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Strategia di lavoro per la Repubblica: i partiti attaccano l'Artigianato | |
di Umberto Sartori - inviato il 18/04/2011 | |
L'attacco all'artigianato e alla piccola impresa con le aberrazioni fiscali e legislative Preleva la versione in pdf di questo documentoRiprendiamo il sommario degli Articoli Costituzionali infranti dal sistema caotizzante dei partiti. L’Articolo 45 della Costituzione, come abbiamo visto, pone la tutela Repubblicana sull’artigianato. Il bastone prende la forma di un legiferare normativo e tributario mostruoso che rende praticamente impossibile una onesta attività in proprio. La tassazione è esosa, presuntiva e persino talvolta anticipata; le norme di assunzione al lavoro innaturali. L’attività burocratica necessaria all’artigiano viene resa talmente fumosa e complessa, con sanzioni per semplici errori formali tanto esorbitanti, da costringere anche un semplice ciabattino ad avvalersi della consulenza almeno di un commercialista, più spesso anche di un consulente del lavoro e di un avvocato, senza che questi aiuti siano sufficienti a garantirlo sulla “regolarità” della propria impresa. A questo punto entra in campo la carota, sotto forma dell’offerta al “ciabattino”, in cambio della sua sottomissione a “massa”, di un posto fisso come dipendente, a stipendio basso ma garantito, con la promessa di assistenza e pensione; sul piatto dell’offerta brilla la liberazione dall’odiosa e pericolosa farragine burocratica imposta a ogni scelta indipendente dalla tirannia dei partiti. Ho con i miei occhi potuto vedere la stragrande maggioranza del corpo artigiano della mia città scivolare individuo dopo individuo nella massa che affolla e ingombra gli uffici paga di Comune, Provincia, Regione, Ministeri e altre aziende pubbliche e private occupate impunemente dall’arroganza dei partiti. Non si tratta soltanto dell’artigianato di servizio, ma anche di quello artistico, da secoli fiore all’occhiello di Venezia e della Penisola Italica. Agli artigiani irriducibili non viene lasciata che la scelta tra l’impopolarità generata dall’alto costo delle loro prestazioni o lo svolgere clandestinamente il loro lavoro. Attaccando e distruggendo le botteghe artigiane e il piccolo commercio, i partiti hanno ottenuto non soltanto la massificazione faziosa dei singoli imprenditori, ma anche di danneggiare gravemente la rete naturale di unità popolare che in ogni civiltà si tesse attorno alle botteghe artigiane e di commercio al minuto. L’asocialità in cui il legiferare partitico ha costretto le oneste professioni ha fatto sì che queste si tingano di colori antisociali ovvero si mescolino sempre più spesso con attività illegali, le sole in grado di produrre ricavi capaci di far fronte alle spese burocratiche di gestione dell’impresa. In questo il sistema partitico si mostra estremamente incline a quella tutela che dovrebbe invece all’artigianato: nel tutelare le azioni criminose svolte sotto la parvenza di una lecita attività. Ovvero le azioni private simili a quelle che pubblicamente i partiti compiono per mantenere il loro dissennato potere. Così facendo i partiti demoliscono quella rete virtuosa e di fiducia reciproca che le botteghe piccole e grandi supportano, per installare al suo posto precarie reti di complicità criminosa a completo danno dei singoli Cittadini, della Repubblica e della Civiltà. Riguardo all’Articolo 52 della Costituzione, L’Articolo 52 è strettamente legato al concetto dell’inalienabilità del Demanio, che mostra ogni vendita di Bene Pubblico Storico o essenziale come chiara omissione di difesa della Patria. “Art. 54 - Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. Le Leggi sono state rese innumeri e illeggibili al comune Cittadino, la fedeltà alla Repubblica non è più richiesta neppure nei servizi a Questa essenziali, con la legalizzazione dello sciopero estortivo selvaggio. “Art. 98 - I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”. Interi settori della Magistratura attuano campagne di fazione che, assai prima che agli avversari, arrecano grave danno all’immagine internazionale e all’economia nazionale italiana. Ricordiamo per esempio gli “avvisi di garanzia” recapitati a un primo ministro precisamente in occasione di una sua presenza al massimo summit internazionale dei Capi di Stato. “Art. 99 - Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive,..” Il “consiglio economico” del