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Strategia di Lavoro per la Repubblica: attualità operativa del modello veneziano (segue)
di Umberto Sartori - inviato il 22/06/2011

Un po' più in dettaglio sulla Struttura organizzativa Repubblicana.

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Un altro aspetto della vita repubblicana che è necessario enunciare in questo scritto, riguarda la volontà della Repubblica di espandersi e di costituire Unità Nazionale, superando i confini del “Semplice” territoriale.   Oltre che di Magistrature per il Dominio Interno, a questo scopo ogni “Semplice” territoriale deve quindi dotarsi di opportune interfacce da esporre ai rapporti con gli altri “Semplici” territoriali, nell’intento di promuovere e sostenere le Entità federative cui abbiamo precedentemente accennato.

Come già era stato intuito dalla struttura Imperiale Romana, questo tipo di aggregazione procede per categorie e gradi di affinità.

A differenza dell’Impero, che necessitava di mediare questa intuizione con il mantenimento di un apparato centrale basato sulla forza, la Repubblica, dislocata amministrativamente nel Territorio e basata sulla convinzione, può permettersi di applicarla appieno.

Le categorie di affinità sono principalmente due, quelle fisiche territoriali e quelle astratte in ambito culturale. Esiste una terza categoria, partecipe di entrambe le nature: quella etnica.

A loro volta, le affinità territoriali sono di due tipi: quelle determinate da similitudini fisico-orografiche e quelle determinate dalla contiguità dei Territori.   L’organizzazione della Politica inter-territoriale deve seguire modalità analoghe a quelle della variazione del Territorio. Su ogni mutamento significativo del “paesaggio”, su ogni “confine” naturale, ciascun “Semplice” territoriale provvede uomini incaricati di mantenere e implementare la giunzione, operando questi Magistrati, riuniti in Consiglio Inter-territoriale, esclusivamente nell’interesse riunito delle Comunità coinvolte.

In base alle indicazioni e ai programmi di questi Consigli le Magistrature strettamente territoriali organizzano, gestiscono e realizzano localmente, su protocolli comuni con risorse condivise e ripartite, le corrispettive strutture necessarie alle Opere inter-territoriali, sia fisiche che culturali.

Non è fuori luogo ricordare che tali Opere sono riconducibili a un singolo insieme, che comprende tutte le opere necessarie alla comunicazione, dove si intende questo termine nel senso più stretto e più ampio al tempo stesso. Comunicazione in quanto contatto fisico e comunicazione in quanto veicolazione di un messaggio, sia esso messaggio una lettera, una merce, una sorgente energetica, un sistema concettuale, un uomo.   Mi appare dunque consono chiamare queste Istituzioni Magistrature di Comunicazione.

La Magistrature di Comunicazione hanno il compito di percepire le necessità emergenti nei rapporti inter-territoriali e di riferirne al Senato.
Esse hanno potere progettuale solo quando riunite in Consiglio Inter-territoriale, nel quale ogni Magistratura di Comunicazione riporta la decisione del proprio Senato.

I Consigli Inter-territoriali esercitano funzione di controllo sull’esecuzione e il buon andamento delle Procedure Amministrative Locali, ma non gestiscono direttamente e unitariamente la fase esecutiva dei progetti, che è competenza esclusiva delle Magistrature Amministrative territoriali.

Le telecomunicazioni, gli energodotti, le strade terrestri, marine e aeree pressocché esauriscono le necessità di coordinamento inter-territoriale per quel che riguarda i Lavori Pubblici.

Il veto motivato da opportuna valutazione del proprio rapporto vantaggi-svantaggi nel progetto, da parte di uno dei “Semplici” inevitabilmente coinvolti è, di norma, sufficiente a determinare l’archiviazione di un progetto inter-territoriale. Il Consiglio Inter-territoriale ha facoltà di imporre a tutti i Senati inevitabilmente coinvolti un progetto, quando sancisca per il progetto stesso la condizione di vitale importanza Repubblicana in caso di conflitto internazionale o di altra gravissima calamità, con la maggioranza di 3/4 dei suoi Membri.

Progetti di rilevanza economica inter-territoriale in cui la ripartizione vantaggi/svantaggi non sia condivisa e accettata all’unanimità possono dar luogo all’offerta di compensazioni da parte dei componenti più avvantaggiati dal progetto, ed è facoltà degli svantaggiati l’accettare o meno queste offerte.   Da tali contrattazioni sono esclusi i veti posti per vincoli paesaggistici o culturali e quelli motivati da ragioni di Ordine Pubblico.

