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Eppur si Muove (ancora su Calatrava)
di Umberto Sartori - inviato il 15/01/2006
La Terra di Galileo? No, le fondamenta del Calatrava

Vedi servizio fotografico

Decisamente una brutta sorpresa per l'ingegner Scibilia, che al tempo in cui denunciammo il primo segno di cedimento sulla spalla lato Santa Lucia ebbe a dichiarare, via Il Gazzettino, che si trattava di un cedimento precedente e consolidato.

Qualcuno si e affrettato a stuccare quella crepa, ma lo stucco ha cominciato a dover scorrere lungo tutto il bordo fra il nuovo cordolo di coronamento e poi giù lungo le crepe e le fratture, finché il numero e l’entità di queste ha dissuaso lo stuccatore, come si vede in queste due foto.
Le bugie, si sa, hanno le gambe corte, e per una crepa stuccata se ne sono aperte dieci altre.

Cosa ci racconta l'emerito "ingegnere" a fronte del reticolo di nuove crepe e dissesti che interessano quella testa di ponte? Il movimento della struttura è ormai in evidenza su tutto il sito. I blocchi di sponda si vanno sgranando e frantumando trascinati verso il canale da una struttura in cemento troppo pesante.

Il cedimento verso il Canal Grande e evidentissimo ormai anche fra i nuovi blocchi, quelli che l’ingegnere in questione ha posato sopra quel “consolidato cedimento”. I blocchi, vecchi e nuovi, posizionati sulla svolta del canale sporgono dalle loro sedi e affondano, liberi di muoversi; si vedano in proposito le prime sei foto.
I blocchi vecchi, più lontani in direzione della ex piscina “Rari Nantes”, invece, subiscono anch’essi il movimento verticale e orizzontale dell’intero dente di terra ma, incastrati ancora strettamente fra loro, non possono che frantumarsi negli angoli che entrano in compressione, cioé gli inferiori esterni, o si spezzano a metà complici anche i fenomeni di solfatazione che ormai a Venezia indeboliscono i carbonati di calcio a tempo di record. Potete vedere dalle foto come siano molti i blocchi che mostrano drastici segni di questi movimenti in atto.

A proposito, vorrei che notaste anche come i blocchi posati pochi mesi or sono mostrano già profonde incisioni lungo le vene di calcite...

Allora, ingegner, Scibilia, ci vorrà convincere che anche questo diffuso recentissimo dissesto dell’opera fa parte dei “cedimenti consolidati”? Posso farle una confidenza? Lei non mi sembra molto tagliato per la professione che si è scelto.

Dove ha imparato o anche solo letto, che a Venezia si siano costruiti o si possano costruire grandi ponti su fondazioni in calcestruzzo? Nel bollettino di borsa dei cementifici?

Assieme ai suoi tristi colleghi che hanno progettato e realizzato le “banchine portuali” delle Zattere e della Giudecca , Lei e il signor Calatrava passerete alla Storia come due fra le persone che col loro operato hanno arrecato più grave danno a questa meravigliosa città. Benvenuto nel club degli immortali, ing. Scibilia.

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