paese appare sempre più affidato a sedicenti esperti e consulenti che non rappresentano affatto il fior fiore delle categorie produttive, ma una categoria a sé, completamente parassitaria e strettamente legata alle attività criminose antirepubblicane dei partiti. “Art. 139 - La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Il concetto e la forma di governo repubblicano vengono ribaditi come il cuore dela Nazione Italica ; prima di ogni altro valore civile viene posta questa scelta, l’esistenza di un Bene Comune del Popolo il cui diritto va difeso prima di quello di ogni singolo Cittadino. Questa consapevolezza, che già lo apre nell’Articolo 1, viene a concludere il Testo costituzionale con una accezione ancor più perentoria, eppure i partiti del tutto la ignorano, ponendo spesso, come abbiamo visto nelle “leggi” e purtroppo anche in alcune “sentenze” Costituzionali, l’interesse della persona e della fazione al di sopra di quello della Repubblica. Quest’ultima è lasciata in balia di bande ciascuna impegnata nel trasformare porzioni di Res Publica in possedimenti di res privata. Questa sommaria disamina dell’attività legiferante di un Parlamento in balia delle fazioni è da sola più che sufficiente a dimostrare che le attuali associazioni di partito svolgono, singolarmente e in concorso tra loro, gravi attività antirepubblicane e antidemocratiche. All’attività di usurpazione della territorialità del Parlamento e di intorbidamento delle leggi fa riscontro quello che ogni comune Cittadino quotidianamente verifica nell’andamento della vita civile:
Il sistema fiscale merita alcune precisazioni. Abbiamo già visto che i partiti hanno ampiamente abusato di questa struttura per distruggere la funzione sociale e repubblicana dell’artigianato, ma altri e più esplicitamente avidi abusi essi commettono contro il buon rapporto dei Cittadini con l’Erario.
Tali comportamenti, lesivi degli elementari diritti del Cittadino Repubblicano, vanno a tutto detrimento del rapporto di stima e fiducia che dovrebbe legare il Cittadino alle Istituzioni Repubblicane e in particolare a quella Erariale. L’uso di addebiti presuntivi e anticipati si stà velocemente estendendo anche nel pagamento dei consumi alle grandi aziende di servizio che i partiti si infeudano. Non si tratta soltanto del un fattore di danno economico reciproco, ma di una ben più grave conseguenza morale nella percezione naturale del Diritto da parte del Cittadino. È opportuno a questo punto ricordare la ragione per cui la scienza che studia e informa le Leggi si chiami “Diritto” e non “Dovere”. Le Leggi sono infatti partorite dalla Civiltà allo scopo di tutelare gli elementi più deboli dalla sopraffazione dei più forti, a trasformare cioé lo stato di branco animale in quello di società civile umana. È più che evidente che le Leggi impongono Doveri e comminano sanzioni ai trasgressori, ma questo atteggiamento si fonda non sui doveri che si vanno a imporre bensì sul proteggere con essi il Diritto umano proprio della Civiltà stessa e del singolo Cittadino, anche quando fisicamente debole, mediante la potenza dello Stato. È un principio che il Cittadino repubblicano non deve mai perdere di vista. Se una “legge” nasce priva di un chiaro diritto da tutelare e tuttavia impone “doveri” o, peggio, se viene concepita al fine di difendere il malcostume e di procurare illeciti guadagni agli usurpatori della Repubblica, essa non merita il nome di Legge, ma quello suo proprio di - sopruso. Alle Leggi che dovrebbero tutelare il Diritto i partiti vanno sostituendo innumerevoli norme che attuano soprusi. La percezione innata del sopruso, tipica del Cittadino Repubblicano, provoca nello stesso comportamenti di tipo difensivo, che, in assenza di una tutela legale efficiente, lo spingono nella fittizia illegalità instaurata dai partiti, sotto la personale copertura morale del diritto alla legittima difesa. I partiti non sanno infatti garantire alcun assetto legislativo stabile e chiaro nemmeno a livello erariale, e questo tiene il Cittadino, oltre che esposto ai soprusi, in una condizione di forzata incertezza sulla propria onestà e lealtà verso lo Stato, mentre sempre più pesantemente vede lo Stato stesso allontanarsi da quegli obblighi nei suoi confronti. Questa situazione favorisce la diffusione tra i cittadini di attitudini sostanzialmente criminali, per forzarli alla complicità e alla connivenza con i crimini delle bande partitiche.
