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L`INELUTTABILE MONOCULTURA TURISTICA -  
di Enzo Pedrocco - inviato il 05/12/2004
VENEZIAL’INELUTTABILEMONOCULTURA TURISTICAADEGUANDO ACRITICAMENTE L’OFFERTA RICETTIVA A UNA DOMANDA OGNI GIORNO PIU’ CRESCENTE,COME SI VA FACENDO DA TEMPO,LA SATURAZIONE TURISTICA DI VENEZIA SARA’,INEVITABILMENTE, SOLTANTO UNA QUESTIONE DI TEMPO “Il turismo rappresenta il 20 per cento dell'economia di Venezia: non si può trattarlo con snobismo, ma nemmeno si può considerarlo l'unica alternativa per il futuro della città”.Armando Peres(assessore comunale al turismo)“I dati sulle strutture extra alberghiere ed alberghiere in costruzione sono allarmanti . Sono dati che confermano che bisogna bloccare le licenze”.Ugo Samueli(presidente degli albergatori veneziani)“La conseguenza - dell’affacciarsi sul mercato di nuove strutture ricettive,ndr - è la tendenziale diminuzione dei prezzi…che perdura anche durante i mesi considerati tradizionalmente più redditizi.Di fronte a questa situazione…il consiglio dell’Ava ha da tempo ritenuto opportuno sollecitare un provvedimento per bloccare le nuove aperture di hotel e affittacamere”.Claudio Scarpa(direttore associazione veneziana albergatori)“Elementare,Watson!” avrebbe sicuramente detto Sherlock Holmes.Va da sé,infatti, che non aver determinato a suo tempo,in sede organizzativa e di programmazione,una soglia della domanda da non superare assolutamente e continuando inoltre a privilegiare l’aspetto economico di una particolare e specifica categoria,a scapito degli interessi della collettività,il risultato non poteva non essere,inevitabilmente, che quello che tutti noi abbiamo oggigiorno davanti agli occhi:una città stravolta ogni giorno di più nella sua struttura sociale,culturale ed economica,avviata a divenire una sorta di Disneyland,a scadenza più o meno breve,se non si porrà un freno per tempo a tale andazzo.E’ di pochi giorni fa la notizia di un palazzo e di una palazzina del centro storico in via di essere trasformati in alberghi,a somiglianza di quanto è avvenuto per parecchi altri edifici,in questi ultimi anni, trasformati in alberghi o in altre strutture ricettive.E non abbiamo motivo di credere che tale tendenza,in futuro,debba cessare,come sarebbe auspicabile che avvenisse.Non sarebbe perciò d’uopo che gli operatori del settore,sia pubblici che privati,si ponessero responsabilmente con urgenza il problema di un “turismo sostenibile” per Venezia:chè,in caso contrario,le conseguenze negative per quest’ultima non si farebbero di certo attendere?Non sarebbe forse ora che essi smettessero di paventare e condannare a parole,come usa fare, la famigerata “monocultura turistica” per prodigarsi di fatto,invece,affinché questa non abbia a verificarsi?

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