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Strategia di Lavoro per la Repubblica: Lo Scioglimento del Comitato di Salute Pubblica a Venezia
di Umberto Sartori - inviato il 22/05/2011 (letto 3846 volte - 0 commenti)

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Strategia di Lavoro per la Repubblica: Lo Scioglimento del Comitato di Salute Pubblica a Venezia

Scioglimento del Comitato di Salute Pubblica a Venezia in favore dela Strategia di Lavoro per la Repubblica.

Preleva la versione in pdf di questo documento



Lo scioglimento del Comitato di Salute Pubblica a Venezia

Il Comitato di Salute Pubblica a Venezia si è sciolto de facto il 26 Settembre 2010 con le dimissioni irrevocabili di uno dei Membri, Maurizio Santonastaso, presentate per gravi motivi personali.   In accordo con Santonastaso, si è convenuto di sciogliere ufficialmente il Comitato contestualmente alla pubblicazione di questa Strategia di Lavoro per la Repubblica.

Il Comitato è una forma estemporanea di organizzazione dei Cittadini in ordine a scopi specifici, solitamente di stretta pertinenza territoriale e culturale. Conseguiti gli scopi sociali, o riscontrata l’impossibilità di realizzarli, i comitati devono sciogliersi e restituire i loro Membri alla Comunità unita dei Cittadini.

Come abbiamo visto nel primo Capitolo, gli scopi del Comitato di Salute Pubblica a Venezia erano di due tipi: informativo e Politico.

Gli strumenti costruiti per la campagna informativa del Comitato vengono attualmente riorganizzati come sito di informazione su Venezia e sulla Strategia per la Repubblica in due nuovi domini:

http://veneziadoc.net, dove si costituisce un archivio informatico consultabile di documenti relativi alla Storia di Venezia e alla Strategia di Lavoro per la Repubblica. Vi si conserva anche copia integrale del precedente dominio ourvenice.org.

http://venezialog.net è un sito di ultima generazione per la comunicazione semantica che offre in sé tutte le funzioni precedentemente svolte da Venezia ObServer, dai Forum, dalla mailing list e dal linguaggio html/php, aggiornandole a possibilità ancora più ampie, come l’interfaccia con database dinamici, lo RSS feed, l’interattività con i principali social network.
L’interfaccia Utente fornisce inoltre una più agile e potente gestione di articoli, notizie e audiovisivi.

Questa Strategia di Lavoro per la Repubblica, dal canto suo, costituisce l’esito finale Politico nello scope del Comitato di Salute Pubblica a Venezia.

Essa è indirizzata principalmente a quegli “avveduti per i quali il legame tra la distruzione della città e il malcostume partitico è realtà assodata”, affinché serva di sostegno ideologico e storico in ogni azione di convincimento verso coloro che, di questa “realtà assodata”, avveduti non sono.

Abbiamo accennato come la Petizione attorno alla quale il Comitato si riuniva fosse posta come garanzia e discriminante da ogni clientela elettorale e che, nei suoi propri scopi e nei mezzi per conseguirli, non presentava i requisiti di progetto Politico che sono poi emersi nell’esperienza del Comitato e che vengono enunciati in questa Strategia.

Nonostante una corretta prassi informatica ci avesse, negli anni tra il 2003 e il 2008, tenuti costretti in attività di tipo locale, ci era subito apparso chiaro che le condizioni in cui la città si trova a cavallo tra il secondo e il terzo Millennio sono tali da richiedere azioni che esulano dal suo presente Territorio.

Basti pensare che il Dominio sull’organismo lagunare è stato frammentato, dallo Stato Italiano, in una miriade di Amministrazioni e Associazioni, affatto prive, ciascuna e nel loro insieme, della consapevolezza e degli obblighi unitari connessi a questo delicatissimo Dominio.   Il coinvolgimento della Repubblica Italiana come attuale gestore del Territorio è quindi duplicemente intrinseco.

La salvezza di Venezia passa per profondi mutamenti nella organizzazione italiana del potere e la tutela di quest’ultima Repubblica passa per il salvataggio di Venezia, sia come suo Bene Pubblico rilevantissimo sia, a nostro modo di vedere, come indice di possibilità future.

