Venice eXplorer.net Venezia ObServer
Visit venice through her best site | conosci venezia col suo sito più completo
Home
alberghi venezia mappa di venezia storia venezia observer
ristoranti strade negozi venezia cultura
bar & locali trasporti wallpapers & photos contatto mail
Venezia ObServer homepage
Aggiornamento
Pietre di Venezia
Cultura e Arte
Vita Civile
Mare e Laguna
Storia e Aneddotica
Varie
Cose e Chiose
Reportage
Forum
Difesa di Venezia
Mappe di Venezia

Archivio&Ricerca
Inserisci nuovo

Ultimi Commenti
Storia di S.Giorgio Maggiore - Ecco spiegato perchè l`Istituto Cini non può andarsene, by Lucio
VANDALISMO, by Curtisdub
San Giorgio in Alega, by jacques TURCHET
San Giorgio in Alega, by jacques TURCHET
San Giorgio in Alega, by jacques TURCHET
L'assessore al decoro con delega al Turismo ed il ponte dell'Accademia., by nane
Venezia Malvagia ? - Wicked Venice, by Umberto Sartori
La Tirata, by MG
La Tirata, by Umberto Sartori
La Tirata, by Marco Girardi

Venezia ObServer Numbers
7 Sezioni
660 Articoli
1392 Commenti
2362627 Letture totali

Vita Civile ..:Torna indietro:..
I CRETINI E IL NUOVO SACRO ROMANO IMPERO DELL’ISOLA DI SAN GIORGIO
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 24/12/2005 (letto 3569 volte - 3 commenti)

Versione stampabile Versione stampabile
 
“La prevalenza del cretino” è stato uno dei best-seller di venti anni fa: un libro che temo dovrà divenire la mia Bibbia, dopo la lectio-magistralis tenuta, in occasione della presentazione del trasferimento del Cini al Venier, dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari. A chi, infatti, domandava in base a quali leggi, a quali decreti, a quali delibere, a quali volontà, a quali ragioni si dovesse da parte della Provincia e del Comune concedere alla Fondazione Cini l’uso esclusivo di San Giorgio, liberando l’isola dal Polo Nautico che invece lì avrebbe potuto tranquillamente prosperare (con darsena, squero, palestre, piscina, convitto, e spazi ottimali) secondo le volontà testamentarie del conte Cini, il filosofo Cacciari chiariva epigrammaticamente che si è trattato di un «obbligo per le persone intelligenti», perché la distinzione non è «tra destra o sinistra, ma tra intelligenti e cretini. La soluzione Cini era impossibile, punto».

Ebbene questo tipo di intelligenza darwiniana, da legge della jungla, che prevede che alle pretese del più forte non ci si opponga, ma ci si inchini, senza fare sciocche domande, purtroppo non fa per me, povero cretino, che continuo a ritenere possibile un’isola di San Giorgio aperta alla città ed operosa, con tanto di Polo Nautico, di Scuola di Grafica dei Salesiani, di Teatro Verde agibile, di parco aperto ai veneziani, che convivano con una prestigiosa ed internazionale Fondazione culturale come la Cini. Ma non dovrebbe nemmeno essere la regola seguita da chi ha avuto dai cittadini elettori il mandato di amministrare per il bene collettivo di Venezia.

L’isola di San Giorgio, dunque, da oggi – gli intelligenti (ma anche i cretini come me) l’hanno capito! – è allora un territorio franco, un nuovo meraviglioso Sacro Romano Impero, in cui la dirigenza della Fondazione Cini dall’alto dei cieli infiniti della sua superiorità può anche permettersi di interpretare con distacco e spudorata faziosità le scritture che ai cretini non è dato poter sapere leggere ed interpretare, e, da falsa spettatrice, di fare spallucce a chi ricorda le clausole o gli anomali rinnovi ministeriali delle concessioni con quattro anni d’anticipo… Tanto quelli che criticano sono solo cretini, e punto!

