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GIOCHI IN CAMPO - VIETARLI O PERMETTERLI?
di ENZO PEDROCCO - inviato il 13/06/2004
Tra i sostenitori di un divieto indiscriminato e assoluto,in perfetta sintonia con un regolamento di polizia urbana tutt’ora vigente,e un numero sempre maggiore di persone che ne reclamano la liberalizzazione in ossequio a una discutibile e datata pedagogia permissiva del lasciar fare,trovo che una soluzione al problema possa giungere soltanto da un ragionevole compromesso tra queste due estreme posizioni in cui sia fatto salvo il legittimo e sacrosanto diritto allo svago dei bambini ma,nel contempo,sia tutelato come merita il rispetto delle persone e delle cose insito in ogni convivenza sociale che si rispetti e degna di tale nome.Nella città a misura d’uomo per antonomasia,qual è Venezia,paradossalmente i bambini stentano ad avere degli spazi esclusivamente riservati a essi per giocare liberamente,com’è nel loro diritto,e quando,con la complicità in genere dei loro genitori e in barba al regolamento di polizia urbana,lo fanno in qualcuno dei numerosi campi di cui dispone Venezia ,il prezzo per la città e per i suoi residenti è tutt’altro che irrilevante in termini di quiete e sicurezza perdute.Perchè non riservare ai giochi dei bambini alcuni campi periferici,possibilmente scarsamente frequentati e senza edifici d'interesse storico o artistico,in cui essi possano liberamente giocare per tutto il giorno o in alcune fasce orarie? Perchè inoltre,fintantochè ciò non sarà possibile,i nostri pargoli non vengono quantomeno sensibilizzati più di quanto non si sia fatto sinora,soprattutto in famiglia, intorno alle regole di convivenza e ai limiti che queste impongono necessariamente al comportamento di ognuno,bambini compresi?ENZO PEDROCCO

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