La Petizione ha tuttavia raccolto un consenso insperabile fra i Cittadini, oltre 1500 persone disposte ad accreditarci la bona fide, a quelle condizioni e nonostante gli evidenti limiti politici del progetto.
Questo ci è stato di grande conforto nella quotidiana battaglia morale che ciascuno dei Membri del Comitato ha in questi anni affrontato personalmente.
Così siamo fraternamente grati a tutti coloro che ci hanno prestato od offerto la loro collaborazione e grati ancora a quanti ci hanno spronato e sostenuto con i loro commenti alla Petizione e in altri scritti.

Per non lasciare troppo nel vago le carenze della Petizione prima di archiviarla, ne esponiamo le principali.

Pur corretta formalmente nel suo indirizzarsi al Presidente del Consiglio dei Ministri, come unica Autorità Istituzionale investita del potere di esaudirla, la Petizione, alla luce dei dati, si rivela sostanzialmente male indirizzata.

Il suo destinatario, infatti, altri non è che il massimo esponente della conflittualità partitica ed è di fatto inadeguato e impossibilitato a recepire il messaggio finché perdura il sistema che lo mantiene al potere; nel momento in cui il sistema venisse a cadere, quel destinatario non avrebbe più il potere di autorizzare il progetto.
Un vero e proprio “comma 22”, per chi ricorda il famoso film.

Una lettura istituzionale più attenta avrebbe potuto forse identificare il destinatario nel Presidente della Repubblica, ma dal momento che la Petizione viene disattivata, in favore di più articolate azioni patriottiche proposte nella Strategia di Lavoro per la Repubblica, approfondire questo argomento non è immediatamente rilevante.

Come diretto effetto di questo “errore di indirizzo”, la Petizione ometteva un aspetto molto importante del problema, ovvero come affrontare a livello nazionale la destituzione dei partiti necessaria all’esperimento politico proposto dal Comitato.

La risposta a: “cosa accade nel resto d’Italia mentre il Comitato di Salute Pubblica, in obbedienza al principio della Sinergetica - Pensa globale e agisci locale - ritiene di essere chiamato ad agire esclusivamente nella realizzazione di un modello locale?”, non presentava risposta nei propositi di quella Petizione.

Il principale problema nel formulare l’ipotesi di una strategia nazionale, per il Comitato di Salute Pubblica a Venezia, consisteva nel come rivolgersi al Popolo Italiano (inteso quale miglior sintesi dei Popoli Italici) senza cadere nella formazione di un partito.

Primo corollario del problema era come rapportarsi con i Cittadini funzionari della Repubblica senza incorrere nel malinteso di una infiltrazione faziosa nello Stato.

Dopo lunga riflessione, lo scioglimento del Comitato, preannunciato dalle dimissioni di Santonastaso, è apparso come il primo provvedimento indispensabile alla soluzione.


Questa Strategia di Lavoro per la Repubblica viene quindi diffusa come libero pensiero a chiunque accessibile.
Essa è maturata nell’Autore anche con l’esperienza dell’ex-Comitato di Salute Pubblica a Venezia ma non promuove alcuna forma organizzativa stabile a parte quella dei dati e delle informazioni.

Naturalmente lo scioglimento formale del Comitato non intende rinnegare la rete di stima e di fiducia instaurata con i firmatari della Petizione e con tutti i Cittadini simpatizzanti.
A tutti voi il Comitato, sciogliendosi, lancia la prima istanza della sua propria nuova “petizione”.

Tutti coloro che hanno riconosciuto nel Comitato di Salute Pubblica il seme almeno di una possibile salvezza per Venezia, vogliano adesso riconoscersi in una entità astratta, l’Eggregore dei Cittadini Repubblicani secondo l’Insegnamento cristiano-alessandrino di Venezia.   “Eggregore” è un termine gnostico perfettamente a suo agio nelle Tradizione cristiano-alessandrina di Venezia, ma sarà oggi più largamente compreso con la circonlocuzione: “corrente di pensiero religioso”.

Tale corrente di pensiero è un corpus energetico e metafisico costituito di individui che in forma del tutto libera e indipendenti fra loro, decidono di apportare una loro forma di contributo all’idea di Repubblica e alla sua riattualizzazione in Italia.

