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L'INCERTO FUTURO DI VENEZIA
di ENZO PEDROCCO - inviato il 04/08/2007
Un’anziana ospite dell’Opera Pia Zuanne Contarini, a Cannaregio, accompagnata dalla propria badante per i suoi quattro passi quotidiani. L’elevata percentuale di anziani fra la residua popolazione veneziana – ridottasi gradualmente, in questi ultimi anni, a poco più di 60.000 residenti – ha, fra le altre conseguenze, un considerevole divario tra morti e nascite, con una netta prevalenza delle prime sulle seconde.


L’INCERTO FUTURO DI VENEZIA


PRIVA DI RICAMBIO GENERAZIONALE E SENZA UN PIANO PER PORVI RIMEDIO, VENEZIA RISCHIA DI AVVIARSI INESORABILMENTE VERSO LO SPOPOLAMENTO E LA PERDITA DI QUELLE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE CHE L’HANNO FIN QUI CONNOTATA

In base a dati resi noti recentemente dal Servizio Statistica e Ricerca di Ca’ Farsetti, Venezia, in questi ultimi mesi, ha registrato un ulteriore e considerevole calo della sua popolazione, che ha colpito soprattutto il Centro Storico e, in misura minore, l’Estuario. Da fine dicembre 2006 a fine giugno 2007, il centro storico ha perso infatti ben altri 445 abitanti, passando dai 61.611 di sei mesi fa ai 61.166 di fine giugno, con un saldo passivo, tra nati e morti, di oltre 200 unità. Mentre nelle isole, negli stessi mesi, si sono persi meno di cento abitanti (da 30.702 a 30.625) nonostante un saldo negativo tra nati e morti di circa 110 unità.

Contrariamente a ciò che verrebbe istintivo pensare, tale declino demografico non va imputato tanto al cosiddetto “esodo”, rimasto pressoché costante nel corso degli anni e compensato da un crescente flusso di immigrati stranieri, quanto piuttosto al divario tra morti e nascite, con una netta prevalenza delle prime sulle seconde, dovuto in larga misura al marcato invecchiamento della popolazione veneziana, di cui ognuno può facilmente rendersi conto, del resto, guardandosi intorno un po’ dovunque, ma soprattutto nelle zone più periferiche e meno affollate della città, predilette proprio per questo dagli anziani, sia soli che accompagnati, per la loro boccata d’aria giornaliera o per i loro quattro passi quotidiani.

Con la sua popolazione ridotta ai minimi storici e priva del necessario ricambio generazionale, Venezia rischia perciò, a scadenza più o meno breve, di avviarsi inesorabilmente verso lo spopolamento e alla conseguente perdita di quelle caratteristiche socio-economiche che l’hanno fin qui connotata, per divenire ciò che un po’ tutti, a parole, paventavano che divenisse, ma che non hanno fatto nulla, di fatto, per impedirlo.

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