L’osservazione di VeneziaRiteniamo che le prove di quel che abbiamo affermato sull’infedeltà dei partiti verso la Costituzione Repubblicana possano essere facilmente evidenziate, oltre che nelle legiferazioni che abbiamo visto, nelle cronache giornalistiche degli ultimi decenni: una organizzazione di dati reali, rilevati localmente su Venezia negli ultimi 12 anni, è consultabile presso: http://www.ourvenice.org. Ben più che dalle cronache e dalle campagne falsificate dei mass-media, infatti, noi abbiamo tratto conclusioni politiche generali dall’osservazione diretta di un modello specifico. Essa è infatti città ricchissima e al contempo pressocché spopolata, condizioni che la pongono come terra di conquista per chiunque, partiti e persone, abbia in spregio il Popolo, la Repubblica e la Civiltà. Qui, oggi, le risorse vengono razziate dai partiti per mantenere le loro clientele, in maniera più grossolana ed evidente che altrove: i razziatori si sentono infatti coperti sia dalla fama incantatrice che la città ha sul resto del mondo sia dall’essere lontani dagli occhi di un qualunque elettorato numericamente significativo. Al contempo, la natura profondamente repubblicana di Venezia non può sopportare tale ondata di barbarie e la indica e denuncia a chiare lettere con il suo stesso decadimento fisico-artistico, prima che con le mie parole che quel decadimento interpretano. Il comportamento del sistema partitico da noi osservato e documentato in oltre dieci anni su questo campione sociale, ci consente di affermare che le associazioni di partito non applicano la Sinergetica in funzione Nazionale, e per lo più nemmeno come metodo interno. Pascendosi di malaffare e di saccheggio, esse generano oclocrazie. Oclocrazie, ovvero sistemi in cui le decisioni collettive vengono affidate ai peggiori tra i cittadini, a coloro cioé che si sono mostrati eccellere nella dinamica criminale dei partiti, ovvero quelli tra coloro più abili nello “sporcarsi le mani” sporcando al contempo gli altri con le proprie calunnie o delazioni. Questi soggetti non sono, purtroppo, i più abili nel guidare un Popolo nella prosperità e nella democrazia della Repubblica, anzi sono i meno adatti. Per questa ragione il loro sistema economico è bancarottiero e catastrofico. Non si contano le catastrofi ambientali causate dall’insipienza e dalla mancata lungimiranza della barbarie partitica. Questo discorso non vale solo per l’Italia e le sue innumerevoli discariche tossiche, basti ricordare le due centrali atomiche fuori controllo e gli sversamenti inarrestabili di petrolio da navi e piattaforme. Proprio mentre effettuo la revisione definitiva di questa Strategia, nel Marzo 2011, il Giappone paga un tributo tremendo all’insipienza delle sue classi dirigenti formate in partiti o lobby di stampo consumistico filo-occidentale. I partiti e i loro mass-media, assieme alle componenti più barbare del capitalismo privato, sono accesi sostenitori di questa teoria economica demenziale, perché l’incentivazione dei consumi si traduce in una esponenziale crescita del gettito da imposte indirette, dette appunto imposte sui consumi, che assieme a quelle sui servizi sono la principale causa dell’inflazione e della lievitazione dei prezzi, pur a fronte di un costante avvilimento della qualità dei beni acquistati o consumati. Da Veneziano concordo con il Governatore di Tokyo, che identifica nella catastrofe naturale senza precedenti l’ira del Cielo per l’indegnità ed egoismo materialista degli uomini. In questo particolare caso, paradossalmente, il sistema di lavaggio del cervello e di manipolazione dell’informazione ci lascia una incertezza che possiamo trasformare in speranza. Se è possibile che questi disastri siano stati minimizzati, è assai più probabile, a mio modo di vedere, che siano invece stati pompati, sia nell’ottica del conflitto interno alle parti (“petrolieri” contro “nucleari”), sia soprattutto con l’intento di diffondere la paura fra i Cittadini. La perdita dell’appartenenza territoriale causata nei rappresentanti del popolo dalle loro militanze di parte priva il Territorio dei suoi dominus. La scelta di vita materialista ed egocentrica, che caratterizza gli oclocrati, li rende estranei non solo alla Repubblica, ma anche alla tutela del loro Territorio natale. Ancora Venezia è oggi in sé prova evidente di quel che affermo, ma non per questo è nata questa città. Le vestigia di Venezia sono paradigma di Buon Governo e di Repubblica, e da esse trae nutrimento questa Nuova Strategia, che vuol ricondurre i Popoli Italici all’armonia repubblicana che essi si sono auspicata e sancita nella Costituzione. |
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