati dal Comitato Spontaneo e il suo sito Internet, erano e rimangono di mia personale proprietà, avendo io raccolto e organizzato i primi e costruito il secondo; pertanto la base dati e la struttura informativa Internet non si sciolsero con quel Comitato Spontaneo.

Prove e rilevamenti erano reali e i dati venivano sempre più quotidianamente confermati dall’evidenza di fatti da tutti osservabili.


Con un giovane informatico e musicista, Alexander Bonivento, approntammo un primo assetto organico dei dati fisici e sociologici in nostro possesso e, da questo, una ipotesi politica generale di soluzione del problema.
Identificammo con chiarezza nella situazione veneziana alcuni pericoli per la Cittadinanza e gravi reati contro la Res Publica: nel 2003 produssi gli esposti alle Autorità competenti come si può vedere in http://www.ourvenice.org/Venezia_gessificazione/docs.html.
Queste cosiddette “autorità” disattesero ogni ipotesi di azione in merito, e persino ogni forma di risposta scritta, talvolta con espliciti riferimenti verbali alle briglie poste dal sistema partitico a quelle attività Istituzionali volte alla difesa della Repubblica e della legalità.

Per tentare di superare questa conclamata incapacità istituzionale a difendere i Beni del Popolo non vedemmo e non vediamo altra via che rivolgerci direttamente al Popolo stesso, per stimolarlo e aiutarlo a prendere consapevolezza del paradosso autodistruttivo in cui lo spinge la faziosità partitica e tribale.

A questo scopo decidemmo di promuovere il Comitato di Salute Pubblica a Venezia.


Comitato di Salute Pubblica è un nome poco gradito a molti tradizionalisti per una sua ascendenza giacobina, ma è in sé espressivo di situazione gravissima, di un dilemma tra esistenza e distruzione.

Indicemmo nell’ambiente patriottico Veneziano e Veneto alcune pubbliche riunioni per presentare la nostra documentazione e le nostre ipotesi politiche. Da quegli incontri raccogliemmo adesione all’ipotesi del Comitato da parte di altri due Patrioti, Andrea Baso e Maurizio Santonastaso.
In quattro firmammo quindi la fondazione del Comitato di Salute Pubblica e ne elaborammo la Petizione come fulcro formale e discriminante della nostra visione politica.

Come primo compito ci ponemmo il diffondere le informazioni di cui eravamo in possesso: rendere gli abitanti di Venezia e il resto del Mondo consapevoli del gravissimo pericolo in cui versa la città.

Fummo i primi nel rilevare, identificare, documentare e denunciare pubblicamente gli spaventosi effetti, sulle pietre veneziane, degli inquinanti solforici e nitrici emessi dai motori marini.


Nei primi anni ci scontrammo con l’inerzia popolare, con la sistematica disinformazione dei grandi mezzi di comunicazione, con la derisione e la diffamazione da parte di chi in città trae vantaggi immediati di parte o personali dalla distruzione della Cosa Pubblica.

Non scoraggiati continuammo, con pubblicazioni cartacee e soprattutto digitali. Ancora più del precedente Comitato Spontaneo, il Comitato di Salute Pubblica a Venezia nasceva con una forte connotazione informatica e riuscì ad attestarsi in posizione preminente nell’immagine Internet di Venezia grazie anche al grande portale privato cittadino veniceXplorer.net.

Portammo il nostro messaggio sul Territorio, con numerosissimi comizi ed esposizioni tenuti in Centro Storico, nelle Isole e in Terraferma.


Anche questa campagna informativa ebbe successo, nel giro di circa cinque anni, aiutata purtroppo dal sempre più rapido e visibile deterioramento delle pietre in Centro Storico e nelle Isole Lagunari.
La solfatazione rimaneva pressoché assente, invece, nell’immediato Entroterra e sugli scogli (pure anch’essi in pietra d’Istria) delle difese a mare di Lido e Pellestrina.

La precisione di questi fenomeni veniva a confermare inequivocabilmente le asserzioni del Comitato di Salute Pubblica, pur dichiarate false dai nostri primi detrattori.

In questo arco di tempo, con il martellare delle informazioni da noi raccolte e pubblicate, riprese talvolta anche dalla Stampa e da qualche TV locale, solo ai peggiori malintenzionati e agli sprovveduti resta possibile nascondere il problema dello sgretolamento come fenomeno generato da inquinamento locale e non globale.


Già due anni dopo l’inizio delle nostre campagne, non potendo oltre tenere nascosti i fenomeni e le loro vere cause, i partiti tentarono e tentano ancora oggi in vari modi di cavalcare le nostre informazioni.

Fallito ogni tentativo delle fazioni di cooptare il Comitato di Salute Pubblica a Venezia nella dinamica interna al sistema partitico, il meccanismo promosse varie quinte colonne, raccogliticce e demagogiche, al fine di deviare la crescente sensibilità popolare nei consueti vicoli ciechi del fazionismo cittadino.


Alcune di queste quinte colonne saccheggiarono direttamente il nostro materiale e tentarono di imitare il nostro approccio di strada con la Popolazione.
Altre produssero, e producono ancora, proprie raccolte di dati sul disastro veneziano e tentano di utilizzarle a fini elettoralistici in proprio.

Entrambe, pur generando una certa confusione, producono anche il risultato di diffondere ulteriormente l’allarme e di accrescere il prestigio del Comitato di Salute Pubblica, che da un numero sempre crescente di Cittadini viene riconosciuto come fonte originale della tematica e dei materiali saccheggiati.

Vediamo quindi che nel 2008 la campagna informativa promossa dal Comitato di Salute Pubblica aveva in sé avuto pieno successo.
Il problema dello sgretolamento delle pietre era ormai, per larga parte della popolazione, inequivocabilmente collegato al traffico di grandi navi e ai loro inquinanti.