Indipendentemente da quanti Membri ciascun “Semplice” ritenga di adibire alle mansioni di Comunicazione, le Sedute di Consiglio Inter-territoriale sono formate da un Cittadino Magistrato per ciascun “Semplice” territoriale Membro di quel Consiglio.Anche in questi incarichi vige la legge della rotazione delle Cariche, della contumacia e dell’intercambiabilità personale del Magistrato.

Questioni di carattere giudiziario che sorgano tra “Semplici” territoriali sono risolte dai Consigli Giurisprudenziali, diretta emanazione della Magistrature Giurisprudenziali.
Tali Consigli sono di vario grado secondo le categorie territoriali che vedremo nel riassunto schematico al termine di questo Capitolo e culminano per successive emanazioni nel Consiglio Giurisprudenziale Repubblicano.

I Consigli Giurisprudenziali Repubblicani, in ogni loro gradazione richiedono la presenza di un elemento in rappresentanza di ciascuna Magistratura di Controllo assunto dal livello corrispondente al livello di Consiglio.

Tutti gli atti dei Consigli Giurisprudenziali sono pubblici non appena esaurite le procedure di indagine. La pubblicazione degli Atti dei Consigli Giurisprudenziali e dei fatti loro collegati è riservata ad appositi organi di informazione pubblica Repubblicana, ed è vietato diffondere tali notizie da parte di privati o per altri mezzi o a fini scandalistici.

L’applicazione delle imposizioni lecite si attua se necessario con la Forza Repubblicana, corpo di Funzionari professionisti che comprende, con la dovuta organizzazione interna, tutte le funzioni relative all’uso della Forza Pubblica, dalla Protezione Civile, alle Esecuzioni Giudiziarie, alla formazione di Esercito.

Ai fini di una gestione unificata della Giustizia i suoi Funzionari fanno capo ultimo al Consiglio Giurisprudenziale Repubblicano e costituiscono Corpo Unitario Repubblicano. Le risorse necessarie sono prodotte da ciascun “Semplice” in relazione alla propria misura, e vengono amministrate da opportuna organizzazione su scala dell’intera Repubblica, Organizzazione che si occupa di coprire l’intero territorio nazionale ripartendo secondo necessità.

Il reclutamento nella Forza Repubblicana si effettua su scala dell’intera Comunità dei “Semplici” che aderiscono alla Repubblica. La ridistribuzione degli uomini della Forza Pubblica sul Territorio è valutato dalla sua Organizzazione in base alle idoneità e capacità.

I funzionari della Forza Repubblicana sono dunque mobili sul Territorio Repubblicano secondo il Buon Senso e le esigenze del loro Servizio. Per i membri militari della Forza Pubblica è possibile la richiesta di trasferimento a luogo fisso di lavoro a partire dal 20mo anno di servizio, richiesta che viene evasa dall’Organizzazione della Forza Repubblicana entro i cinque anni successivi.

Ogni ritardo ingiustificato nell’evasione di pratiche entro i termini stabiliti dalla Legge dà luogo a sanzioni disciplinari per tutti i Magistrati e Funzionari incaricati della pratica stessa. Per pratiche che coprano più di una tornata di Cariche, le Magistrature di Controllo e di Coordinamento riferiscono al Senato per valutare quanto all’indietro nella successione alle Cariche tali sanzioni si devano spingere.

È particolarmente importante, che ogni sanzione verso Magistrati e Funzionari sia: proposta dalle Magistrature di Controllo, approvata dal Senato e ratificata dall’Arengo informatico con maggioranza di 3/4 dei votanti, previa campagna informativa sull’argomento per mezzo degli organi d’informazione e promulgazione della Repubblica, cui abbiamo accennato riguardo atti e fatti delle Magistrature Giurisprudenziali.

Questa clausola può far sembrare modesto il numero di domande da rivolgersi annualmente all’Arengo da me inizialmente preventivato, e ciò può essere vero soprattutto in un primo tempo, ma ci soccorre ancora l’Insegnamento di Venezia, che ha visto ridursi a pochi episodi per secolo, l’evenienza di gravi reati contro la Repubblica.
Mettiamo pure, comunque, che le domande di natura politica cui ogni Cittadino debba rispondere ogni anno siano anche forse cinquanta. Mettiamo anche che per leggere il resoconto informativo su ciascuna domanda sia necessaria mediamente un’ora o anche due, toccheremmo un totale di 100 ore annuali, che vantaggiosamente per la propria Dignità e igiene mentale il Cittadino ricava dalle centinaia di ore che attualmente dedica a questioni nocive, non di sua competenza o futili, come la cronaca nera, l’insulso chiacchiericcio televisivo e il pettegolezzo internazionale.

