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I CRETINI E IL NUOVO SACRO ROMANO IMPERO DELL’ISOLA DI SAN GIORGIO
di Pietro Bortoluzzi - inviato il 24/12/2005
“La prevalenza del cretino” è stato uno dei best-seller di venti anni fa: un libro che temo dovrà divenire la mia Bibbia, dopo la lectio-magistralis tenuta, in occasione della presentazione del trasferimento del Cini al Venier, dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari. A chi, infatti, domandava in base a quali leggi, a quali decreti, a quali delibere, a quali volontà, a quali ragioni si dovesse da parte della Provincia e del Comune concedere alla Fondazione Cini l’uso esclusivo di San Giorgio, liberando l’isola dal Polo Nautico che invece lì avrebbe potuto tranquillamente prosperare (con darsena, squero, palestre, piscina, convitto, e spazi ottimali) secondo le volontà testamentarie del conte Cini, il filosofo Cacciari chiariva epigrammaticamente che si è trattato di un «obbligo per le persone intelligenti», perché la distinzione non è «tra destra o sinistra, ma tra intelligenti e cretini. La soluzione Cini era impossibile, punto».

Ebbene questo tipo di intelligenza darwiniana, da legge della jungla, che prevede che alle pretese del più forte non ci si opponga, ma ci si inchini, senza fare sciocche domande, purtroppo non fa per me, povero cretino, che continuo a ritenere possibile un’isola di San Giorgio aperta alla città ed operosa, con tanto di Polo Nautico, di Scuola di Grafica dei Salesiani, di Teatro Verde agibile, di parco aperto ai veneziani, che convivano con una prestigiosa ed internazionale Fondazione culturale come la Cini. Ma non dovrebbe nemmeno essere la regola seguita da chi ha avuto dai cittadini elettori il mandato di amministrare per il bene collettivo di Venezia.

L’isola di San Giorgio, dunque, da oggi – gli intelligenti (ma anche i cretini come me) l’hanno capito! – è allora un territorio franco, un nuovo meraviglioso Sacro Romano Impero, in cui la dirigenza della Fondazione Cini dall’alto dei cieli infiniti della sua superiorità può anche permettersi di interpretare con distacco e spudorata faziosità le scritture che ai cretini non è dato poter sapere leggere ed interpretare, e, da falsa spettatrice, di fare spallucce a chi ricorda le clausole o gli anomali rinnovi ministeriali delle concessioni con quattro anni d’anticipo… Tanto quelli che criticano sono solo cretini, e punto!

Ebbene, che fare? Inoltrerò il mio fascicolo personale, fatto di intelligente disponibilità, a Lor Signori, e richiederò – il capo cosparso di cenere – l’umile possibilità d’ottenere un lasciapassare o un Passaporto d’accesso per il territorio del Sacro Romano Impero di San Giorgio, al fine di potermi recare nei prossimi mesi in visita alle macerie dell’ex Convitto, alle erbacce del Teatro Verde ed ai cantieri (che presto partiranno) della futura caffetteria per studiosi, che potrà finalmente posizionare i suoi tavolini con vista sul Bacino di San Marco, proprio lungo quella fondamenta per troppo tempo infestata dai piedini indegni di marinaretti rigorosamente cretini? E punto?

Oppure dovrò restare cretino, e continuare a combattere per esigere, da veneziano, di armonizzare la presenza di un’istituzione senz’altro prestigiosa e di indiscusso valore scientifico e culturale, come la Fondazione Cini, con il diritto all’apertura alla città di Venezia dell’isola di San Giorgio?

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