La precedente azione di denuncia sulla questione dei masegni e della sottrazione di arredo urbano storico, era rimasta nell’ambito di fornire materiale documentario per auspicabili indagini istituzionali. Questa nuova campagna di informazione condotta dal Comitato di Salute Pubblica a Venezia si era, invece, orientata sin dall’inizio a formare immagini sociologiche e morali precise, cercando di produrre una visione organica del rapporto fra il Popolo e il suo Territorio.

Dall’osservazione fisica del Territorio e dei comportamenti pubblici, il Comitato di Salute Pubblica a Venezia suol trarre ed esporre precise conseguenze politiche, sia riguardo allo stato di fatto che alle cause e ai possibili rimedi.

Parallelamente alla diffusione dei dati, quindi, anche il contesto morale e socio-ideologico che ricaviamo da questi dati, si viene sempre più affermando all’evidenza. Sempre in maggior numero sono gli avveduti per i quali il legame tra la distruzione della città e il malcostume partitico è realtà assodata.


Su questo successo informativo, supportato dalle numerose e lusinghiere adesioni alla Petizione, nel 2008 per il Comitato di Salute Pubblica a Venezia è il momento di fornire una strategia politica organizzativa, che integri e renda realizzabile il “Piano per il Salvataggio in Extemis di Venezia” già pubblicato nel 2003 assieme alla Petizione.

Quel Piano enuncia la necessità di un approccio unitario ai problemi di Venezia e di un’Autorità che comprenda e governi il Territorio della Laguna e della sua Gronda; fornisce anche gli embrioni di molte soluzioni locali, senza però affrontare il problema del contesto nazionale in cui quel Territorio si trova diviso.
La consapevolezza di questo aspetto più generale era stata presente nel Comitato sino dalla sua formazione, ma il metodo informatico e sinergetico ci aveva imposto di consolidare e organizzare i dati locali prima di trarne elaborazioni globali.

Nel 2008 questa operazione è compiuta. I dati sono stati diffusi e le loro estrapolazioni politiche enunciate.
Alla luce dei risultati, la Petizione si trova a dover mutare la sua forma, e il Comitato il suo indirizzo operativo.

Sulla base dei dati storici e di fatto, possiamo e dobbiamo fornire una plausibile strategia che salvi sì quel che resta di Venezia, ma che sia compatibile con il mutamento d’assetto nell’intera Nazione Italiana che tale via di salvezza comporta.
Dalla comprensione dei dati locali dobbiamo far sorgere, nella migliore Tradizione Veneziana, un modello globale di integrazione e gestione di quei dati. Affronteremo meglio questo aspetto nelle parti seguenti di questa “Strategia di Lavoro per la Repubblica”.


Nell’Aprile 2008 pubblichiamo dunque la prima edizione della “Storia Morale di Venezia” in cui pongo le basi storiche del modello che andiamo a creare ed enuncio i metodi tradizionali per la buona conduzione del Bene Comune di Venezia. Il libro documenta anche le distruzioni e l’inciviltà generate dal presente malcostume.


Purtroppo, sempre nel 2008, un nuovo ordine di dati compare nei rilevamenti del Comitato di Salute Pubblica.
Il fenomeno riguarda le Acque. Gli ordini di marea in Centro Storico diventano sempre più veloci e rompono il loro plurisecolare equilibrio artificiale di tempi e modi.

Per Venezia e per noi comprendere questo fenomeno diventa prioritario e la stesura della “Nuova Strategia” subisce un rinvio all’attuale 2010-11.

Con il “Rapporto sulle Correnti di Marea in Laguna di Venezia”, pubblicato nel 2009, dobbiamo purtroppo convincerci che il destino della città, prevedibile dalla tendenza attuale, non è solo il diroccamento delle sue pietre, ma la cancellazione dell’intera Laguna con le sue vestigia di Storia Repubblicana.

Sessant’anni di sconsiderati interventi pubblici hanno distrutto l’equilibrio idrostatico artificiale conseguito dai Veneziani in oltre tre secoli di opere idrauliche mirate a “fissare le velme”, ovvero a consentire la sopravvivenza della Laguna e la possibilità di mantenere nel suo ambito una città monumentale.
Ancora una volta siamo i primi a lanciare questo grave allarme.

Dato lo stretto legame di molte attività cittadine con le vie d’acqua, la maggior parte degli abitanti è già avveduta che qualcosa di importante e inquietante è avvenuto nell’idrodinamica lagunare.
Al rapporto sui dissesti di marea del 2009 segue un documentario illustrativo nel 2010.

Il nostro Rapporto contribuisce a chiarire le cause e la letalità del fenomeno, e ancora nel 2011 è la sola voce, mentre tacciono non solo la Stampa, ma anche quelle specifiche Istituzioni demandate da secoli alla tutela delle Acque, come il famoso “Magistrato”.
Questo Magistrato si trova del resto ormai esautorato da una congerie di altre organizzazioni clientelari che sono state sovrapposte al suo specifico dominio dal caotico conflitto dei partiti.


Lo smarrimento di senso politico da parte del Popolo e quindi dei suoi rappresentanti, la sete di sempre maggiori risorse da concedere in cambio di consenso, sempre più toglie al Bene Comune quella centralità di amorevole attenzione che solo la Politica può dare attraverso il Buon Governo.
Scelte amministrative sempre più cieche per avidità, e in particolare quelle relative alla gestione della portualità e delle Acque, vengono a minacciare di completa cancellazione il sistema lagunare.


Il Comitato di Salute Pubblica a Venezia deve alzare il suo livello di intervento e intensificare il proprio impegno affinché la dilagante inciviltà non prenda definitivamente il sopravvento sugli uomini di buon senso e di buona volontà.


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