Ogni “Semplice” recluta inoltre al proprio interno una Forza Repubblicana locale per le necessità di ordinaria amministrazione: tale Forza obbedisce ai Tribunali di Zona e alle Magistrature Giurisprudenziali, ma è sottoposta all’autorità suprema del Consiglio Giurisprudenziale Repubblicano la cui decisione sia ratificata dal Senato Repubblicano.

I Funzionari non militari nell’Amministrazione della Giustizia devono risiedere nel “Semplice” in cui prendono servizio, e devono essere in grado di comprendere e parlare in modo comprensibile la Lingua Locale oltre ad avere una corretta dimestichezza con la Lingua Nazionale. È titolo preferenziale nelle assunzioni la conoscenza di altre Lingue oltre a quelle richieste. Avrei potuto dire Lingua Italiana, ma il Modello Repubblicano, se pur richiede di partire dai “Semplici”, è di versatilità tale da potersi applicare anche a sistemi internazionali e multiculturali, come ancora una volta ci viene dimostrato dalla Storia di Venezia.

L’assegnazione della qualifica di Funzionario Repubblicano vincola il Candidato a un servizio trentennale nel “Semplice” in cui viene assunto. Al 25mo anno di servizio il Funzionario può presentare domanda di trasferimento, che gli viene concesso entro i cinque anni successivi. Incarichi di particolare importanza dirigenziale dove non siano disponibili validi elementi di sostituzione possono subire ritardi nel trasferimento fino a soluzione del problema.

Come il Senato del “Semplice” è emanazione delle Corporazioni locali, così il Senato Repubblicano è emanazione dei singoli Senati Semplici, in ragione di un membro per ciascun “Semplice” territoriale aderente alla Repubblica.

Il numero dei Senatori nei Senati locali è invece variabile secondo le caratteristiche e le necessità di ciascun “Semplice”.

Ripartizione delle risorse.

Ogni “Semplice” territoriale, secondo la sua misura, contribuisce a fornire le risorse necessarie a un progetto inter-territoriale che lo coinvolga.
Egli produce inoltre una percentuale di risorse da calcolarsi atta al mantenimento delle strutture di Giustizia Nazionale Repubblicana, oltre a quella necessaria ai Magistrati e Funzionari locali. Ciascun Cittadino chiamato a una Magistratura riceve un compenso orario pari alla media tariffa per la sua Professione, calcolata secondo le tabelle emesse da ciascuna Corporazione.
Per le Magistrature Amministrative, vige la media locale, per gli incarichi in Magistrature inter-territoriali, la media nazionale.

Ciascun Senato, sentite le apposite Magistrature di Comunicazione, stabilisce in quale misura dedicare risorse alla Solidarietà e all’aiuto di altre Popolazioni Repubblicane in difficoltà; con altro provvedimento, stabilisce la misura degli aiuti alle Popolazioni non Repubblicane in ottemperanza ai Principi Cristiani di Fraternità Umana.

Le affinità culturali possono dar adito a commistioni più o meno complesse. Esse non vanno viste come completamente avulse dalla fisicità e dall’economia di ogni “Semplice” territoriale. Si pensi, in merito, alle affinità fra la cultura di Agrigento, quella di Crotone e quella di Atene, legate, assieme a molte altre, dalla presenza di templi e testimonianze dell’Ellenismo.
Queste affinità producono, oltre alla consapevolezza della Tradizione condivisa, indiscutibili effetti economici su ciascuno dei Territori. Magistrature Repubblicane locali, informate in vari gradi a questa affinità (nell’ordine: Ellenismo nell’Isola, Magna Grecia, Colonie Elleniche, Ellenismo nel mondo) sarebbero altamente efficaci nell’implementare la conoscenza, lo scambio e il turismo lungo un percorso unitario e congruente.

Sul piano culturale l’evolversi frattale delle contiguità è pressocché illimitato: per rimanere nell’esempio dell’Ellenismo, esso spinge i suoi contatti non solo fino al Rinascimento e al Neoclassicismo. Non sarebbe in fallo una Magistratura Culturale che proponesse itinerari turistici dal tempio dei Dioscuri ad alcuni dei più moderni edifici di New York o Dubai.

