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Sordina... - o illusione ottica?
di Umberto Sartory - inviato il 31/05/2001
Ho come la sensazione che l'articolo di Simone Carraro sia scritto osservando il problema veneziano
attraverso un prisma che ne devia l'asse ottico.
I responsabili del degrado della nostra città non possono essere additati nei pur ricchi e famelici
acquirenti: se un bene è posto in vendita legalmente, chi lo comperi non è imputabile.
Direi di più: Istituzioni serie, come la Guggenheim o la fondazione Gates sono legittimate a
sentirsi salvatrici di beni culturali, nella misura in cui li sottraggono al controllo di
amministratori bananieri. Nè più né meno di come si poteva sentire Bernard Berenson quando spediva
in America opere che marcivano in pievi diroccate
Diverso il discorso per chi un bene pubblico tratta come cosa privata, proprietà di una consorteria
di amministratori infedeli, corrotti e corruttori. Quella stessa consorteria che con i
finanziamenti pubblici speciali per la salvaguardia di Venezia ha comperato invece la propria
persistenza al potere.
Quella stessa consorteria che è riuscita ad appiattire le due principali testate giornalistiche
della città su una posizione di prona acquiescenza alla medesima demagogia.
Quella stessa consorteria che ha deviato le competenze e i finanziamenti dei lavori pubblici dai
loro legittimi referenti democratici, gli assessorati, verso società di fatto private, costruite
ad hoc con l'evidente caratteristica di voler sopravvivere ai rivolgimenti della volontà
popolare.
Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà: non è Gates il pericolo per Venezia, né
lo è la fondazione Guggenheim; il vero pericolo, i veri responsabili, vanno cercati molto più
vicino.
Non è difficile scorgerli, questi veri nemici della città, prima di tutto negli atteggiamenti
disfattisti: non si può fare niente, tanto a decidere sono sempre loro.... Che sarebbe, fuor di
eufemismo: E' una lotta difficile, io mica ci ho voglia....
E ancora nell'obesa consociazione di interessi creata in città dalle amministrazioni sinistre di
questi ultimi anni, che per miopia intellettuale e speculativa ha confermato nei ruoli
amministrativi quella casta di barbari che, dopo aver rubato ponti, fontane, masegni e quant'altro,
adesso vuol vendere la fontana di Trevi al turista americano.
Solo che stavolta il truffatore non è Totò e il truffato è il popolo veneziano.

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