Gli strumenti ideologici e tecnici che il Comitato lascia in eredità alla Causa di Venezia e della Repubblica sono specificamente intesi a recuperare i Cittadini alla loro individualità, a una nuova e antica dimensione della coscienza del singolo rispetto alla Collettività, come fu quella dei Veneziani.   I Cittadini che hanno già manifestato la loro adesione alle comunicazioni dal Comitato di Salute Pubblica saranno attivati come Utenti della nuova piattaforma di comunicazione su VeneziaLog.net, ricevendone avviso e modalità per la cancellazione eventuale dei loro dati.

Il Comitato si scioglie quindi con una sua propria “petizione”, che ha come destinatario unico Il Popolo, visto a sua volta come Eggregore dei Cittadini consapevoli di essere Popolo.

Riteniamo che il modello Repubblicano ispirato alla Repubblica Serenissima sia tale da risolvere e salvaguardare le diversità territoriali che fanno della Penisola Italica un arcipelago di culture e linguaggi, colorando la parola Popolo di molteplici sfumature, ma questo aspetto tecnico della Strategia di Lavoro per la Repubblica verrà esposto nelle indicazioni operative più avanti.

Alla prima istanza della petizione del Comitato, rivolta a quelle che considero le avanguardie del Popolo, segue quella che le avanguardie stesse possono promuovere fra i Concittadini.
Per la natura specifica del modello veneziano da cui la Strategia di Lavoro per la Repubblica trae insegnamento, questa Petizione al Popolo presenta molte affinità con una riforma religiosa di tipo morale.   Si chiede infatti al Popolo di ritrovare nelle radici repubblicane di Venezia la fede cristiano-alessandrina che consente lo stato di degni Cittadini Repubblicani.

Come sollecitare questo ripensamento nel Popolo e quali modelli organizzativi suggerire per la transizione morale e civile necessaria sarà oggetto dell’ultimo Capitolo di questa edizione.

Chiudiamo quindi l’argomento sullo sciogliersi del Comitato di Salute Pubblica a Venezia segnalando che i beni strumentali Web e gli archivi informatici dei dati rientrano in esclusivo possesso del Cittadino proprietario, Umberto Sartori, il quale dispone degli stessi sul piano personale nei termini enunciati in questo scritto.

Parimenti su base esclusivamente individuale e personale Umberto Sartori prosegue l’elaborazione e la pubblicazione di questa Strategia di Lavoro per la Repubblica.
Tutti i suggerimenti e le indicazioni operative che compariranno in questa Strategia sono quindi da intendersi come proposta personale dell’Autore all’insieme dei Cittadini.

L’aspetto operativo della Strategia di Lavoro per la Repubblica prevede come unica forma organizzativa sul Territorio l’eventuale sorgere di comitati spontanei ed estemporanei finalizzati alla realizzazione di eventi informativi e di comunicazione.

Il primo obiettivo è la sensibilizzazione del Popolo alla questione morale, nella consapevolezza che questa operazione è profondamente individuale.   Si tratta di una trasmissione possibile solo da individuo a individuo, da me che scrivo a te che leggi, e da te a coloro che ti ascolteranno. La dignità di Cittadino Repubblicano è una qualità strettamente personale.

La percentuale di degni Cittadini Repubblicani nella Popolazione costituisce poi il livello di Dignità Repubblicana di una Nazione.   Far crescere spiritualmente e numericamente questa percentuale non può derivare da un’imposizione di forza, come per molti aspetti era prefigurato dalla Petizione del Comitato di Salute Pubblica a Venezia, ma deve essere frutto di sincero convincimento.
Quel tipo di convincimento che è ottenibile soltanto con la reciproca fiducia personale e che nessuna campagna mediatica può scalzare.

In questa Strategia è essenziale il sollecitare ogni Cittadino Repubblicano a intensificare il proprio impegno individuale in difesa della propria Dignità e di quella della Repubblica.
A questo civile impegno possono essere di aiuto alcuni degli elementi ragionativi e documentali, adatti a sostenere l’impegno repubblicano, che ho esposto ed esporrò in questa Strategia di Lavoro per la Repubblica.   Di altra organizzazione i Repubblicani non abbisognano: loro comune aspirazione è essere organizzati nel concetto di Dignità Repubblicana.