Così potrebbe essere rintracciata e posta in vari gradi di evidenza l’affinità culturale Veneziana dai Domini della Serenissima alla Cina passando per il Vicino e Medio Oriente.

Allo stato attuale dei Popoli e ai fini di Questa Strategia per la Repubblica, però, non sono queste le affinità che è prioritario descrivere. Essenziale è collegare il modello che propongo alla realtà presente, soprattutto in merito al concetto di Unità dei Popoli Italici.

Ecco dunque, in termini schematici e riassuntivi, l’Unità d’Italia come la Repubblica promette.

L’Arengo di ogni “Semplice” territoriale si enuclea in Corporazioni, le quali esprimono il primo Senato e lo alimentano poi in interazione con le varie Magistrature.
Il Senato designa tutte le Magistrature, distinte in:
- di Amministrazione
- di Coordinamento
- di Controllo
- di Comunicazione.

Alle Magistrature Amministrative spetta il compito di assolvere tutte le questioni del Territorio, inteso come orografia e come Popolazione. Rientrano dunque in questa categoria, oltre ai vari aspetti dei Lavori Pubblici, la Sanità, l’Istruzione, la Cultura, l’Amministrazione Giudiziaria, Quella Finanziaria, i Trasporti etc.
Le Magistrature Amministrative sono trasparenti e permeabili alle Magistrature di Controllo e di Coordinamento.

Salendo nella scala politica, e scendendo in quella del potere amministrativo territoriale, incontriamo i Consigli Inter-territoriali, che possono essere raggruppati in forse 6 grandi insiemi:
- Consiglio Alpino
- Consiglio Appenninico
- Consiglio Costiero
- Consigli Insulari
- Consigli Metropolitani
- Consiglio Padano

Ciascuno di questi Consigli si popola di un livello opzionale di sotto-insiemi correlati alle specificità e maggiore o minore contiguità dei Territori e/o delle Economie: I.E.: Consiglio per le Zone Pedemontane, per quelle Vallive, per quelle Collinari, per l’Alto, il Medio e il Basso corso del fiume Po o del Tagliamento, per le Metropoli industriali o Commerciali, etc.

A ciascuna seduta decisionale di un Consiglio Inter-territoriale partecipano elementi espressi dalle Magistrature di Controllo dei “Semplici” coinvolti secondo proporzione convenuta, con la presenza minima di un Avvocatore di Stato e di un “Consigliere dei Dieci”.
Ai Consigli Inter-territoriali sono ammessi di diritto come osservatori i Membri delle Magistrature di Coordinamento dei Senati rappresentati in Consiglio, nella misura di uno per ciascun “Semplice” territoriale.

A un livello ancora politicamente superiore e pariteticamente avulso dalle pratiche Amministrative dirette, troviamo il Consiglio Italico, che eredita il retaggio della ricerca di armonia fra i Popoli della Penisola Italica e delle sue Isole con il compito di mantenerla e promuoverla attraverso iniziative nel campo dell’Istruzione, della Cultura, del Commercio, dell’Industria, dell’Artigianato.

Massimo organo politico è il Senato della Repubblica, espresso in misura di un Membro per ciascun “Semplice” territoriale costituente la Repubblica.

La Repubblica traccia confini e istituisce Frontiera vigilata lungo ogni linea di contiguità con Stati non Repubblicani o con “Semplici” che rifiutino le Sue Leggi e Metodologie Politiche. Tali frontiere possono essere più o meno liberamente valicabili in base alla valutazione espressa dal Senato della Repubblica, sentite le opportune Magistrature di Comunicazione e in particolare quella espressa dai “Semplici” toccati dalla Frontiera.
Le Frontiere sono vigilate da una Forza mista di Militi Locali e Nazionali. Nelle Frontiere chiuse o sottoposte a gravi restrizioni il Comando Militare è esercitato dall’Organizzazione Nazionale della Forza Repubblicana, in quelle aperte il Comando è locale.

Un “Semplice” o Consiglio che effettui richieste alla Repubblica ponendo come alternativa la sua adesione ad altro sistema Politico o Territoriale viene automaticamente estromesso dalla Repubblica, e sui suoi confini viene tracciata Frontiera.