Ebbene, che fare? Inoltrerò il mio fascicolo personale, fatto di intelligente disponibilità, a Lor Signori, e richiederò – il capo cosparso di cenere – l’umile possibilità d’ottenere un lasciapassare o un Passaporto d’accesso per il territorio del Sacro Romano Impero di San Giorgio, al fine di potermi recare nei prossimi mesi in visita alle macerie dell’ex Convitto, alle erbacce del Teatro Verde ed ai cantieri (che presto partiranno) della futura caffetteria per studiosi, che potrà finalmente posizionare i suoi tavolini con vista sul Bacino di San Marco, proprio lungo quella fondamenta per troppo tempo infestata dai piedini indegni di marinaretti rigorosamente cretini? E punto?

Oppure dovrò restare cretino, e continuare a combattere per esigere, da veneziano, di armonizzare la presenza di un’istituzione senz’altro prestigiosa e di indiscusso valore scientifico e culturale, come la Fondazione Cini, con il diritto all’apertura alla città di Venezia dell’isola di San Giorgio?

Versione stampabile Versione stampabile
 
Commenti a questo articolo
Inserire nella casella di testo
i 5 caratteri mostrati nell'immagine
Nome
Email
Sito
Commento
 
Inviato da: Alvise (pietroalvise.gaggio@libero.it)

Ormai credo, anche se non voglio ammetterne la realtà, noi veneziani, siamo arrivati al famoso punto critico di “non ritorno”. Gli ultimi dati statistici riportati recentemente da alcuni quotidiani fanno tremare i polsi a chiunque li abbia letti (chi invece, pare non si preoccupi eccessivamente, è la nostra solerte Amministrazione). Causa primaria della massiccia espulsione di noi veneziani, ma anche delle relative attività economiche di servizio: la continua ascesa del costo del mattone, alimentato dalla massiccia richiesta al mercato di alloggi da destinare ad uso abitativo transitorio e (aggiungo io, speculativo e con facili guadagni esentasse) per il grande mercato turistico veneziano in continua espansione (dependance alberghiere, bed & breakfast, alloggi, pensioni, affittacamere ecc.). Non da meno quello universitario (studenti e operatori del settore) che si è voluto scaricarne le ovvie richieste sul mercato immobiliare privato anziché prevedere la costruzione di “campus” residenziali pubblici. Certo è che anche il potere religioso, sta contribuendo di “suo” nel mare della propria notevole eredità immobiliare (si leggano le continue tensioni economiche nei rapporti con i propri inquilini in Città). Non solo, recentemente leggo con amarezza, certi orientamenti, trasformazioni, impostazioni, privilegi di alcuni “Poteri Forti” in Città che, come unico fine, fanno pensare alla decisa volontà di insediare nella bella e attraente nostra Venezia, il loro “orticello”. Caso emblematico quello della Marina Italiana. Chiedo ai veneziani, quale scopo o piano tecnico strategico militare, può ancora significare il Centro storico di Venezia ed assumerne una così tale importanza nello scacchiere odierno europeo sino alla necessità di continuare ad occupare aree notevoli: non solo l’Arsenale, ma anche adiacenti, come la caserma (si fa per dire) “Cornoldi” (ex Monastero del Santo Sepolcro in Riva degli Schiavoni con vista a 360° del Bacino S. Marco), gli ex forni militari della Repubblica, ed altri edifici limitrofi, tutti perfettamente restaurati con foresterie, circoli, sale convegni e pernottamenti in Città. Altri insediamenti si possono incontrare in area idroscalo - Forte Sant’Andrea. Ma la mia domanda non finisce qui, prendiamo in esame l’isola di San Giorgio con il previsto progetto di ristrutturazione da 30 milioni di euro dell’intero sito comprendente l’hotel per cervelloni nella nuova “Cini” (con la benedizione dei Benedettini: foresteria al posto delle ex officine dei Salesiani, una biblioteca nella Manica lunga, un centro espositivo e di ricerca negli spazi dell’ex convitto, bar ristorante con vista bacino, mentre la vecchia piscina sarà trasformata in centro polivalente per sport e spettacoli, tutto ciò senza considerare il teatro e forse anche la creazione di un Labirinto di Borges). Mentre il Centro Nautico Veneziano è stato espulso dall’isola (come noi veneziani da Venezia!). Segnalo anche, che qualora il residente veneziano, “pretendesse” visitare l’isola, dovrebbe obbligatoriamente prenotarsi per la visita guidata (si ricava l’impressione “forse come un turista”?). E pensare che quest’isola antichissima ed originariamente proprietà della famiglia Memmo, fu donata nel 982 d.C. dall’allora Doge Tribuno Memmo, ai Monaci Benedettini in perpetuo (sottolineo in perpetuo). Vorrei allora, ci spiegassero come si è arrivati a tutto ciò! Anche la Guardia di Finanza non è da meno con il suo splendido appezzamento alla Giudecca (vista mozzafiato del bacino San Marco) pensiamo al notevole risparmio che lo Stato (siamo noi) potrebbe ottenere se ad esempio, l’Arma fosse agli Alberoni. Idem come sopra, la Capitaneria di Porto che oltre ad altre sedi, occupa l’immobile dell’ex “Magistrato de la Farina” (costruzione Lombardesca fine XV sec.) fronte la stupenda vista dell’ex Dogana da Mar ed isola di San Giorgio e così via. Ormai, cari e pochi ultimi veneziani, dobbiamo amaramente convincerci tutti che in realtà, siamo solo una presenza ingombrante che va eliminata! Questa è l’unica triste e vera tangibile realtà! Evviva il “Potere Forte”, ed evviva anche “questo Turismo di massa”, aggiungo io!
inviato l'01 maggio 2006 al Gazzettino e La Nuova Venezia e attualmente non ancora pubblicato.

