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mal comune - mezzo gaudio
di simone carraro - inviato il 25/06/2001
Ho letto sul Gazzettino delle vicissitudini che anche la Canottieri Querini sta passando con il
Comune di Venezia.
Per carità, nulla a che vedere con i “problemini” della Canottieri Bucintoro di cui vi ho scritto
in passato, ma pur sempre fastidi da risolvere a suon di avvocati.
Il motivo del contendere è il tratto di fondamenta antistante il cantiere che, da sempre, è
occupato dalla Querini. Per chi non è pratico dirò che è l’estremità di una fondamenta che muore su
un canale e che quindi non porta da nessuna parte. Non parliamo, insomma, di un tratto di strada di
passaggio.
“E’ un pezzo di strada pubblica” dice il Comune “e dunque dovete pagare l’affitto”.
Sarà vero, non ne dubito. Ma possibile che il Comune di Venezia abbia bisogno proprio di quelle
quattro lire? L’Ufficio Patrimonio forse non sarà dispensato dal compiere con zelo il suo dovere,
ma c’è un limite alla decenza. Possibile che non dialoghi con gli altri uffici del Comune e che non
venga trovata una soluzione, senza passare per forza attraverso la pubblicità negativa sui
giornali?
Esiste l’istituto della concessione in comodato gratuito, esiste la possibilità di erogare
contributi di importo pari a quanto dovuto…
Perché – sono sempre più convinto che l’Ufficio Patrimonio proprio non lo abbia capito – la
Querini, esattamente come la Bucintoro, da ben prima della nascita di qualsiasi funzionario
dell’ufficio citato, svolge un ruolo sociale a Venezia.
I problemi in cui si dibattono le due storiche società per garantire la loro sopravvivenza non
lasciano spazio alla soluzione di ulteriori problemi rappresentati dal Comune.
I nostri amministratori, come minimo, dovrebbero aiutare a risolvere i primi, non certo a creare i
secondi.
Banale, no? Eppure…

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