È buona norma tramandata dalla Repubblica Veneta di assegnare le cariche Inter-territoriali con procedure elettive miste di più mani di ballottaggio alternate a sorteggi. Così designati dal Senato, i Magistrati Inter-territoriali vengono sottoposti ad approvazione dell’Arengo informatico, che ha facoltà di rifiutarli con maggioranza assoluta dei votanti. Gli elettori non votanti vengono ascritti all’accettazione del Magistrato.

Ogni Consiglio Inter-territoriale, dai più elementari fino al Senato della Repubblica, ha una sua Sede in ciascuno dei suoi “Semplici” territoriali, e in tale Sede i Consiglieri esercitano la loro Funzione. Le attività di Consiglio Inter-Territoriale si svolgono principalmente per via telematica, a mezzo di comunicazioni scritte e di video-conferenze. Riunioni fisiche dei Membri di un Consiglio Inter-territoriale sono permesse soltanto per l’apposizione di firme su Contratti e per necessità di Sopralluogo e Controllo.

La presenza fisica alla firma di contratti ha valenza simbolica che prevale sulla funzionalità offerte dalla moderna firma digitale.
Tale valenza simbolica rimanda infatti alla responsabilità personale diretta del Magistrato sul suo Ufficio, che è fondamento della vita Repubblicana.

Il Cittadino che ometta di adempiere ai doveri elettorali senza provato grave impedimento subisce per ogni ingiustificata assenza il declassamento di un grado nelle tariffe stabilite dalla Corporazione per il suo livello di professionalità.

Il Cittadino che rifiuti una Carica di Magistratura Repubblicana senza produrre fondati e giustificati motivi davanti al Senato subisce il sequestro temporaneo dei beni materiali per un Periodo di Umiltà pari a quello della Carica rifiutata, al termine del quale rientra in possesso dei beni del suo precedente stato come Cittadino.
Gli utili eventualmente prodotti dai beni nel periodo di sequestro sono confiscati dalla Repubblica.

Non ho pretesa di aver esaurito le necessità schematiche della Struttura Repubblicana nel suo complesso, ma penso di averne indicato con sufficiente chiarezza l’orientamento morale e l’asse di sviluppo organizzativo per quanto riguarda il Dominio del Territorio.


Abbiamo visto che un “Semplice” Territoriale presenta un secondo aspetto, ovvero quello della Popolazione con i suoi naturali sottoinsiemi. La Repubblica identifica questi sottoinsiemi in base alle attività dei Cittadini già fin dal tempo di Platone, pur allora nella forma semplificata dalle caste.

L’implementazione Veneziana della Repubblica ha arricchito la dignità della Cittadinanza media organizzando e ammettendo alla Politica larghi strati della Popolazione con Istituzioni Corporative, le Mariegole o Schole.

Conto di approfondire ulteriormente il discorso sulle Corporazioni nel Capitolo delle indicazioni operative; è qui importante però ricordare che in Repubblica queste Istituzioni svolgono compiti essenziali, che esulano dalla mera difesa degli interessi di una specifica categoria.
- Hanno parte rilevantissima nell’Istruzione e nell’Edificazione morale Repubblicana dei giovani.
- Costituiscono il principale trait-d’union tra la struttura Statale e la Chiesa Ufficiale Repubblicana.
- Forniscono la struttura elettorale per la designazione dei Magistrati e la formazione del Senato.
- Sono parte essenziale nella tessitura unitaria del Popolo.

Ho descritto le Corporazioni e più volte fatto riferimento alla loro centralità nella Repubblica di Venezia e nel modello che propongo.
L’ulteriore implementazione moderna, resa possibile da un generalizzato innalzarsi del livello medio di intelligenza e accesso all’informazione del Popolo, rende possibile espandere la Dignità Politica Corporativa a pressocché tutte le attività lecite dei Cittadini.

Come non è compito di questo scritto enumerare i “Semplici” territoriali e Amministrativi, così in esso mi limito a delineare una struttura di inquadramento generale e, in questo caso, flessibile alle realtà locali, per quanto riguarda le Istituzioni Corporative.

Il “seme” formativo di una Coporazione si basa sulla affinità di occupazione dei Cittadini: in forma analitica vedremo quindi le fondamentali e tradizionali aggregazioni legate alla varietà dei mestieri artigiani e mercantili: falegnami, orafi, muratori, calzolai, lapidari, meccanici, manutentori, grossisti e rivenditori delle varie mercanzie, addetti ai servizi nelle varie specialità. importatori, spedizionieri... L’elenco è molto lungo e come dicevo non è questa la sede per enumerarlo a esaurimento.

