Venezia ObServer

Vita Civile ..:Torna indietro:..
``EUGENIO DELLE ZATTERE`` -  
di ENZO PEDROCCO - inviato il 07/07/2005
“EUGENIO DELLE ZATTERE”In ricordo di un personaggio curioso e divertente familiare e caro a più generazioni di venezianiDi lui,nonostante fosse una figura familiare a mezza Venezia,se non a tutta,si sapeva soltanto il nome:Eugenio.Parlando di lui con qualcuno,e volendogli far capire di chi si intendeva parlare, lo si chiamava tuttavia “Eugenio delle Zattere” e,pressochè invariabilmente,il nostro interlocutore capiva immediatamente di chi si stava parlando:chè di Eugenio,anche allora,ce n’erano a bizzeffe,mentre di “Eugenio delle Zattere”,invece,non c’era che lui.Ed era così conosciuto,con tale appellativo, perché le Zattere erano il luogo in cui lo si poteva incontrare immancabilmente ogni giorno e il luogo in cui,al fine di racimolare di che vivere,egli era solito esibirsi…''canoramente''.Le virgolette sono d’obbligo poiché Eugenio,affetto parzialmente,ahilui, da una sorta di afasia fin dalla nascita,non era assolutamente in grado di cantare,a dispetto della sua pretesa di volerlo fare comunque,e le sue esecuzioni di canzoni – di cui era solito fingere di leggere le note da uno spartito musicale che,per meglio farlo,si accostava al volto - si riducevano tutte perciò,forzatamente,a un’emissione gutturale ininterrotta,senza capo né coda, di suoni inarticolati.A renderle godibili e divertenti c’era,tuttavia,la convinzione di se stesso,quale interprete eccelso, che lo animava e che si intuiva.Suo teatro d’azione,durante la bella stagione, erano per lo più le affollatissime terrazze in legno,affacciantisi sul canale della Giudecca,dei principali bar delle Zattere,che in quegli anni – anni Cinquanta e Sessanta – erano ancora assai lungi dal trasformarsi in costose pizzerie o in pretensiosi,e ancor più costosi, ristoranti.E dall’estromettere,così facendo,quella che era stata a lungo la loro clientela tradizionale,a cui oggi non sono rimaste che le poche panchine esistenti alle Zattere o,in alternativa a esse,i gradini della chiesa dei Gesuati.Ma questo è un altro discorso.ENZO PEDROCCO

© veniceXplorer.net, 2001 - 2005