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Che destino ingrato... - Le vicissitudini della Bucintoro con il Comune di Venezia
di simone carraro - inviato il 28/02/2003
Che destino ingrato…Appena allontanata la spada di Damocle della Guggenheim (per quanto tempo non è dato sapere) eccone comparire un’altra più minacciosa: quella del Comune.Il problema era noto, è vero. Ma nessuno si aspettava una recrudescenza così secca, così inattesa.Che il Comune avesse titolo di richiedere il canone di locazione alla Bucintoro (come a chiunque altro occupi spazi comunali a qualsiasi titolo) è sacrosanto. Ma che non si sia minimamente curato di trovare una soluzione del problema diversa da quella di mettere in mora il glorioso locatario appare quasi comico.Cosa ci è andato a fare Mognato (vice di Costa e assessore allo sport) all’Assemblea Annuale Unasci nei giorni scorsi, appare un mistero. Come si può plaudire e patrocinare l’associazione che si prefigge di mantenere in vita e perpetrare nei secoli la tradizione delle società sportive italiane ultracentenarie e, contemporaneamente, togliere la spina a quella di casa che, forse meglio di ogni altra, le rappresenta?Così è il Comune. Verrebbe da dire che, evidentemente, la mano destra (il patrimonio) ignora quello che fa la mano sinistra (l’assessorato allo sport). Eppure, nei colloqui che ci sono stati in passato, Mognato (e prima Vianello) è stato messo al corrente di tutto, come Orsoni, Cortese e compagnia bella.Come sa perfettamente che la Cattedrale nel Deserto di Sacca San Biagio è in alto mare, che non è sfruttabile, che manca di infrastrutture indispensabili per lo svolgimento delle nostre attività. E che noi della Bucintoro non siamo assolutamente in grado di gestirla con le sole nostre forze.Sono due questioni diverse, è chiaro. Nessuno di noi ha mai accettato il baratto Saloni alle Zattere contro San Biagio. Ma almeno ci fosse stata offerta la seconda in cambio dei primi, se non altro per addolcire la pillola. Invece no: “O pagate o smammate”.Pagare non possiamo: di questo sono certo. Ho l’onore di essere il tesoriere del sodalizio e ne conosco gli estratti conto meglio di quanto non conosca il mio.Potremmo pagare quanto il Comune ci chiede (magari con un pagamento molto dilazionato) ma per farlo dovremmo mettere mano allo statuto. Dovremmo cambiare il nostro fine istituzionale: da “promozione dell’attività di voga in ogni sua forma” in “pagamento delle locazioni comunali (pregresse e future)”.

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