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Lo scandalo dei 37 posti del Garage Comunale -  
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 07/03/2002
Poter disporre di un parcheggio per la propria automobile facilmente accessibile è per i cittadini veneziani, soprattutto per quelli più giovani e che sono costretti a lavorare in terraferma, non solo una necessità ma anche un diritto sociale, cui un’amministrazione seria dovrebbe farsi onere, soprattutto se volesse contrastare in modo concreto la tendenza all’esodo da Venezia. Invece pervicacemente, nonostante le parole, le azioni dell’amministrazione comunale si muovono in direzione opposta, ed il caso clamoroso dell’Autorimessa Comunale di Piazzale Roma è emblematico. Infatti, se già in modo grave alla fame di posti-auto al Comunale da parte dei veneziani (basti vedere le innumerevoli richieste inevase) l’amministrazione ha risposto con tempi biblici e con scarsa chiarezza nell’assegnazione dei punteggi e nella formulazione delle graduatorie (al punto che ormai numerosissimi sono i ricorsi, i malumori ed i sospetti), addirittura in modo scandaloso, e in controtendenza rispetto alle motivazioni che l’hanno fatta nascere, l’Asm ha deciso di utilizzare parte del Garage Comunale per realizzare nuovi posti auto coperti, ma non per i veneziani! Sto riferendomi alla dolorosa vicenda dell’ex Officina del Comunale, che, nonostante la forte opposizione del sottoscritto nel CdQ2 (il cui Consiglio ha poi votato, proprio per le motivazioni da me prodotte, contro il progetto) e nonostante un’inutile interrogazione presentata all’assessore competente, è ormai diventata operativa come “aggiunta” al Park Sant’Andrea (l’ex Aci), utilizzabile solo per transito con tariffa oraria. Si tratta di 37 posti auto al coperto, con annessi servizi igienici, che invece di essere dati in abbonamento a veneziani, vengono fatti fruttare dall’Asm con i soldini dei turisti di passaggio. Una vergogna, politicamente parlando, se si pensa che lo scopo per il quale Asm era stata istituita doveva essere: “la strutturazione dei sistemi di accesso alla città e di interscambio, attraverso la progettazione e gestione dei terminal della gronda lagunare, in modo tale da permettere forme di coordinamento e di controllo degli arrivi a Venezia”; cioè una filosofia improntata al: fuori le macchine dei foresti dalla città storica (da relegare nei terminal) e solo auto dei residenti a Piazzale Roma. Invece i terminal, nonostante il Giubileo e le promesse delle giunte Cacciari e Costa, restano ancora lontane ipotesi, e i veneziani giovani, che ancora non hanno lasciato la città e che vogliono vivere a Venezia ma devono lavorare e spostarsi anche in terraferma, sono costretti al desolante Golgota del Tronchetto, un’umiliazione oltre che una scomodità: per alleviare la quale le promesse di un nuovo garage nel deserto della Marittima o di una funicolare a pagamento gestita in monopolio dall’Asm certo non offrono grande sollievo né alimentano grandi speranze. E per dire, infine, in quale strano modo sia considerata la questione terminal ed arrivi in città dalla Giunta Costa, vorrei ricordare che, in fase di presentazione del Bilancio, fra le società di poco interesse e quindi passibili di totale privatizzazione c’era proprio l’Asm.

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