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Le fondamenta del ponte di Calatrava. - Vistosa crepa sulla spalla in Santa Lucia.
di Umberto Sartory - inviato il 16/02/2005
Il ponte non è ancora in loco, e prima di affrontare l’avventuroso trasporto per l’installazione, sarebbe opportuno che gli artefici si prendessero la briga di verificare se gli attacchi per il prefabbricato ancora combaciano.

Come si può vedere dalla foto, si direbbe che vi siano stati movimenti significativi del manufatto, almeno sulla spalla dal lato della fondamenta Santa Lucia.
La fessura che si può osservare è ampia alcuni centimetri, oltre 5; il suo valore sembra significativo a fronte dei pignoni di innesto del prefabbricato in arrivo, che misurano a loro volta alcuni centimetri, forse quaranta il centrale.
Cinque centimetri di errore su un innesto di 40 mi sembra una tolleranza inquietante per un’opera in tensione come il progettato ponte.

Che parrebbe tra l’altro aver subito radicali mutamenti in corso d’opera.
Qualcuno ricorda il progetto di quel bel ponte a due archi giustapposti che era stato mostrato all’inizio?
Non vedo traccia della controtensione subacquea: pare che ancora una volta l’edilizia arcaica l’abbia avuta vinta sulle moderne tecnologie tensostrutturali.

Non un ponte che galleggi ma un ponte che affondi, si direbbe.

Per edificare stabilmente in Venezia ci vogliono ben altri ingegni di quelli attualmente all’opera. Non si costruisce stabilmente, qui, se non si coopera costruttivamente con la pressione idrostatica.
Riversare il calcestruzzo di decine di betonatrici nel sottosuolo non può che produrre enormi e pesantissimi zatteroni che flotteranno lentamente nel limo ed eventualmente sul caranto da questo lubrificato.

Di simili movimenti abbiamo dimostrazione, ancor più evidente che in questa foto, sulla banchina portuale delle Zattere, come si può osservare in loco e leggere su .

Ma dico io se una classe dirigente che ha ampiamente dimostrato la sua inettitudine persino nei più elementari lavori di manutenzione urbana, doveva mettersi a cimento addirittura con un ponte sulla bocca del nostro Canal Grande...
Ma forse dimentico che il loro obiettivo reale è la distruzione del significato artistico, umano e culturale di Venezia: dietro le pretese edificatorie guata in cagnesco il demone del nichilismo, che sogghigna demente al proprio trionfo, incurante e ignaro di celebrare, con quella della civiltà, anche la propria distruzione.

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