Attualità Operativa del Modello Veneziano

La varietà di culture e tradizioni del nostro Paese deve essere fonte di forza e unità d’intenti anziché di debolezza e divisione.

Quella stessa varietà rende aleatorio ogni tentativo di “svolta nazionale”. Non esiste un riassetto morale del sistema Italia che possa essere operato dall’alto, modificando in una sola operazione il sistema nazionale, che è estremamente complesso e sempre più inefficiente, e la Dignità Repubblicana dei Cittadini.

Si impone la regola informatica di risolvere il problema affrontandolo nei suoi “Semplici” significativi.

Dalle analisi effettuate in questa regola con lo Spirito che animò la Repubblica di Venezia, emerge conferma che l’attuale Stato Italiano non può essere modificato d’un tratto e nella sua interezza in ordine al ricondurlo all’ovile del Buon Governo.

Il problema insolubile di una tale riorganizzazione dell’intero sistema nazionale è posto in evidenza dalla congerie di sottosistemi ridondanti interlacciati, spesso alimentati da variabili estremamente volatili che il sistema presenta.
Questi sottosistemi sono supportati dalle delinquenze di partito nello scope delle loro clientele elettorali e al contempo svolgono funzioni che sempre più a fondo osteggiano le Istituzioni di Difesa della Repubblica, oltre ad assorbirne gran parte delle risorse.

Tuttavia questi stessi sottosistemi attualmente coinvolgono larghi strati della Popolazione, volente o nolente, non è quindi ragionevole pensare che possano venire eliminati con un colpo di spugna prima che se ne sia ben compresa e fatta comprendere al Popolo la nocività sociale ed economica.
Il problema va affrontato e si tratta di un problema di potere politico.

Affrontato nei suoi “Semplici”, il potere politico nella forma repubblicana appare fondato sul governo dei “Territori”, ovvero aree geografiche omogenee per struttura dei luoghi quindi per le problematiche connesse. Tali aree sono in genere contraddistinte anche da specificità culturali e linguistiche.

Questo “Semplice”, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, era chiaro ai Veneziani quanto e più di quanto lo è nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Pur “semplice”, il Fondamento territoriale espone tre categorie principali strettamente pertinenti lo scope del potere politico:

  • - Il Territorio fisico, con tutto ciò che pertiene alla buona gestione del Territorio e delle sue risorse.

  • - La Popolazione, con i suoi sottoinsiemi naturali catalogabili;
    In questo scope è primario lo studio strutturale di quel particolare sottoinsieme che nella Civiltà Repubblicana assume gli obblighi e gli oneri di controllo del sistema e decisionalità politica interna e internazionale.
  • - L’Identità culturale, patrimonio cui si abbevera l’Amor proprio del Popolo e di ciascuno dei suoi Cittadini.

Un altro requisito della prassi informatica è che si realizzi un ambiente in cui il nuovo programma, ovvero una nuova soluzione, possa affrontare il suo collaudo. Ci si riferisce a questa procedura con il termine inglese beta testing.

Così come non si intraprende la costruzione di una Cattedrale senza prima realizzarne uno o più modelli in scala, e così come si collauda un programma in un ambiente delimitato per meglio poterne osservare e correggere gli errori, a maggior ragione è opportuno far agire i “Semplici” di un programma politico innanzittutto in un “Semplice” territoriale specifico e osservabile.   Viene qui naturale proporre Venezia non solo come fonte di insegnamenti repubblicani, ma anche come il “Semplice” territoriale più adatto al collaudo di quel riattualizzato senso repubblicano del Popolo che la Strategia di Lavoro per la Repubblica vuole suscitare.

Venezia sintetizza in questo momento tutte le ragioni e le possibilità di un effettivo mutamento.

È realtà piccola a sufficienza da essere gestibile nella fase sperimentale del riattualizzato sistema di Governo repubblicano e al tempo stesso, per la sua imponente rete di interessi territoriali, commerciali e culturali, è complessa a sufficienza da mettere a buona prova qualsiasi “nuova” classe dirigente e qualsiasi sistema di gestione del Bene Comune.

Non bastasse, in assenza di questo o altro esperimento salvifico, la Città e la sua Laguna appaiono condannate alla distruzione.


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