A questo elenco si aggiungono Corporazioni di origine e ragione più moderna, come quelle degli Ordini Professionali e dei Funzionari Pubblici e Privati di ogni ordine e grado.

Oltre la meravigliosa varietà delle occupazioni produttive e di Servizio, penso opportuno ipotizzare con maggiore precisione una aggregazione schematica delle Corporazioni in grandi Consigli Interdisciplinari, che sono la forma attraverso cui vengono assegnate le Magistrature e composto il Senato:
- Consiglio Agricolo
- Consiglio Artigiano
- Consiglio Commerciale
- Consiglio delle Comunicazioni
- Consiglio Estrattivo
- Consiglio dei Funzionari Militari
- Consiglio dei Funzionari Privati
- Consiglio dei Funzionari Pubblici
- Consiglio Industriale
- Consiglio Marittimo
- Consiglio dei Sacerdoti
- Consiglio degli Scienziati

I Funzionari Pubblici sia Militari che Civili e i Sacerdoti hanno diritto di voto ma non di esprimere Candidati alle Magistrature Amministrative se non in caso di estrema necessità.
Possono però venir chiamati dal Senato a ricoprire Incarico nelle Magistrature di Controllo e in Quelle Inter-territoriali, e possono dunque acquisire il ruolo di Senatori sia a livello locale che a livello del Senato della Repubblica.

Il ruolo del Senatore locale è a vita salvo sopravvenuta inabilità o indegnità, mentre quello di Senatore della Repubblica è soggetto a intercambiabilità della persona del Senatore, secondo decisione del “Semplice” territoriale che lo esprime.
Dovendo il Senato Repubblicano deliberare in merito a questioni che riguardino i trasporti, inviterà i “Semplici” a farsi rappresentare dai loro maggiori esperti in tal campo, e così via per ciascuna tipologia di decisione.

Similmente il Senato si presenta sulla Scena politica Internazionale non con Cariche impersonate ma con Cariche impersonali. A ogni contatto internazionale la Repubblica offre di volta in volta uomini diversi ma garantiti da omogeneità di intenti e metodologie Repubblicane.

Il terzo elemento di cui si compone un “Semplice” territoriale, l’Identità Culturale, è il più astratto dalla natura specifica dei luoghi e presenta stratificazioni differenziate per classi di intelligenza, di cultura e di informazione. Nella sua origine, esso coincide o è largamente permeato da quella categoria di affinità ibrida che ho chiamato etnica poche pagine più indietro.

Principalmente questa affinità si presenta sotto forma di similitudine linguistica e culturale per continuità dei luoghi, ma ha anche un rilevante aspetto, riguardo l’indole delle Popolazioni, che trascende la contiguità dei luoghi.

Nel progredire della dinamica degli Stati sul Suolo Italico le Identità Culturali si sono contaminate e sempre più staccate dallo specifico territoriale, tessendo una rete di sentimenti che, come accennavo, presenta molteplici interrelazioni e stratificazioni, non tutti coerenti con il Concetto di organizzazione territoriale Repubblicano.
La divisione della Penisola in Regioni astratte come quelle attuali ha al contempo spezzato e male assemblato Identità Culturali antiche, costringendo a connubi innaturali e compromessi concettuali e operativi le Comunità più disparate per indole e spesso per lingua.
Per quanto rifletta, non vedo altra ragione alla presente struttura che quella di drenare risorse differenziate utili a una Signoria centrale.

Per quale motivo, a esempio, Bergamo, con la sua inconfondibile e originalissima lingua, dovrebbe in Repubblica trovarsi gerarchicamente sottoposto a un “Capoluogo” in Milano?
L’identità Culturale Bergamasca è assai più connessa alla Storia della Repubblica Veneta, che a quella del Ducato di Milano, dato che, oltre agli episodi militari, possiamo considerare la progettazione architettonica e ingegneristica della città di Venezia come prodotto di professionisti Bergamaschi, oltre che Vicentini e Padovani.

Tuttavia in Repubblica, oggi, nemmeno Venezia aspira a essere “Signoria” capoluogo di Bergamo o di altro dei dei suoi Antichi Dominii che non siano il “Semplice” Lagunare. Essa è “Semplice” fra i “Semplici”, allacciati secondo protocolli di rete point-to-point.


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