Inviato il 06-05-2006 02:39
Inviato da: ferdinando

come si commenta una prevaricazione costante e insolente di questo genere? niente di meglio di un buon noto proverbio nostrano- IL SAGGIO NON SA'NIENTE;L'IGNORANTE SA' TANTO,IL MONA SA'TUTTO!!

Inviato il 25-01-2007 16:05
Inviato da: DANIELE

VENEZINI TRADITI DA UN VENEZIONO,

OPINIONE DI UNO CHE VENEZIANO NON E' MA CHE DEVE MOLTO A VENEZIA E ALL' ISTITUTO MARINARO G.CINI.
PRIMA: GIOVINE SBARBATELLO, ZUCCONE E POCO PROPENSO ALLO STUDIO.
POI: UOMO, TECNICALMENTE PREPARATO CON UNA PROFESSIONE IN TASCA
COSA (SCUSATE SE POCO) CHE MI PERMETTE ANCORA OGGI DI GODERE DI UNA VITA ONESTA, E AGIATA CON TUTTA LA MIA FAMIGLIA.
DISPIACE VEDERE INTERESSI SPECULATIVI PREVALERE SU UNA SCUOLA CHE FORGIAVA RAGAZZI INSEGNANDO LORO I GIUSTI VALORI DELLA VITA E UNA PREPARAZIONE PROFESSIONALE RICONOSCIUTA DALLO STATO ITALIANO E ALL' ESTERO.
CHE DIRE….. SI SONO ARRESE LE STRUTTURE MA NON I NOSTRI CUORI, I NOSTRI
SENTIMENTI RIVOLTI QUELLE PERSONE CHE HANNO CREDUTO IN NOI TRASFORMANDO QUEI FAMOSI RAGAZZACCI IN UOMINI POSITIVI.
D.D.

Inviato il 11-06-2007 16:03
 


© veniceXplorer.net, 2001 - 2024