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Parliamo del Redentore - Come nasce la festa e come è diventata
di Luigi Gigio Zanon - inviato il 07/04/2004
La festa del Redentore, come è ben noto, è stata istituita quale ringraziamento per lo scampato pericolo della peste del 1574. Il tempio del Redentore, su progetto del vicentino Andrea Palladio di Pier della Gondola, è sorto alla Giudecca e le feste a esso dedicate sono sempre state fatte alla Giudecca. Le Signoria inoltre, per agevolare il flusso dei veneziani al tempio, fece da sempre gettare dei ponti di barche attraverso il Canal Grande e il Canale della Giudecca. In questo modo le feste coinvolsero tutti i veneziani delle contrade dei Nicolotti, ossia: la Giudecca, le Zattere e zone limitrofe e la Città intera. Fino a pochi decenni fa, la festa si continuava fare sempre tra l'attuale zona di S.Basilio e le Zitelle. Inoltre la festa, che si svolgeva - come anche adesso - nella terza domenica di luglio, continuava fino al 29 dello stesso mese, festa di S.Marta, perciò si spostava di poco (anche questa era una festa molto e molto sentita dai veneziani: vi si svolgeva il ''palo della cuccagna'' in acqua, il tiro alla fune da una fondamenta all'atra, corse con i sacchi, la gara delle ''Lavandere'', - non va dimenticato che S.Marta era la Patrona delle lavandaie - ecc.), pur se la festa - dopo l'arrivo del boia Napoleone che aveva distrutto la chiesa era stata spostata tra le chiese delle Terese e di S.Nicolò dei Mendicoli. Una poesia del Buratti, così la narra in un suo brindisi: “.. de larghi sfogi çercar l’aquisto unir compagni de alegro cuor e a Santa Marta, coga de Cristo, farghe la dedica de un bon saor…” Innanzitutto la ''Galleggiante''. Essa era posizionata all'inizio vicino all'isola di Sacca Fisola, e a poco alla volta si spostava fino a posizionarsi davanti alla chiesa del Redentore: al di qua del ponte: non verso S.Marco! Alle nove della sera vi erano i ''torceri'' che, dopo spente tutte le luci e i palloncini posti lungo le fondamente delle Zattere e della Giudecca, accendevano i loro ''padelloni'' colorati di rosso e dopo il loro spegnimento inziavano i fuochi: i primi a Sacca Fisola alle ore nove e mezza, i secondi dietro il Redentore verso le dieci ed i terzi a mezzanotte a S. Giorgio. Inutile dire che la festa NON era a S.Marco, come adesso, ma si svolgeva nelle due fondamente e in canale! Fu verso gli anni '70 che gli alberghi della zona di S.Marco si imposero alle amministrazioni locali del tempo e la fecero spostare tutta a S.Marco per i loro meri interessi: i loro clienti dovevano vedere la NOSTRA festa dalle finestre e dalle terrazze senza scomodarsi (così loro potevano aumentare il ''servizio''!!!). In questo modo la festa venne del tutto stravolta: sia nella sua tradizione, che nei luoghi, che nella venezianità, il tutto a beneficio dei clienti facoltosi dei vari alberghi e del turismo mordi e fuggi che ci ritroviamo fra le … costole! Dopo lo spostamento anche della Galleggiante al di là del ponte e dopo che fu posizionata solo a S.Marco, le zone originali e tradizionali della festa morirono del tutto e sparì anche la vecchia festa di S.Marta. Ma non basta: in bacino S.Marco ora arrivano anche le navi ''corsare'' dei cosidetti ''turisti''! e che sono quelli che producono il maggior danno: sia con il moto ondoso che con la loro stessa caotica presenza. Ed i veneziani? Ma a Mestre: naturalmente! Allora, se ci fosse un amministrazione come si deve, dovrebbe avere il coraggio civile di rispettare le tradizioni che ci hanno lasciato i nostri antichi Padri, e riportare le festa nei luoghi in cui nacque e fu da Loro voluta. Purtroppo gli amministratori attuali - e proprio cominciando da quello che organizza la festa - sono FORESTI, e non capiscono nulla, se non solo di agevolare i potenziali loro votanti. Per riappropiarci della NOSTRA festa dobbiamo tornare alle origini: posizionare la Galleggiante di fronte a S.Basilio e farla rimanere al di qua del ponte votivo: in questo modo anche quelli che arrivano con le motonavi sono costretti a disertare il bacino di S. Marco. Infatti mentre la nostre solite barche possono passare sotto il ponte, loro no! E se anche dovessero venire, devono rimanere al di là e per andarsene non attraverserebbero il bacino. Invece… povera Venezia, in che mani sei!!!

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