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"PIETAS" E DIRITTI
di ENZO PEDROCCO - inviato il 25/04/2007
Un’immagine tutt’altro che edificante e alquanto eloquente delle sgradevoli e disagevoli situazioni in cui è possibile imbatterci, ahinoi, muovendoci per Venezia di sera, anche in ore non particolarmente notturne.

Da parte di qualche “anima bella” dei servizi sanitari e assistenziali mi si obietterà che il signore comodamente sbracato sui sedili dell’imbarcadero – impedendo, naturalmente, agli altri utenti Actv di fruirne come sarebbe loro diritto – è un noto ex-tossicodipendente uscito letteralmente di testa da lunga pezza e affatto incapace, perciò, di intendere e di volere: in altre parole, che si tratta di un “povero diavolo” nei confronti del quale, non fosse che per un briciolo di pietas umana, non mette assolutamente conto prendersela e sia senz’altro il caso di lasciar correre.

Ma così facendo, lasciandolo cioè liberamente e impunemente fare il proprio comodo in ossequio alla comprensione e alla tolleranza, mi domando che fine farà, inevitabilmente, il sacrosanto diritto dei cittadini comuni a vivere in un contesto civile e sicuro, in cui potersi liberamente muovere senza che i propri diritti possano venire conculcati o vanificati, in un modo o nell’altro, da chicchessia.

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