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Ai Saloni del Sale Si Stacca una Fetta Pericolosa
di Umberto Sartori - inviato il 22/11/2005
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Ai Saloni del Sale una fetta pericolosa per l'incolumità dei passanti si stà staccando. Sarebbe molto opportuno un sopralluogo da parte dei Vigili del Fuoco.

Nella muratura del primo Salone a ridosso del ponte Ca’ Balà si è aperta una frattura esfoliante che interessa il primo strato dei mattoni verso le Zattere fino a una altezza di molti metri.
Alcuni quintali di “rovinassi” pencolanti sopra la folla che si recava alla Salute in occasione della Festa.
Come si può vedere dal servizio fotografico, non si tratta di una fessurina, ma di una frattura nella quale si riesce agilmente a infilare una mano. Se lo aveste fatto, come abbiamo fatto noi, avreste sentito quanto l’ordine esterno dei mattoni, o quel che ne resta, è vicino al distacco dalla parete e al crollo.

Come non bastasse, l'enorme peso in calcestruzzo armato, gettato per costruire la demenziale "banchina" delle Zattere, stà stirando le Isole verso il Canale, come si vede dalle foto della crepa sul lato in rio terà e sul ponte dall'altro lato.

Veneziani, dovete proprio aspettare che le vostre case comincino a rovinarvi sulla testa, per rendervi conto che bisogna porre fine al traffico delle navi entro l’area metereologica che condiziona il Centro Storico?

Non pensiate che sia una cosa semplice, la questione delle navi. Vi sono potenti e fondate ragioni, locali e internazionali, perché il traffico a nafta pesante sia protetto.
Quelle locali riguardano soprattutto l’economia della città, che giustamente gravita sul turismo.

Noi pensiamo che questa popolazione, comunque, sia divenuta troppo mercantilmente specializzata, e riteniamo essenziale un ribilanciamento con le attività artigianali, nel nostro Programma del Comitato di Salute Pubblica.

Le attività artigianali, tra l’altro, sono particolarmente adatte a entrare in sinergia con il turismo, soprattutto quello di qualità. Ciò e dimostrato da moltissimi paesi e città italiani ed europei.

Le ragioni internazionali sono abbastanza chiaramente espresse, almeno nei loro effetti, dalla Convenzione Internazionale Marpol, firmata da oltre 50 Stati fra cui l’Italia.
Da quella Convenzione noi sappiamo che il Mondo non ha intenzione di accettare restrizioni sui carburanti navali per inquinamento, almeno per altri 30-40 anni. Venezia non ha tutto questo tempo.

Non c'è dunque una soluzione che possa prescindere da una concertazione con le Grandi Compagnie, e non solo quelle Armatoriali, anche quelle del Petrolio.

A Venezia servono uomini degni di trattare alla pari con le dirigenze di quelle Compagnie, che siano sappiano essere credibili e soprattutto sappiano lavorare con loro alle soluzioni.
Fino a ora gli abbiamo invece solo offerto pagliacci corrotti e modernamente semianalfabeti. Vi pare strano che le Compagnie si siano limitate a trattarli da pagliacci e comprarseli, per proseguire indisturbate nei loro affari?
Nessuno ti aiuta se tu stesso non vuoi aiutarti, anzi fai del tuo meglio per apparire moralmente ributtante.

Non vi sono dunque fondate ragioni per potersi affidare a ordinanze di Sindaci o di altri "poteri deboli".

Dobbiamo essere capaci di adattare la città, a questi tempi, non possiamo sperare in un adattamento di questi a noi.

Servono idee, progetti chiari, persone affidabili, capaci, oneste, interdisciplinari, sensibili alle sottili magie del costruire in pietra sul fango.

E per gestire i lavori necessari nel necessario ordine, senza impastoiarli nelle oggi consuete lotte di parti contrapposte, serve un potere forte, che sovrasti alle parti sociali e le mantenga nel rispetto inviolabile del Bene Comune della città.

Questa è l’offerta degli Artisti neorinascimentali e dei Cittadini organizzati nel Comitato di Salute Pubblica a Venezia. Visionate il nostro programma e i nostri progetti anche su ourvenice.org.

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